L’Udienza Generale di mercoledì 30 marzo torna per la quinta settimana sulla figura e l’importanza del ruolo degli anziani. Tuttavia, anche in questa occasione Papa Francesco non si astiene dal commentare gli orrori della guerra che dallo scorso 24 febbraio stanno colpendo l’Ucraina. Un pensiero speciale per i bambini e un appello a proteggere la loro infanzia, oggi negata.

Presso l’Aula Paolo VI Papa Francesco tiene la sua consueta catechesi in occasione dell’Udienza Generale del mercoledì. Ma anche nel corso di questo appuntamento l’appello del Pontefice si dirige alla guerra in Ucraina, alla sua crudeltà e alla povere vittime indifese. Un pensiero rivolto soprattutto all’infanzia negata dei bambini, anche grazie alla presenza dell’Associazione Puer e della Fondazione Aiutiamoli a Vivere, che si prendono cura dei bambini dal disastro di Chernobyl del 1986.

Anche la catechesi di mercoledì 30 marzo torna sulla figura degli anziani e sulla risorsa che essi rappresentano nel valutare anche il bene e il male del tempo. E partendo dalle figure bibliche di Simeone e Anna (due anziani che hanno fatto dell’attesa di Dio la ragione della loro vita), il Santo Padre ricorda l’importanza nel lasciarsi illuminare dallo Spirito Santo; perché Dio ci può aiutare ad essere migliori, anche e soprattutto, in situazioni drammatiche come quelle che stiamo vivendo.

La quinta Udienza Generale dedicata agli anziani

All’Udienza Generale del 30 marzo Papa Francesco si sofferma per la quinta settimana di seguito sul valore inestimabile dell’anzianità. Sono gli anziani che, attraverso la loro esperienza, la loro saggezza, la loro disponibilità all’ascolto possono insegnare alle nuove generazioni ad amare a costruire un futuro di pace. È questo uno dei messaggi su cui il Santo Padre torna, soprattutto adesso in un tempo di guerra. Partendo dalle figure bibliche di Anna e Simeone il Pontefice ricorda che l’atteggiamento del cristiano dovrebbe essere quello di stare attento alle visite del Signore; lasciarsi illuminare sempre dallo Spirito Santo.

Il Signore passa, nella nostra vita, con le ispirazioni, con l’invito a essere migliori. E Sant’Agostino diceva: “Ho paura di Dio quando passa” – “Ma come mai, tu hai paura?” – “Sì, ho paura di non accorgermene e lasciarlo passare”. È lo Spirito Santo che prepara i sensi per capire quando il Signore ci sta facendo una visita“. Per questo bisogna trarre esempio da Anna e Simeone, dagli anziani per scorgere la forza di Dio capace di aiutarci anche nelle situazioni più drammatiche.

Papa Francesco e il messaggio per l’Ucraina

Dopo aver concluso la sua catechesi in occasione dell’Udienza Generale del 30 marzo, Papa Francesco chiede ancora una volta la fine della guerra in Ucraina. Il Pontefice saluta i bambini ucraini, ospitati dalla Fondazione Aiutiamoli a vivere, dall’Associazione Puer e dall’Ambasciata di Ucraina presso la Santa Sede; e accompagna questo “affettuoso saluto” ad una nuova condanna all’orrore del conflitto che sta drammaticamente colpendo il paese ad Est dell’Europa. “Con questo saluto ai bambini torniamo anche a pensare a questa mostruosità della guerra e rinnoviamo le preghiere perché si fermi questa crudeltà selvaggia che è la guerra“.

Preghiera per la pace in Ucraina @Twitter Papa Francesco

E riallacciandosi al messaggio trasmesso durante la catechesi sugli anziani, il Santo Padre ricorda di guardare sempre alla Croce di Cristo e accogliere il suo sostegno nell’aiutare quanti soffrono. “Sforziamoci di stare sempre vicini a quanti soffrono – ribadisce il Papa – a quanti sono soli, ai deboli che patiscono violenza e non hanno chi li difenda“.

Ritrovare la sensibilità

Nel corso dell’Udienza Generale il Santo Padre ricorda l’importanza delle associazioni che aiutano i più deboli. Aiutiamoli a Vivere e Puer si occupano dei bambini dal disastro di Chernobyl del 1986; oggi questa Fondazione si è recata in Paesi ai confini con l’Ucraina per portare aiuti umanitari, tra cui generi alimentari, indumenti, coperte, scarpe e farmaci. E proprio alla luce di questo contesto, Papa Francesco rilancia nel corso dell’Udienza Generale lo spirito sensibile della “fraternità umana“.

Perché, mai come adesso è necessario essere sensibili alle sofferenze degli altri. “L’insensibilità non ti fa capire la compassione, non ti fa capire la pietà, non ti fa avere vergogna o avere rimorso di avere fatto una cosa brutta. È così. I sensi spirituali anestetizzati confondono tutto e uno non sente, spiritualmente, cose del genere“. Ma solo riconquistando la sensibilità si potranno riacquistare quei: “Movimenti dello Spirito che ci fanno umani“.

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