Matteo Berrettini avrà un recupero dall’operazione alla mano molto più lungo di quanto ipotizzava lui stesso. Non sarà presente al torneo che inaugura la stagione sulla terra il 9 aprile a Monte Carlo. Ma salterà anche Madrid e Roma.

Sceglie i suoi canali social per annunciare che il suo rientro sul campo avverrà a questo punto per la metà di maggio. Lui che solo pochi giorni fa è stato indicato come il tennista al mondo con il miglior engagement rate (ER), facendo con il suo account Instagram meglio di Medvedev, Roger Federer, Djokovic e Nadal.

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Il messaggio recita laconico in merito all’aggiornamento delle sue condizioni fisiche al primo confronto con i medici e il suo staff dopo qualche giorno trascorso nella Capitale con la famiglia per riprendersi dall’operazione. “Seguendo i consigli medici degli esperti, il mio team ed io abbiamo deciso di non forzare i tempi di recupero. Sono quindi costretto a ritirarmi dai tornei di Monte-Carlo, Madrid e Roma, concedendomi quindi il tempo necessario per raggiungere la forma migliore. Non partecipare a questi eventi, in particolare a Roma, è stata una decisione estremamente difficile che tuttavia ritengo essere quella giusta per poter tornare ai massimi livelli. Grazie mille per il vostro supporto. Non vedo l’ora di vedervi presto in campo. 🙏🔨”

Tanti tennisti out: il lungo strascico della pandemia?

Non sono Matteo Berrettini, è lo stato di forma dei tennisti in generale, soprattutto in top ten, a preoccupare. Anche atleti straordinari, con capacità mentali incredibili, quanto quelle fisiche, hanno pagato evidentemente il peso della pandemia. La prima parte del 2020 è stata praticamente inattiva; poi la ripresa con il meccanismo stressante della “bolla” che li isolava dal mondo esterno, per quanto possibile. Le ricadute psicologiche, basti pensare a Thiem e alla Osaka. Attualmente può apparire forte come espressione, ma è praticamente un lazzaretto, soprattutto fronte maschile.

Tra i primi 10 ai nastri di partenza sono fuori per infortunio Medvedev (n.2), Nadal (n.4) e Berrettini (n.6). Tsitsipas (n.5) è reduce dall’operazione al gomito e rientrato è stato capace di prestazioni incredibili – come Sinner sa bene per averci perso – ma ha mostrato anche qualche problema di continuità nelle prestazioni, al di là del suo indiscusso talento. Nole Djokovic (tornato n.1 senza giocare, per 20 punti) è praticamente assente sui campi dalle Atp Finals di Torino di novembre scorso. Ritorna in campo è vero nel torneo monegasco dove risiede, ma chissà in quali condizioni.

Ufficialmente non ha problemi fisici, ma è difficile pensare ad Alexander Zverev (n.3) come il favorito visti i problemi di gestione della rabbia mostrati nella stagione del cemento americano. Per giunta contro la sedia di un arbitro italiano alla fine di un match di doppio! L’anno scorso vinse il Mille di Madrid in finale proprio contro Matteo Berrettini – peccato quella superficie veloce sembra la migliore tra le terre battute per Matteo – poi in estate con la vittoria olimpica è apparso imbattibile.

La classifica maschile: chi può incalzare da sotto Matteo Berrettini?

Matteo Berrettini ha al momento 4.945 punti e come detto la “cambiale” di Madrid sulla terra. Dietro staccati ci sono quelli che stanno un po’ meglio fisicamente e di questa situazione potrebbero approfittare. N.7 il norvegese Casper Ruud, finalista a Miami, solido, terraiolo e che non regala nulla. Deve difendere le buone prestazioni del 2021, ma sempre meno di Rublev (scivolato alla casella 8). Meno favoriti sulla terra rossa il n.9 Auger-Aliassime e il n.10 Norrie. Ma almeno loro in campo scenderanno. E poi c’è la certezza a cui fare attenzione. Carlos Alcaraz.

18 anni (nato il 3 maggio, e ci sta che a Roma gli si debba preparare una bella torta!) – una solidità invidiabile, colpi che farebbe onore a Truffaut (se proprio ne volete uno debole, scegliete il servizio). Paga all’inizio quel pochino di tensione e inesperienza nel gestire i primi 3 giochi, alle brutte il primo set. Ma poi il toro vede rosso e sarà complicatissimo per tutti quelli che sono sopra di lui – casella n.11 – perché non è uno a cui piace stare dietro a remare. E talento lo spagnolo che raccoglie lo scettro di Re Nadal ne ha molto più di quanto ne aveva chi siede sul trono alla sua età. Per gli esiti dipende da tanti fattori che hanno fatto di Nadal, il mito.

Carlitos ha scalzato Jannik Sinner n.12 e la sua fase di crescita – anche se è più vecchio di due anni – sperando che le vesciche siano curate al meglio e il cambiamento di allenatore che sta gestendo porti i frutti che spera. Intanto Riccardo Piatti ha accolto a Bordighera Emma Raducanu, che dopo lo slam vinto lo scorso anno, anche lei si era un po’ persa. Ancora un anno complicato anche questo 2022 in cui si è ritirata Ashley Barty da vincitrice del major australiano e n.1. Non resta che augurare a tutti una pronta guarigione per rivederli sul campo; ma su tutti il nostro è un po’ più caloroso l’augurio per i nostri portacolori e per Matteo Berrettini in vista della stagione sull’erba, in cui vorremmo risentirlo urlare e mostrare il pugno.

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