Elezioni amministrative e referendum giustizia: election day il 12 giugno
Quasi mille i comuni al voto, 21 i capoluoghi di Provincia e 4 quelli di Regione. Cinque i quesiti abrogativi
Il Consiglio dei ministri ha ufficializzato le date delle elezioni amministrative e dei referendum sulla giustizia. Per le votazioni domenica 12 giugno il primo turno, domenica 26 giugno il secondo. Il referendum si svolgerà il 12 giugno. Al momento è stabilito che si voti solo alla domenica, non anche al lunedì.
Sono 970 i comuni al voto in tutta Italia, di cui 21 sono i capoluoghi di provincia e 4 quelli di Regione. Questi ultimi sono Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro. Le coalizioni sono alle prese con la scelta dei candidati. Regge quasi ovunque l’intesa tra PD e M5S, mentre Lega, FdI e FI pagano le lacerazioni interne a Centrodestra dopo la spaccatura sul settennato bis di Sergio Mattarella al Quirinale.
Referendum, per cosa si vota
I 5 quesiti sulla giustizia che la Corte costituzionale ha ritenuto ammissibili, lo scorso febbraio – bocciati quelli su eutanasia, cannabis e responsabilità civile dei magistrati – saranno oggetto della tornata referendaria del 12 giugno. Gli italiani potranno votare referendum abrogativi. Votando sì per raggiungere l’obiettivo dei quesiti; no per lasciare le cose come stanno. I quesiti riguardano la riforma del Csm e l’abolizione della legge Severino. Ma anche i limiti agli abusi della custodia cautelare (carcerazione preventiva); la separazione delle funzioni dei magistrati; la loro equa valutazione.
Riforma Csm e legge Severino
Il quesito sulla riforma del Csm è teso a evitare che i magistrati che si candidano a diventare membri dell’organismo di autogoverno della magistratura siano espressione di correnti e cordate, a detrimento del valore professionale e umano della persona. Per quanto riguarda la legge Severino, i proponenti il referendum intendono abolirla. Ciò al fine di eliminare l’automatismo della decadenza dalla carica pubblica di parlamentari, rappresentanti di governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali condannati. L’obiettivo è di restituire ai giudici la facoltà di stabilire se applicare o meno l’interdizione dai pubblici uffici. Troppo spesso, sostengono i promotori del quesito, si assiste a vuoti nelle cariche pubbliche per condanne subite da amministratori che poi risultano assolti in un secondo momento dal giudice.
Sulla stessa lunghezza d’onda il referendum contro gli abusi della custodia cautelare. “Ogni anno migliaia di innocenti vengono privati della libertà senza che abbiano commesso alcun reato e prima di una sentenza anche non definitiva” spiega il Comitato promotore sul sito Referendum giustizia giusta. L’obiettivo del referendum è di fare in modo che “finiscano in carcere prima di poter avere un processo soltanto gli accusati di reati gravi.”
Referendum separazione carriere
Circa la separazione delle funzioni dei magistrati, il referendum intende abolire la situazione attuale, per cui un pubblico ministero può passare a fare il giudice e viceversa. L’obiettivo è garantire l’imparzialità del giudice e la trasparenza dei ruoli. Il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Infine l’equa valutazione. Con il referendum i promotori intendono estendere la possibilità di valutazione dei magistrati anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura dei Consigli giudiziari. Non solo, come avviene adesso, ai rappresentanti dei magistrati stessi.
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