Angelus 20 marzo, la supplica di Papa Francesco: “Cessare questa guerra ripugnate”
Il Pontefice chiede di non abituarci all'orrore del conflitto, di lavorare incessantemente per la pace
In occasione dell’Angelus di domenica 20 marzo Papa Francesco continua a rivolgere il suo appello per la pace in Ucraina; il Santo Padre chiede di pregare per le vittime, per tutti coloro che non possono scappare dalla guerra. Ma la supplica del Pontefice è rivolta, anche e soprattutto, a tutti gli attori della comunità internazionale, affinché si impegnino davvero a far “Cessare questa guerra ripugnante“.
Non si arresta la supplica di Papa Francesco nei confronti del “massacro insensato” che sta colpendo l’Ucraina e per il quale non esiste giustificazione. Il Pontefice rivolge il suo pensiero a tutte le vittime e chiede agli attori della comunità internazionale di fare tutto ciò che è a loro disposizione affinché cessino i bombardamenti e sia fatta la pace.
Il Santo Padre, che nella giornata del 19 marzo scorso ha visito i bambini provenienti dall’Ucraina che sono ricoverati all’ospedale Bambino Gesù di Roma, chiede a tutti di pensare alle vittime indifese; anziani, bambini, donne incinte, uomini che incolpevoli stanno pagando le conseguenze più grandi e devastanti di questo conflitto senza senso.
La supplica accorata di Papa Francesco
I messaggi di Papa Francesco contro la guerra in Ucraina continuano a risuonare in tutte le sue catechesi e discorsi pubblici. Il Santo Padre non ferma la sua supplica e condanna le atrocità di una guerra “insensata e ripugnante” che continua a procurare vittime innocenti. “Anche questa settimana – esordisce il Pontefice – missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte“. Parlando della sua visita ai bambini feriti ricoverati all’ospedale Bambino Gesù di Roma, il Papa descrive le loro condizioni esprimendo tutto il dolore provato nel constatare la tragedia della guerra; un bambino ha perso un braccio, un altro è stato ferito alla testa: “Bambini innocenti“.
È sempre più accorata la supplica di Papa Francesco, anche in occasione dell’Angelus di domenica 20 marzo; il pensiero del Santo Padre si rivolge anche a tutti coloro che devono fuggire “lasciando indietro tutto“. E il grande dolore del Pontefice è rivolto anche a tutte le persone che non hanno la possibilità di scappare; come i tanti nonni ammalati, soli e poveri, i tanti bambini e le tante persone fragili che restano a morire sotto le bombe senza poter ricevere aiuto e senza, nemmeno, riuscire a trovare sicurezza nei rifugi antiaerei. “Tutto questo è disumano, anzi è anche sacrilego. Perché va contro la sacralità della vita umana“.
La guerra è un sacrilegio contro la vita umana
Papa Francesco non si arresta dal ribadire quanto la guerra, che sempre si presenta senza giustificazione alcuna, sia un sacrilegio contro la vita umana indifesa. La vita che va “Rispettata e protetta no eliminata e che viene prima di qualsiasi strategia. Non dimentichiamolo, è una crudeltà disumana e sacrilega“. E dopo aver chiesto di pregare in silenzio per quanti soffrono, il Santo Padre ricorda l’unica consolazione che arriva in questo momento di grande drammaticità: gli aiuti umanitari e la vicinanza dei pastori che: “In questi giorni tragici stanno vivendo il Vangelo della carità e della fraternità“.
“Grazie cari fratelli e care sorelle per questa testimonianza e per il sostegno concreto che state offrendo con coraggio a tanta gente disperata“. Un pensiero di gratitudine anche per il Nunzio apostolico, Monsignor Kulbokas, che all’inizio della guerra è rimasto a Kiev e che, come rivela Papa Francesco: “Ogni giorno mi rende vicino al martoriato popolo ucraino“. Il Pontefice chiede a tutti di stare vicini a questo popolo martoriato e di abbracciarlo con l’affetto, ma anche con l’impegno concreto e con la preghiera.
La riflessione sul Vangelo odierno che parla del male
E la supplica di Papa Francesco per la pace in Ucraina si lega fortemente alla riflessione sul Vangelo odierno che ha aperto la preghiera dell’Angelus di questa domenica 20 marzo, nel cuore del cammino Quaresimale. Gesù, infatti, in questa occasione commenta due fatti di cronaca: la morte di diciotto persone sotto il crollo di una torre e l’uccisione da parte di Pilato di alcuni Galilei. Da questi eventi il Signore scaturisce la sua riflessione spiegando come, molto spesso, quando accadono tragedie (come una Pandemia o una guerra) l’uomo è portato a credere che sia la volontà di Dio per punire qualcuno che ha peccato. Ma niente c’è di più sbagliato. Il male esiste, come rivela il Pontefice, ed esso non proviene da Dio; Egli, piuttosto, compatisce con noi, con il nostro dolore e ci chiede di convertirci al bene, sempre.
“Quando il male ci opprime rischiamo di perdere la lucidità e per trovare una risposta facile – spiega Papa Francesco – finiamo per incolpare Dio“. Ma, come specifica il Santo Padre, non esiste un Dio spietato e vendicativo: “Egli non ci tratta secondo i nostri peccati, ma secondo la sua Misericordia“. Sono gli egoismi che producono morte e per questo Papa Francesco esorta a convertirsi al bene e a non accettare la guerra mai. “Per favore non abituiamoci alla guerra e alla violenza. Non stanchiamoci di accogliere con generosità – afferma il Papa – anche nelle settimane e nei mesi che verranno“. Un messaggio forte quello con cui il Papa conclude il suo appello: “Pensiamo a queste donne che con il tempo, senza lavoro e separate dai mariti, saranno cercate dagli avvoltoi della società. Proteggiamole per favore!“.
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— Pope Francis (@Pontifex) March 19, 2022
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