Nuovi orrori emergono nelle città dalle quali i russi si sono ritirati come a Makariv, poco a ovest di Kiev. Ci sarebbero oltre cento morti, molti dei quali spietatamente torturati. Sabato 9 aprile i soccorritori hanno trovato corpi di persone brutalmente seviziate e assassinate, ha scritto in un Tweet il ministero della Difesa ucraino.
Il Governo di Kiev definisce il macabro ritrovamento di Makariv “un nuovo, mostruoso crimine di guerra“. La città, dice il ministero della Difesa, è distrutta per metà. Da Makariv, cittadina di circa 10mila abitanti, il sindaco Vadano Tokar, ha riferito all’inviato dell’agenzia di stampa Ansa che “il bilancio è salito a 133 morti“. “Ci sono state diverse torture, con cadaveri rinvenuti con le mani legate, e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata.” Tokar è un avvocato e dall’inizio della guerra veste una divisa militare.
Makariv, le testimonianze degli abitanti
“In alcune case i militari russi hanno lanciato le granate nei rifugi, perché non volevano ci nascondessimo“, hanno raccontato alcuni abitanti di Makariv. Altri hanno anche riferito di “spari alle auto in strada dagli elicotteri dell’esercito russo“. “I gruppi di militari si alternavano – spiegano ancora gli abitanti – e gli stessi soldati ci dissero di scappare perché sarebbero arrivati gli ‘udmurt‘ e i ‘buryat‘“. Si tratta dei miliziani provenienti dalle zone dell’estremo oriente russo, da cui proviene anche la brigata a cui si attribuiscono i massacri di Bucha.
Si aggrava intanto il bilancio delle vittime civili di Bucha. “Secondo le autorità cittadine, risultano al momento complessivamente 360 civili uccisi, compresi almeno 10 bambini“, scrive la Commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova su Telegram. A Bucha i russi avrebbero creato una ‘camera delle torture‘, secondo i sopravvissuti. “Lì c’era il quartier generale di Kadyrov” (il leader ceceno), scrive Denisova, aggiungendo particolari raccapriccianti su torture inflitte agli adulti come ai bambini.
Zelensky: “Indagine su attacco Kramatorsk“
E accanto a quanto scoperto a Makariv, negli occhi di tutti c’è ancora la strage di Kramatorsk, nel Donbass ucraino, dell’8 aprile. “Come il massacro di Bucha, come tanti altri crimini di guerra russi, si deve inserire l’attacco a Kramatorsk tra le accuse che saranno portate in tribunale” ha dichiarato il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. “Tutti gli sforzi del mondo dovranno essere diretti a ricostruire ogni minuto” ha sottolineato. “Chi ha fatto cosa, da dove sono arrivati i razzi, chi li ha portati, chi ha dato l’ordine e come l’attacco è stato organizzato. La responsabilità è inevitabile“.
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