Le forniture di armi e munizioni all’Ucraina rischiano di portare a un conflitto fra Russia e Stati Uniti. Lo sostiene l’ambasciatore di Mosca negli Usa, Anatoly Antonov, in un’intervista a Newsweek.
Secondo Antonov, l’Occidente, nel fornire armamenti a Kiev, non farebbe altro che causare “ulteriore spargimento di sangue“. Si tratta per la Russia di azioni “pericolose e provocatorie” che possono portare “gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla via del confronto militare diretto“. Secondo Antonov, Mosca “fa tutto il possibile per evitare vittime civili e danni all’infrastruttura dell’Ucraina“. Una frase in palese contrasto con le immagini di violenze sui civili e deliberata distruzione di infrastrutture non militari da parte della Russia in Ucraina.
La strage di Kramatorsk
A Kramatorsk, nella parte del Donbass ancora sotto controllo ucraino, i missili hanno colpito ieri 8 aprile le banchine piene di civili in attesa dei treni per fuggire. Il bilancio è di almeno 50 morti, tra cui 10 bambini, e oltre 100 feriti. Come riporta Gianluca Mercuri online sul Corriere della Sera, anche su questa strage si è scatenato il duello delle due opposte versioni.
I russi dicono che quel tipo di razzo, un Tochka-U terra-terra, “è usato solo dalle forze ucraine“. Il Pentagono invece è certo che a spararlo sia stata l’artiglieria di Mosca. L’Ucraina ha precisato che il missile conteneva munizioni a grappolo. Si tratta di armi estremamente pericolose, ufficialmente vietate dal 2010 grazie a un’apposita Convenzione delle Nazioni Unite. Le bombe, o munizioni a grappolo, sganciate da velivoli ma anche da lanciarazzi a terra, esplodono in aria seminando proiettili letali su un ampio raggio.
Ucraina, rifornimento di atropina
Sul terreno di guerra l’Ucraina si prepara al peggio. Ovvero a un attacco russo con armi chimiche. L’organizzazione umanitaria Direct Relief ha fatto sapere di aver risposto a una richiesta del ministero della Salute di Kiev per 220.000 fiale di un farmaco, l’atropina, che può essere utilizzato per attenuare gli effetti di armi chimiche. Lo riporta il Wall Street Journal. “Direct Relief sta inviando questo farmaco nella speranza che non si verifichi mai un attacco che ne richieda l’uso“, ha detto Alycia Clark, esponente dell’organizzazione. Nel 2017, si legge, Direct Relief aveva fatto lo stesso per gli operatori sanitari in Siria. Sono 10, intanto, i corridoi umanitari “concordati” per oggi 9 aprile in Ucraina. Obiettivo: l’evacuazione di quanti più civili possibile dalle regioni assediate, e in modo particolare dalla città martire di Mariupol. Lo ha reso noto la vice premier Iryna Vereshchuk.
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