In occasione dell’Udienza Generale di mercoledì 6 aprile Papa Francesco ripercorre il suo Viaggio Apostolico a Malta; ma non dimentica di richiamare, all’attenzione dei fedeli in ascolto, la straziante situazione che sta colpendo l’Ucraina.

In Aula Paolo VI in Vaticano, Papa Francesco tiene la sua settimanale catechesi in occasione dell’Udienza Generale del mercoledì. Dopo il suo Viaggio Apostolico a Malta, tenutosi lo scorso 2 e 3 aprile, il Pontefice ripercorre alcuni aspetti fondamentali che hanno caratterizzato questo pellegrinaggio e ritorna a parlare anche della guerra in Ucraina.

Partendo dal piccolo Stato di Malta, il Santo Padre si sofferma sulla logica dominante che si basa sulle strategie degli Stati più potenti e grandi. Ma come sostiene Papa Francesco: “Malta rappresenta il diritto e la forza delle Nazioni piccole; che dovrebbero portare avanti la logica del rispetto e della libertà, opposta alla colonizzazione dei più potenti“.

Papa Francesco e l’importanza della “rara umanità

Mercoledì 6 aprile in Aula Paolo VI Papa Francesco dedica la sua catechesi settimanale al recente Viaggio Apostolico a Malta. In questa occasione il Santo Padre prende in prestito ancora le parole dell’Evangelista Luca che, negli Atti degli Apostoli, descrive il modo in cui Paolo viene accolto nell’isola dopo essere naufragato: “Con rara umanità“. E sono proprio queste le parole che il Pontefice ha scelto come filo conduttore del suo pellegrinaggio a Malta. Durante l’Udienza Generale il Papa ricorda come ‘l’umanità’ sia la strada per accogliere i migranti (che arrivano in quella terra), ma anche un modo per rendere il mondo: “Più fraterno e vivibile“.

Parole che risuonano come un monito che indirizza alla ricerca e all’esigenza di pace; oggi in questo periodo storico in cui la guerra nell’Est d’Europa sta mostrando le atrocità più disumane che il Santo Padre non smette di sottolineare. Il Papa torna continuamente sugli orrori del conflitto in Ucraina e non arresta la sua supplica per la pace.

L’impotenza dell’ONU difronte alla guerra

Partendo dalla posizione strategica di Malta, Papa Francesco innesca un discorso basato sulla geopolitica e sull’influenza dominante degli Stati più potenti sulle Nazioni più piccole; situazione che riporta inevitabilmente ad un collegamento con l’attuale guerra in Ucraina. “Oggi si parla spesso di geopolitica – esordisce il Pontefice – ma purtroppo la logica dominante è quella delle strategie degli Stati più potenti per affermare i propri interessi estendendo l’area di influenza economica, o influenza ideologica e o influenza militare. Lo stiamo vedendo con la guerra“.

E come tiene a precisare ancora il Santo Padre: “Malta rappresenta, in questo quadro, il diritto e la forza dei piccoli; delle Nazioni piccole ma ricche di storia e di civiltà, che dovrebbero portare avanti un’altra logica. Quella del rispetto e della libertà, della convivialità delle differenze, opposta alla colonizzazione dei più potenti. Lo stiamo vedendo adesso. E non solo da una parte: anche da altre. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si è tentato di porre le basi di una nuova storia di pace, ma purtroppo – non impariamo, eh? – è andata avanti la vecchia storia di grandi potenze concorrenti. E, nell’attuale guerra in Ucraina, assistiamo all’impotenza delle Organizzazioni delle Nazioni Unite“.

L’accoglienza dei migranti

Papa Francesco, che anche prima di partire per il suo viaggio a Malta aveva incontrato alcune famiglie di rifugiati ucraini ospitate dalla comunità di Sant’Egidio a Roma, torna anche sul fenomeno della migrazione. Diversi sono i migranti, provenienti da diverse parti del mondo e accolti nel Centro di accoglienza Giovanni XXIII, guidato da un frate francescano novantenne, a Malta. A loro e a tutte le persone costrette ad abbandonare il proprio paese per diverse, e spesso pericolose (come nel caso della guerra), motivazioni, Papa Francesco rivolge il suo pensiero.

Ogni migrante è unico, come ognuno di noi, è una persona con la sua dignità, le sue radici, la sua cultura; portatrice di una ricchezza infinitamente più grande dei problemi che pure può comportare la sua accoglienza – e come conclude ancora Papa Francesco – Il fenomeno migratorio non può essere ridotto a un’emergenza, è un segno dei nostri tempi. Come tale va letto e interpretato. Può diventare un segno di conflitto, oppure un segno di pace. Dipende da come lo prendiamo, dipende da noi“.

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