Ucraina, la Russia boccia i negoziati di Istanbul. Draghi chiama Putin
Bombardamenti senza tregua, anche nella regione di Kiev e a Chernhiv. A Mariupol gli ucraini denunciano "deportazioni dall'ospedale"
I negoziati del 29 marzo in Turchia fra Russia e Ucraina per ora non sortiscono effetto sulla guerra, pur avendo fatto intravedere qualche passo verso la pace. Il conflitto infuria. Bombardamenti e combattimenti continuano in varie parti del paese. Il Cremlino spegne le speranze di chi credeva alla mediazione di Recep Tayyip Erdoğan.
E nel pomeriggio di oggi 30 marzo il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, avrà un colloquio telefonico con Vladimir Putin. Russia e Cina condannano le sanzioni decise da Usa, Ue e alleati contro Mosca per la sua aggressione militare all’Ucraina. Le definiscono “illegali e controproducenti“. Ma non basta perché il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sembra voler bruciare gli effetti dei negoziati in Turchia sotto l’egida di Erdoğan. Ha infatti dichiarato che “della Crimea non si discute, è nostra“. Mentre, complessivamente, per i colloqui di Istanbul non si può parlare di “alcuna svolta, anzi c’è molto lavoro da fare“.
“Deportazioni a Mariupol”
In Ucraina la tragedia della guerra non si arresta. I bombardamenti russi hanno colpito un edificio della Croce Rossa a Mariupol, fa sapere una responsabile ucraina del centro. La municipalità di Mariupol ha denunciato l’evacuazione forzata verso la Russia dell’intero reparto maternità di un ospedale. Come è noto, i russi avevano bombardato un’analoga struttura, lo scorso 9 marzo. “Più di 70 persone, donne e personale medico del reparto maternità numero due del distretto della riva sinistra di Mariupol sono stati presi con la forza dagli occupanti“, ha fatto sapere l’ufficio del sindaco.
“Nessuna ritirata da Kiev”
Per la giornata di oggi 30 marzo risulterebbero aperti tre corridoi umanitari nel sud del paese. Ma nella regione di Kiev e a Chernhiv – per le quali la Russia aveva promesso di ridurre drasticamente le azioni belliche – bombardamenti e scontri non diminuiscono. Nella regione di Kiev la scorsa notte le truppe russe hanno effettuato più di 30 bombardamenti contro complessi residenziali e infrastrutture sociali, ha riferito l’amministrazione militare ucraina. “L’esercito russo ha lanciato missili e bombe cercando di distruggere le infrastrutture e le aree residenziali in violazione del diritto umanitario internazionale. Gli occupanti russi continuano a terrorizzare la popolazione locale“, ha sostenuto l’amministrazione militare. Chernhiv ha subito attacchi per tutta la notte. Lo denuncia il governatore Viacheslav Chaus su Telegram, secondo quanto riportano i media internazionali.
Profughi, rallenta il flusso
Si registra, infine, un rallentamento del flusso dei profughi ucraini verso l’Europa. Secondo quanto ha riferito in Parlamento la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, si è passati da 200mila a 40mila persone al giorno in fuga oltre confine. In Italia, alla data del 29 marzo, i cittadini ucraini arrivati dallo scoppio della guerra sono 75mila. Di questi, 5.600 sono inseriti nei sistemi d’accoglienza Cas (5.300 persone) e Sai (299). Le domande di protezione sono state finora circa 750, un dato che “riflette la speranza ucraini di rientrare in patria dopo il termine delle ostilità“.
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