Giulia Greco debutta al cinema interpretando Marika (nel film la figlia di Marco Giallini) in Io, loro e Lara di Carlo Verdone. Il regista la sceglie anche in Posti in piedi in paradiso. Oggi l’interprete è nel cast della serie originale Star del cineasta Ferzan Ozpetek Le Fate Ignoranti. Omonima del suo film di grande successo.

Attrice brillante e comica, viene scelta da Rolando Ravello per interpretare Patrizia in Immaturi – la serie, una ragazza dal look vintage e i capelli azzurri, e poi da Luca Manfredi per la serie Cuore matto, al fianco di Gigi Proietti. Per la tv recita in serie popolari come Il commissario Rex e Carabinieri. Ma Giulia è un’attrice poliedrica e pronta a sperimentare e sperimentarsi su ogni scenario che le presenti la Settima Arte. A VelvetMAG Giulia Greco.

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Intervista esclusiva di Giulia Greco a VelvetMAG

Dal 13 aprile sarai nel cast dell’attesa serie Le Fate Ignoranti di Ferzan Özpetek, che andrà in onda su DisneyPlus. Chi interpreta Giulia nella serie dell’omonimo film?
Far parte del cast è stata una gioia incommensurabile. Io faccio parte di un coro rappresentato da tre donne inseparabili che si ritrovano a commentare, vedere e spiare tutto quello che succede all’interno dell’appartamento, quel posto che poi è il fulcro delle Fate. Il famoso luogo dove si ritrovano tutti per fare pranzi, feste, incontri, nuove amicizie e perché no, anche nuovi litigi. Queste donne si ritrovano ad essere l’identità di un unico personaggio e come il coro greco della tragedia commentano e osservano. Lo fanno in maniera a volte grottesca ma tenendo il punto delle situazione di tutto quello che le circonda.

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Come ti sei preparata per calzare al meglio le vesti di questo personaggio che entra in punta di piedi in uno scenario già ben raccontato come nel film del regista Özpetek.
La scelta stilistica del film e dell’arte di Ferzan si basa sulla naturalezza del personaggio. Non c’è mai qualcosa che va sopra le righe. Prepararsi è sempre un dovere dell’attore, ma ti posso giurare che, quando ti ritrovi ad essere diretta da un regista come lui, ti lasci andare ai costumi, alla musica, all’atmosfera, agli attori che sono sempre molto intonati l’uno con l’altro. Ti prepari, ma al contempo ti lasci anche un po’ trasportare dalla direzione.


Cinema, televisione e teatro: un’attrice poliedrica che sperimenta tre emozioni differenti, tra palcoscenici diversi. 

Cambia solo la tecnica, altrimenti sarei ipocrita dirti: “ma sai, se un attore recita, recita”. No perché cambia il modo con cui ti devi esprimere. Un conto se si ha un microfono ad un centimetro, un conto è se hai una platea di duecento posti e devi arrivare fino allo spettatore dell’ultima fila. E’ diverso e cambia. Per il resto credo che sia poi una magia che si riesce a ripetere sempre in ogni situazione. Non è una frase fatta, perché sul serio il personaggio che fai, il pubblico che hai, la voce che senti e che vai ad esternare, fungono da coperte che ti rassicurano. Il mondo attoriale è un tipo di lavoro che da una parte ti dà tanta forza perché ti esprimi, dall’altra ti rassicura perché riesci a fare tue delle vite che nella realtà non potresti, forse, mai vivere.

Ora attrice, ma solo qualche anno fa eri pronta a buttarti nel mondo del giornalismo.

Sono laureata in ambito giornalistico e quando ero ragazzina facevo anche io delle interviste, ma solo per vedere i film gratis, infatti non ho mai intrapreso la carriera giornalistica e lo dico con grande riconoscenza per chi fa questo mestiere.

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Nonostante la parentesi “giornalistica” hai comunque sempre desiderato fare l’attrice?
La passione per la recitazione è nata quando ero già abbastanza grande. Avevo vent’anni, iscritta al primo anno del DAMS e banalmente mi arriva un volantino di una scuola di recitazione. Non avevo mai pensato che nella vita potessi fare l’attrice, mai. Torno a casa quel giorno, telefono e mi dicono il costo del corso che era effettivamente troppo alto, ma mi dicono di fare comunque il provino perché all’interno della scuola vi erano dei corsi della regione. Strappo il volantino e lo lascio sulla scrivania. Mia madre che è una friulana piuttosto riservata, quella volta prende invece il dépliant, digita il numero e fissa un appuntamento. Dopo il provino ho vinto la borsa di studio e poi, sai, mi sono innamorata di questo lavoro facendolo, e anche non facendolo purtroppo.

Quale cinema preferisci?

Il cinema che io preferivo è quello di Almodóvar. Vedere come tratta la tematica delle donne, lì ho capito che c’era anche un posto per me in questo mondo. Anche Ferzan per esempio, non si distacca dalla figura femminile, anzi. Ci sono donne strane, un po’ contorte, come me (ride, n.d.r.).

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Giulia Greco: “Quando ‘rubai’ la postazione di Gigi”

Verdone, Ferzan, Moccia, sono solo alcuni dei registi con i quali hai lavorato sul set in cui hai recitato al fianco di altri attori di spicco. Il 27 ottobre del 2014 ha debuttato su RaiUno Una pallottola nel cuore, film con protagonista Gigi Proietti. Che ricordo hai di quel lontano debutto insieme ad un grande e oggi compianto attore?
Con Gigi Proietti è stato un incontro di una dolcezza infinita. Faceva freddo ed eravamo di notte ad Ostia Antica. Ad un certo punto – dopo alcune riprese – facciamo pausa ed io mi dirigo verso una stufetta. Pensando che fosse a disposizione di tutti, mi tolgo le scarpe e cerco di riscaldarmi. Ma, mentre mi giro sento un assistente che mi dice: “Scusa Giulia, questa è la postazione di Gigi. Cerco di scusarmi, e mi arriva uno spintone in senso buono per farmi stare seduta proprio da lui per poi presentarsi: “Io sono Gigi, molto piacere di conoscerti e questa è la tua postazione da oggi in poi.

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Mi dirai perché io racconti questo aneddoto. Perché racchiude la generosità di Gigi Proietti sotto tutti i punti di vista. Era un Maestro. Era una “vulcanata” di energia. Ma aveva un’umiltà, era instancabile e una persona che rispettava i lavori di tutti. Super puntuale. Non ho idea quanto possa arrivare il tanto entusiasmo dalle mie parole!

E in merito a progetti futuri?

Prima del Covid, avevo debuttato con uno spettacolo 2 come noi una commedia brillante che dovevamo fare nel 2020 e nel 2021. Chiaramente la commedia è stata messa in stand by, ma adesso riprenderà. Ricominceremo da fine aprile a Roma e poi nuovamente nella Capitale a dicembre. Una cosa bellissima che sto facendo sono gli audiolibri, molto fiera di quest’incarico.

Torna giornalista per farti una domanda…

A caldo ti direi: “Vale la pena soffrire e prendersi tutti i lati negativi di questo lavoro? Lo rifaresti? E la risposta me la devi dare tu però! (ride, ndr).

Ti risponderei: “Ci si fa male, ma almeno lo si fa sorridendo”.


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