La riforma del catasto si farà ma non porterà, almeno in un primo momento, a nuove tasse. All’archivio degli immobili italiani serve un aggiornamento e più trasparenza, questo però non significa un automatico aumento dell’imposizione fiscale, già molto alta nel nostro Paese.

È il doppio punto fermo del Governo sulla delega fiscale. Il premier Mario Draghi prova in questo modo a rassicurare il Centrodestra che lo sostiene. E implicitamente blinda il suo posto a Palazzo Chigi. Nessun ‘trasloco’ anticipato, fa intendere, perché non è stanco. Il suo impegno continuerà a essere “al massimo, facendo tutto quello che è nelle mie facoltà” fino alla fine della legislatura.

Nel faccia a faccia del 13 aprile chiesto da Lega e Forza Italia, dunque, l’ex banchiere centrale conferma la linea sul nuovo catasto, che tanto agita Lega e Forza Italia. Non lo cancella, ma nemmeno alza un muro. Anzi, mette al lavoro i tecnici del ministero dell’Economia per correggere il testo insieme ai partiti. Prossima verifica: dopo Pasqua. Tanto basta a Matteo Salvini e Antonio Tajani per mostrarsi fiduciosi, a fine incontro.

Salvini: “Non voglio far cadere il Governo

Non voglio far cadere il governo, anche se su alcuni temi è deludente, e mi riferisco per esempio agli sbarchi“. Dice così al Corriere della Sera Matteo Salvini, all’indomani dell’incontro del Centrodestra con Draghi sulla delega fiscale. E ribadisce la necessità di non aumentare le tasse. Sul catasto chiarisce: “Un conto è far emergere il sommerso. Un altro applicare i valori di mercato agli estimi che farebbero scattare gli aumenti“. Salvini confida si possano riaprire i termini della rottamazione ter e fare una quater per gli anni 2019 e 2020. “Vorrei pace fiscale sulle cartelle, e avremmo due finanziarie coperte“. E si dice pronto a lavorare anche a Pasqua e pasquetta per gli italiani.

Tajani su catasto e voto di fiducia

Positivo pure il numero due di Forza Italia, Antonio Tajani. Il quale sorride all’eventualità del voto di fiducia, perché “se si trova l’accordo, non serve“. Un’ipotesi, quella del voto di fiducia al Governo sulla riforma del catasto e sulla delega fiscale che in realtà aleggia ancora sul provvedimento. Giovedì scorso il dibattito sul tema tasse e catasto ha trasformato la commissione Finanze della Camera in un ring.

Fino allo stop forzato e in attesa dell’approdo in Aula, con una tempistica ancora da definire. Il vertice chiarificatore però sembra aver riportato il sereno. Non a caso Carlo Calenda liquida il colloquio come “teatro, non politica” con “proclami e minaccia di non voto a fronte di un rischio inesistente“. Giorgia Meloni sminuisce: “Da Draghi solo parole“.

A destra, Antonio Tajani. Foto Twitter @Antonio_Tajani

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