In occasione dell’Udienza Generale del mercoledì di Settimana Santa, Papa Francesco parla della pace come unica via per allontanare la guerra; ogni conflitto, è definito dal Santo Padre, un “oltraggio” e un “tradimento blasfemo del Signore della Pasqua“. E durante la catechesi il Pontefice ricorda le vere ‘armi’ del Vangelo che nulla hanno a vedere con la forza. 

Durante l’Udienza Generale di mercoledì 13 aprile, Papa Francesco ritorna ancora a lanciare il suo appello per la pace nel mondo e contro la guerra. Anche nella catechesi della Settimana Santa, che precede la Pasqua, il Pontefice non dimentica di rivolgere il suo pensiero all’Ucraina e all’atrocità del conflitto armato.

E in riferimento alle armi, il Santo Padre ricorda che la pace di Gesù non è mai una pace armata; essa non si serve della forza. Ed è per questo che Papa Francesco definisce la guerra: “Un’azione umana per portare all’idolatria del potere“.

La catechesi di Papa Francesco

Quella di mercoledì 13 aprile è l’Udienza Generale che s’inserisce nella Settimana Santa; il periodo quaresimale immediatamente precedente alla Pasqua in cui si riflette sulla Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo. E ricordando questo momento, così fortemente sentito dal punto di vista spirituale, Papa Francesco introduce il concetto di pace contenuto negli insegnamenti del Signore; concetto che oggi echeggia in maniera ancora più imponente, in un tempo afflitto dalla guerra.

Come spiega il Santo Padre, Gesù intende capovolgere gli schemi umani di forza e violenza e vuole portare la pace con amore, perdono e tenerezza. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore“; una pace che non s’impone attraverso atti di conquista e che inevitabilmente riconduce all’attuale situazione in Ucraina, alla quale Papa Francesco non dimentica di fare continuo riferimento. Tornado a riflettere sull’atrocità della guerra nell’Est dell’Europa il Pontefice chiede ancora di deporre le armi della violenza.

La pace non è frutto di compromessi

Facendo riferimento al periodo pasquale e all’inizio della Settimana Santa nella Domenica delle Palme, il Pontefice ricorda come Gesù arrivando a Gerusalemme era stato accolto come un Messia che porta la pace; ma quella del Signore è una pace diversa, non è quella di un re potente, ma è mite. Una pace che entra nella città sul dorso di un asino. “La pace che Gesù ci dà a Pasqua – spiega Papa Francesco – non è la pace che segue le strategie del mondo, il quale crede di ottenerla attraverso la forza, con le conquiste e con varie forme di imposizione“.

Come prosegue ancora il Pontefice: “Questa pace, in realtà, è solo un intervallo tra le guerre. Lo sappiamo bene. La pace del Signore segue la via della mitezza e della croce: è farsi carico degli altri (…) . La sua pace non è frutto di qualche compromesso, ma nasce dal dono di sé. Questa pace mite e coraggiosa, però, è difficile da accogliere“.

Le armi della pace

E proprio attraverso la sua esperienza prima della morte in Croce, Gesù dimostra come sia facile passare dagli “Osanna” al “Crocifiggilo“; e per spiegare questo Papa Francesco usa le parole di Dostoevskij ne la Leggenda del Grande Inquisitore, Gesù: “Avrebbe potuto stabilire la pace nel mondo, piegando il cuore libero ma precario dell’uomo in forza di un potere superiore, ma non ha voluto: ha rispettato la nostra libertà“. E qui torna un riferimento, praticamente obbligato, alla guerra in Ucraina; Papa Francesco, infatti, spiega quanto sia impossibile portare la pace con le armi. Le uniche armi consentite da Gesù sono preghiera, amore, tenerezza e perdono; di conseguenza, come ribadisce il Pontefice: “L’aggressione armata di questi giorni, come ogni guerra, rappresenta un oltraggio a Dio, un tradimento blasfemo del Signore della Pasqua“.

La guerra fatta dagli uomini è solo un mezzo per idolatrare il potere; ma come afferma ancora il Santo Padre: “Il potere del mondo porta distruzione e morte“. E prima di concludere Papa Francesco ricorda come il termine Pasqua significhi “passaggio” che, in questo contesto deve rappresentare il passaggio fondamentale e obbligato dalla guerra alla pace. “Fratelli e sorelle, mettiamoci davanti al Crocifisso, sorgente della nostra pace, e chiediamogli la pace del cuore e la pace nel mondo“.

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