Il Governo Draghi ha approvato il nuovo Documento di economia e finanza (Def). Si prevedono altri 5 miliardi di euro di spesa per famiglie e imprese. La crescita del Pil è fissata adesso al 3,1%. Un ridimensionamento forte rispetto alle iniziali previsioni del 4,7%. Il deficit è confermato al 5,6%. E Draghi chiarisce: “Pronti all’embargo sul gas russo se la Ue lo sceglierà, ma ora non è sul tavolo“.
A riportare i dati economici è l’agenzia di stampa Ansa. Nei prossimi anni si registrerà un progressivo rallentamento del ritmo di crescita della ricchezza in Italia. Il Pil si attesterà al 2,4% nel 2023 all’1,8% nel 2024 e all’1,5% nel 2025. Per Mario Draghi, che ha spiegato le misure in conferenza stampa subito dopo il Cdm, il 6 aprile, “non bisogna drammatizzare la situazione, ma occorre essere realisti“. È chiaro, ha detto il premier, “che la guerra in Ucraina ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita. Consumatori e imprese vedono oggi un futuro meno positivo, ma faremo tutto il necessario per aiutare famiglie e imprese“.
Draghi: “Inflazione ed energia, le sfide”
Il capo del Governo chiede anche, e soprattutto, unità e governabilità a una maggioranza spesso litigiosa. È quello che si aspettano gli italiani, ha affermato Draghi, ed è l’unico modo per consentire all’esecutivo di affrontare le due principali sfide all’orizzonte. Ovvero: le ripercussioni della guerra in Ucraina, con le emergenze sociali ed economiche che si porta dietro, e il PNRR con le riforme ancora da terminare. Draghi ha auspicato “una strada comune” anche con le imprese e i sindacati, perché il paese è “sotto attacco” su vari fronti. Ossia “inflazione, caro energia, mancanza di materie prima, guerra“.
Gas russo, fino a quando?
Il Presidente del Consiglio ha poi fatto dichiarazioni sulle sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina. “Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?” ha risposto stizzito a un cronista. “Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Se l’Ue ci propone l’embargo sul gas, siamo contenti di seguire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace…“. Poi, rassicura, anche senza il gas russo “fino a fine ottobre siamo coperti, le conseguenze non le vedremmo fino all’autunno“.
Draghi e l’embargo possibile
Per ora l’embargo del gas di Mosca non è sul tavolo, ma il quadro è in continua evoluzione. “Quanto più diventa orrenda la guerra tanto più i paesi alleati si chiedono cosa possa fare questa coalizione per indebolire la Russia e permette a Kiev di sedersi al tavolo della pace“. Quindi, alla vigilia dell’incontro con il primo ministro olandese Mark Rutte, Draghi ha parlato anche della risposta comunitaria sull’energia. “Ci sarà una proposta che uscirà fra pochi giorni“, ha dichiarato. “Ci sono punti di vista diversi fra noi, la Germania e l’Olanda“. Ad esempio sul tetto comune al prezzo del gas, cavallo di battaglia dell’Italia.
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