Ucraina, Biden: “L’India condanni con fermezza la Russia”
Oltre 80 bombardamenti a Kharkiv nella notte mentre si teme che Mosca voglia usare le armi chimiche
In Ucraina si riaffaccia la paura delle armi chimiche e biologiche. Le accuse russe che Kiev abbia tali armamenti “sono false” e un “chiaro segnale” che Vladimir Putin “starebbe valutando di usarli entrambi” nella guerra, ha affermato il presidente americano Joe Biden.
Secondo Biden, Putin sarebbe “con le spalle al muro” e “sta preparando nuove operazioni sotto falsa bandiera“, secondo il leader Usa. Mosca nega e replica che le accuse sono “insinuazioni malintenzionate“, secondo le parole del viceministro degli esteri russo Sergei Ryabkov che, riporta l’agenzia Interfax, aggiunge: “Noi non abbiamo simili armi“. Stanotte dallo Stato maggiore ucraino è arrivata l’informazione secondo cui le forze armate di Kiev avrebbero riconquistato l’insediamento urbano di Makariv, 60 chilometri a ovest di Kiev. “La bandiera ucraina è stata issata sulla città” hanno detto i militari.
Più di 80 bombardamenti con artiglieria si sarebbero verificati invece a Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina dopo Kiev, durante la notte fra ieri e oggi 22 marzo. Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare regionale Oleg Sinegubov citato dall’agenzia di stampa Unian. “Ne abbiamo registrati 84, sono stati colpiti distretti di Saltivka, Danylivka, Kholodna Hora, il distretto Htz“, ha detto Sinegubov. In totale più i bombardamenti russi avrebbero distrutto oltre 600 case a Kharkiv.
Gli Usa: “Perché l’India non condanna la Russia?“
Sul fronte internazionale, arrivano dal presidente Usa, Joe Biden, le critiche all’India per la sua risposta definita “traballante” di fronte all’invasione russa dell’Ucraina. E anche il premier australiano Scott Morrison, incontrando il suo omologo indiano Narendra Modi, ha esortato New Delhi a prendere una posizione più ferma verso Mosca.
Ucraina, cosa succede a Chernobyl
Secondo le Nazioni Unite l’invasione della Russia in Ucraina ha determinato finora almeno 925 morti tra la popolazione civile. Un cifra che l’Alto commissariato Onu per i diritti umani (Unhchr) considera da rivedere al rialzo. Dalla centrale nucleare di Chernobyl arriva intanto la notizia che tutti i tecnici che erano rimasti nell’impianto, dovendo continuare a lavorare senza interruzione dal giorno dell’arrivo delle truppe russe, hanno ottenuto il permesso di lasciare il sito. Li sostituiscono adesso altri colleghi ucraini. Nell’impianto sono rimaste in servizio guardie ucraine, hanno comunicato le autorità di Kiev all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
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