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Ucraina, il giallo dell’incrociatore russo nel Mar Nero. Dagli Usa altre armi a Kiev

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Nessun segnale di pace, o quanto meno di cessate il fuoco, in Ucraina. Anzi, a fronte dell’intensificarsi dell’offensiva russa nel Donbass, il presidente americano, Joe Biden, annuncia a Volodymyr Zelensky l’invio di altri 800 milioni di dollari di nuove armi.

Bucha, Mariuopol, Kramatorsk sono tutti esempi di violazioni dei diritti umani da parte della Russia in Ucraina“, ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. E lo ha affermato in relazione all’accusa di Joe Biden che Putin stia compiendo un genocidio. “Il presidente parlava basandosi su ciò che ha visto, sulle atrocità compiute da Mosca“. Nel nuovo pacchetto di armi Usa all’Ucraina ci sono anche dispositivi di protezione individuale contro armi chimiche. Nella lista figurano anche elicotteri Mi-17 e obici. L’invio di mezzi di protezione contro armi chimiche si basa, ha ribadito il Pentagono, “sulle preoccupazioni che abbiamo da tempo che Mosca possa usare armi chimiche“.

Biden presidente UsaBiden presidente Usa
Il presidente Usa, Joe Biden

Macron e l'”escalation di parole

Una posizione, quella di Washington, che ha provocato l’irritazione di Pechino e Mosca. Mentre da Parigi il presidente Emmanuel Macron mette in dubbio l’utilità di una “escalation di parole” per porre fine alla guerra. Di parere diverso, invece, il premier canadese Justin Trudeau, che per la prima volta evoca il “genocidio” in Ucraina. “Questa non è una guerra, è terrorismo” ha infine sottolineato il presidente polacco Andrzej Duda in visita a Kiev il 13 aprile. Intanto l’amministrazione statunitense, riporta il New York Times, starebbe valutando l’invio nella capitale ucraina di una figura di alto profilo.

Ucraina, in arrivo funzionari Usa

Non Joe Biden o Kamala Harris poiché per garantire la loro sicurezza dovrebbe essere dispiegato un dispositivo enorme. Incompatibile con il teatro di guerra. Ma più probabilmente un ministro del governo o un alto funzionario militare. Nessuna decisione, comunque, c’è ancora. In passato, anzi, l’amministrazione americana annunciava le visite di funzionari in zone di guerra solo dopo il loro arrivo nel paese o addirittura alla partenza.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, 44 anni

Nel suo discorso quotidiano, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che “o la leadership russa cercherà la pace, o come risultato di questa guerra, la Russia lascerà per sempre la scena internazionale“. Un conflitto che oltre che sul terreno si combatte a suon di parole e anche di propaganda mediatica internazionale. Dopo che i separatisti filo-russi avevano rivendicato il “totale controllo” del porto di Mariuopol, negato da Kiev, la Russia ha dipinto un nemico ormai alle corde, piegato e sempre più demoralizzato. Al punto che 1.026 militari ucraini si sarebbero arresi, tra cui 162 ufficiali e 47 soldatesse. E ancora una volta, Kiev ha smentito che abbiano ceduto. Anzi, per Zelensky è la stessa Mosca a nutrire dubbi sulla sua capacità di spezzare l’Ucraina. Ed è di oggi 14 aprile la notizia non confermata che un missile ucraino avrebbe colpito la nave ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero. Si tratta dell’incrociatore missilistico Moskva. Secondo la Russia, invece, la nave ha subito gravi danneggiamenti a causa di “dell’esplosione di munizioni a bordo“.

La nave Moskva, ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero

LEGGI ANCHE: Udienza Generale 13 aprile, Papa Francesco: “Ogni guerra è un tradimento blasfemo”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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