Boris Johnson di nuovo nella bufera. Nell’ambito delle indagini sul party gate, Scotland Yard ha inflitto alcune multe a funzionari di Downing Street. L’accusa è di aver partecipato, in violazione delle restrizioni anti-Covid vigenti allora, a una festa del 16 aprile 2021. Ovvero il giorno prima del funerale (distanziato) del principe Filippo di Edimburgo a Londra.

Come ricorda la BBC, il premier britannico Boris Johnson non era presente a quell’evento. A organizzarlo furono però alcuni suoi collaboratori. E le conseguenze ricaddero anche sul premier. Johnson si trovava fuori Londra, presso la residenza di campagna del Primo Ministro ai Chequers. Le rivelazioni della stampa inglese sulla festa di addio – con alcol e musica – per l’ex direttore delle comunicazioni del n. 10, James Slack, avevano messo in difficoltà ‘BoJo‘. Johnson aveva dovuto fare un imbarazzante mea culpa davanti ai deputati della Camera dei Comuni.

Il premier inglese Boris Johnson

Un momento in cui il premier si era inoltre dovuto scusare anche con la regina Elisabetta per la mancanza assoluta di rispetto di fronte al lutto nazionale che il Regno Unito aveva osservato per la morte di suo marito Filippo. Scuse che non avevano risparmiato a Johnson il richiamo dello Speaker della Camera dei Comuni, Sir Lindsay Hoyle. Il quale gli aveva ricordato la prassi di non nominare la famiglia reale ai Comuni. Le attuali indagini non prevedono che la polizia di Londra riveli l’identità dei sanzionati. Finora si tratta di 20 persone, ma Downing Street ha promesso di farlo nel caso in cui sia il primo ministro a ricevere la multa.

Party gate, scandalo dal 2020

Lo scandalo dei festini in allegria nella residenza del Primo Ministro al 10 di Downing Street, riguarda anche i giorni del lockdown nel 2020. E non solo non accenna a sgonfiarsi, ma è diventato un’ossessione per tutta la politica inglese. Non si esclude che la polizia finisca col convocare anche Boris Johnson. I Tories sono sempre più convinti che BoJo, il ‘cavallo’ su cui avevano scommesso in tempi di Brexit sia diventato un ronzino. E senza un purosangue al glorioso ippodromo di Ascot non si vince. Figuriamoci alle prossime elezioni in Gran Bretagna attese per il 2024, sempre che il Governo Johnson non cada prima.

Il principe Filippo di Edimburgo, marito di Elisabetta II (1921-2021)

Johnson e i rapporti con la Russia

Questa tuttavia appare una prospettiva più difficile di quanto lo fosse un mese fa. Se infatti era già improbabile l’apertura di una crisi di Governo in tempi di pandemia, lo è ancora di meno in tempi di guerra. Anzi Boris Johnson sta giocando un ruolo mediaticamente piuttosto esposto nel conflitto. A fianco di Kiev, naturalmente. Bojo si è recato in Polonia e ha moltiplicato gli sforzi per mostrarsi come un ‘falco’ anti putiniano. Non sono pochi, però, nel Regno Unito, a rinfacciargli rapporti ambigui – a lui come al partito del Tories – con la Russia e con gli oligarchi vicini a Putin. Personaggi che negli anni passati avrebbero finanziato massicciamente la politica inglese. A cominciare dalla campagna per la Brexit.

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