Il 15 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Lavoro Sociale; una ricorrenza il cui tema di quest’anno è Co-costruire un nuovo mondo eco-sociale: non lasciare nessuno indietro. Ed è proprio alla luce di questo forte messaggio che risulta importante ricordare quanto le catene sociali, umanitarie e solidali stanno facendo per sostenere la popolazione ucraina afflitta dalla guerra. 

In un tempo come questo, in cui la guerra risuona forte, è importante comprendere l’essenzialità e il valore imprescindibile del servizio sociale, della solidarietà e dei corridoi umanitari. La Giornata Mondiale del Lavoro Sociale è una ricorrenza che mira a mettere in evidenza il lavoro fatto, da professionisti, famiglie e comunità per promuovere la giustizia sociale. Giustizia che è possibile raggiungere solo se si è in grado di offrire il proprio contributo a chi si trova in difficoltà; “non lasciare nessuno indietro” recita il tema di quest’anno e proteggere i profughi che scappano dalla guerra è uno degli atti più grandi, affinché questo concetto non resti astratto.

Oggi l’Ucraina, ma i conflitti continuano a mietere vittime e causare profughi dalla propria terra in tante parti del mondo. Ed è attraverso l’assistenza concreta che è possibile mettere in atto il vero spirito del lavoro sociale. Dall’Italia, sin dai primi giorni in cui è scoppiato il conflitto in Ucraina, si sono mobilitati ONG, associazioni, ma anche Comuni e singoli cittadini; una catena di volontari che cerca di portare il proprio aiuto a chi in questo momento si trova indifeso.

La catena di solidarietà dall’Italia

Secondo l’UNHCR sono più di un milione le persone fuggite dall’Ucraina; e secondo le prime stime l’Italia potrebbe accogliere fino a 650mila rifugiati. Sono numeri incredibili, soprattutto se si tiene conto che stiamo parlando di persone; donne, uomini e bambini che fuggono dalla loro terra d’origine per trovare riparo dalla catastrofe della guerra. L’Italia si è mobilitata, sin da subito, per accogliere i profughi ucraini; Comuni ma anche tante famiglie sembrano pronte ad aprire le loro porte. Inoltre il Terzo Settore e le ONG sembrano essersi messe subito in moto per gli interventi sul campo; secondo quanto si legge su Luce, sono moltissime le associazioni, i volontari e le ONG (italiane o estere con base in Italia) che si sono mossi per sostenere i civili ucraini.

A Varsavia profughi dall’Ucraina, molti dei quali sono donne. Foto Twitter @DavidHarrisAJC

Raccolte farmaci, alimenti, abiti e altri mezzi di sussistenza si sono attivati in ogni angolo del Paese. Associazioni, organizzazioni locali, scuole e università; ma anche enti religiosi si sono attivati per fornire un sostegno concreto all’Ucraina. Operazioni di lavoro sociale che si muovono da Nord a Sud in quella che viene descritta come una catena instancabile di solidarietà. Del resto, come tiene a ribadire anche Papa Francesco, nel corso dei suoi numerosi messaggi contro la guerra, è importante che i corridoi umanitari restino attivi e si potenzino sempre.

Il lavoro sociale degli operatori italiani in Ucraina

Nella Giornata Mondiale del Lavoro Sociale è utile evidenziare quali sono le realtà che in Italia si sono mosse (e si stanno tutt’ora muovendo) per i civili ucraini. Come si legge sul portale Luce del La Nazione, le prime ONG ad attivarsi sono state quelle storicamente presenti in Ucraina. Aibi ha lanciato, sin dalle prime ore del conflitto, la campagna Emergenza Ucraina #Bambinixlapace; iniziativa umanitaria che prevede sostegno e interventi di supporto psicologico, oltre la fornitura di alimenti, vestiti e materiale scolastico. In più, l’orfanotrofio che l’organizzazione sostiene e gestisce a Volodarka ha allestito, insieme alla fondazione Amici dei Bambini Ucraina, un campo d’accoglienza per gli sfollati.

Anche Soleterre si è attivata nel lavoro sociale a sostegno dell’Ucraina; insieme all’Associazione ucraina Zaporuka, l’organizzazione italiana ha messo a disposizione la sua casa per i bambini malati di cancro. Oltre ad assicurare cure mediche e chemio, Soleterre si mobilita per fornire medicine e strumentazione chirurgica all’Istituto del Cancro e all’Istituto di Neurochirurgia di Kiev e con l’Ospedale Regionale di L’viv. Avsi, collaborando con l’associazione ucraina Emmaus, sostiene le persone in fuga verso Polonia e Romania; inoltre ha lanciato un appello per la raccolta fondi da destinare alle medicine, generi di prima necessita e al supporto psicologico.

Altri supporti per i civili ucraini

Tra le grandi organizzazione che operano anche in Italia, Action Aid che si è mossa a sostegno di donne e bambini; We Word ha attivato una campagna di sostegno per i bambini e le loro famiglie. Da Milano è partito un convoglio carico di beni di prima necessità organizzato da una delegazione di Progetto Arca; e per quanto concerne ancora le cure mediche e l’assistenza psicosociale Intersos si è attivata, attraverso il suo lavoro sociale, per le persone più vulnerabili. Tra le grandi associazioni anche Save the Children, Terre des Hommes e Medici del Mondo; ciascuna attiva attraverso il lavoro instancabile di addetti e volontari mobilitati per fornire ogni bene materiale, ma anche forme di supporto assistenziale, medico, psicologico e sociale. Ogni componente indispensabile per provare a superare un trauma forte come quello che la guerra lascia.

Ma quello che preme sottolineare è che oltre alle grandi associazioni, si sono attivate reti solidali anche da parte di cittadini, provenienti da Nord, Centro e Sud Italia. Tra questi aiuti umanitari non sono mancati anche quelli provenienti da aziende e imprese italiane. Tra i numerosi aiuti quello delle Misericordie della Toscana; che in collaborazione con il Consolato ucraino di Firenze hanno raccolto 24 quintali tra farmaci e alimenti non deperibili che sono stati trasportati con una propria colonna mobile. Anche la Caritas sta offrendo il suo sostegno attivo; oltre ad una raccolta fondi, sostiene i centri per accogliere le famiglie ucraine, organizzare gli spostamenti e portare i bambini in luoghi meno pericolosi.

Il lavoro sociale e le campagne nazionali

Tra le numerose reti di sostegno umanitario non mancano le raccolte fondi e le campagne di solidarietà; ed anche in questo caso provengono da diversi enti religiosi, laici, nazionali e persino locali. La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha lanciato una sottoscrizione straordinaria; la Croce Rossa italiana, invece, ha pensato ad una raccolta fondi. La Comunità di Sant’Egidio continua con il suo programma di adozioni a distanza per circa 250 bambini ucraini e ha attivato una raccolta fondi. E per concludere citiamo anche la spesa sospesa di Coldiretti; un’iniziativa che permette di fare offerte per acquistare prodotti nei mercati contadini di Campagna Amica.

Come può il servizio sociale aiutare la nostra società a prendersi cura della pace, della salute, del benessere profondo di tutti, se ciascuno di noi pensa solo a sé stesso?“; ed è con queste parole del Presidente IASSW che vogliamo lasciare una riflessione sull’importanza del sostegno umanitario. Perché solo attraverso la solidarietà, soprattutto nelle situazioni d’emergenza, si può “co-costruire un mondo nuovo“.

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