Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina lungo colloquio (2 ore) fra il presidente Usa Biden e quello cinese Xi Jinping. Allo stadio di Mosca almeno 100mila persone in delirio allo show per Putin.
Ucraina, cosa ha detto Xi Jinping
“Un conflitto non è nell’interesse di nessuno” ha detto Xi al presidente americano Joe Biden durante la loro conversazione telefonica. La crisi in Ucraina “è qualcosa che non vogliamo vedere. Gli eventi mostrano ancora una volta che le relazioni tra Stati non possono arrivare alla fase dello scontro, perché il conflitto e il confronto non sono nell’interesse di nessuno“.
“Dobbiamo guidare lo sviluppo delle relazioni Cina-Usa sulla strada giusta” ha sottolineato ancora il presidente cinese. Ma dobbiamo anche assumerci le nostre dovute responsabilità internazionali per compiere gli sforzi per la pace e la tranquillità nel mondo“.
“Per Putin 200mila russi a Mosca”
A Mosca, nelle stesse ore di oggi 18 marzo, Vladimir Putin ha parlato ai russi in occasione di un maxi evento – fra musica e show – allo stadio Luzhniki, nell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea che faceva parte dell’Ucraina. Il capo del Cremlino ha parlato soltanto per 2 minuti. E lo ha fratto in un affollatissimo stadio della capienza di 80mila persone. Ma era pieno anche il prato, fra cori, slogan e bandiere russe. E secondo il Governo di persone ce n’erano 200mila, considerato che molti assistevano anche dall’esterno della struttura. “Abbiamo risollevato la Crimea dal degrado e dall’abbandono, dalle condizioni pessime in cui versava” ha scandito Putin. “Abbiamo fatto risorgere questi territori” della Crimea e “sappiamo esattamente cosa fare adesso, come, a spese di chi. E attueremo tutti i nostri piani“.
“Nel Donbass un genocidio“
“Sono gli abitanti della Crimea che hanno fatto la scelta giusta, hanno messo un ostacolo al nazionalismo e al nazismo, che continua ad esserci nel Donbass, con operazioni punitive di quella popolazione” ha detto ancora Vladimir Putin. “Sono stati vittime di attacchi aerei ed è questo che noi chiamiamo genocidio“. “Evitarlo è l’obiettivo della nostra operazione militare“, ovvero l’invasione dell’Ucraina scattata all’alba del 24 febbraio scorso. Non si è fatto mancare nulla Putin. Neppure una citazione delle parole di Gesù nel Vangelo: “Non c’è amore più grande che dare la propria vita per i propri amici“.
Putin e Scholz, telefonata difficile
In precedenza Putin ha sentito il cancelliere tedesco Olaf Scholz al quale aveva detto che Mosca è pronta a continuare a cercare soluzioni nel colloqui con l’Ucraina. E che tuttavia, a detta del capo del Cremlino, Kiev temporeggia e avanza proposte sempre più irrealistiche ai negoziati in corso. Una telefonata che “difficilmente si può definire amichevole“, ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aggiungendo che la conversazione è stata “piuttosto complicata ma comunque professionale“.
“Giornalista ucraina rapita dai russi”
Una giornata, quella di oggi 18 marzo, che vede un altro dramma sul fronte degli inviati di guerra impegnati a coprire in presa diretta le notizie sul conflitto in Ucraina. L’emittente televisiva Hromadske, di Kiev, ha denunciato in un thread su Twitter che “la nostra giornalista Victoria Roshchyna è tenuta prigioniera dagli occupanti russi.” La reporter “ha riferito da hotspot nell’Ucraina orientale e meridionale dall’inizio della guerra russo-ucraina. Il 12 marzo non siamo riusciti a contattarla“. “Come abbiamo appreso dai testimoni – dice ancora Hromadske – in quel momento la giornalista si trovava a Berdiansk, temporaneamente occupata. Il 16 marzo abbiamo appreso che il giorno prima Victoria Roshchyna era stata arrestata dall’FSB russo. Attualmente, non sappiamo dove sia. “Chiediamo alla comunità ucraina e internazionale di aiutarci a trovare e rilasciare Victoria Roshchyna, giornalista di Hromadske“.
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