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Consulta, Amato: “Costituzioni d’Europa a rischio per la guerra in Ucraina”

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Di fronte alla guerra in Ucraina il presidente della Consulta, Giuliano Amato, manifesta preoccupazione sulla tenuta degli ordinamenti costituzionali europei. Lo si legge nelle considerazioni finali della sua relazione sull’attività della Corte nel 2021.

Una relazione che Amato ha illustrato oggi 7 aprile nel palazzo della Consulta, davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e alle più alte cariche dello Stato. “La situazione generale intorno a noi comporta tante tragiche conseguenze e getta non poche preoccupazioni sull’avvenire. Anche per la tenuta degli ordinamenti costituzionali europei“, ha detto Amato. “Le ripercussioni della guerra in Ucraina – ha osservato il presidente della Corte Costituzionale – investono anche le sedi e le forme di collaborazione tra le Corti. Basti pensare all’uscita della Federazione russa dal Consiglio d’Europa. E alle possibili conseguenze sulla partecipazione della Corte russa alle sedi rappresentative delle stesse Corti. In questa situazione è di particolare importanza mantenere salda la collaborazione reciproca delle Corti appartenenti all’Unione europea“.

Corte Costituzionale AmatoCorte Costituzionale Amato
Il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato

Identità nazionali e diritti di tutti

Il presidente della Consulta ha ricordato che l’articolo 4 del Trattato europeo impone di salvaguardare le identità nazionali. Ma, ha sottolineato, “l’articolo 4 viene dopo l’articolo 2, che enuncia i nostri principi e valori comuni: rispetto della dignità, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto, rispetto dei diritti umani e delle minoranze“. Valori comuni a “una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini“. “È sull’equilibrio fra tutela delle identità nazionali e rispetto dei valori comuni – ha concluso Amato – che si regge l’unità nelle diversità della nostra Unione europea“.

Mattarella con Draghi, Amato, Fico e Casellati

Amato e la pandemia di Covid

Nella relazione si ricorda inoltre l’impatto della pandemia di Covid. E Amato ha sottolineato come anche nel 2021 l’emergenza sanitaria non abbia mai interrotto l’attività della Corte costituzionale. “Anzi ha fornito un decisivo impulso alla riforma del processo costituzionale. Il processo telematico è a regime dal 3 dicembre 2021. È nata la piattaforma e-Cost con cui avvocati e Avvocatura dello Stato, giudici, cancellieri e parti dei giudizi di costituzionalità possono trasmettere e scambiare atti e documenti in modalità informatizzata“.

“Figli di coppie gay? Serve una legge”

Nella relazione di Giuliano Amato non è mancato un riferimento alla disciplina dei rapporti di famiglia. Un settore “assai delicato, in cui vengono in gioco numerosi valori costituzionali“. Bilanciarli, ha sostenuto il presidente della Corte Costituzionalespetta in prima battuta al legislatore“, il cui faro dev’essere “la salvaguardia dell’interesse dei figli“. Tanto più “alla luce delle modificazioni del concetto di famiglia” e “dell’evoluzione scientifica e tecnologica nell’ambito della filiazione“. Citando recenti sentenze della Consulta anche sui figli delle coppie omosessuali, Amato ha ribadito che “è imprescindibile l’esigenza di tutelare l’interesse dei bambini“. Ma serve una legge.

LEGGI ANCHE: Def, crescita in ribasso. Draghi: “Volete la pace o il condizionatore acceso?”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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