I Cinefanatici – gli horror di Pasqua: 5 titoli da brividi da recuperare
Tra leggende metropolitane e conigli pasquali poco raccomandabili, ecco alcuni film da recuperare
Il weekend di Pasqua è giunto. Abbiamo dunque scelto di raccogliere alcuni titoli ad hoc per i fan del cinema horror. Premettiamo che l’incontro tra il proverbiale coniglio pasquale e l’universo del macabro non abbia generato sempre prodotti qualitativamente rilevanti. Ma l’intrattenimento è assicurato.
Il connubio tra sacro e profano ha avuto terreno fertile nel mondo del cinema horror, dando luogo a dei veri e propri cult. Black Christmas – Un Natale rosso sangue del 1974 è, in tal senso, un precursore del genere horror a tema festivo, avendo all’attivo inoltre ben due remake (distribuiti rispettivamente nel 2006 e nel 2019). Se dunque il binomio Natale-horror è stato particolarmente proficuo, in termini qualitativi, non si può dire altrettanto (non sempre, almeno) per i film dell’orrore a tema Pasqua.
Ciononostante, degli esperimenti sono stati fatti, ribaltando in particolare la figura del delizioso coniglietto pasquale. Se nella tradizione – principalmente statunitense – è un’amabile creatura che lascia doni per i bambini, nel mondo horror diventa uno spietato serial killer, con un’irrefrenabile sete di sangue e ben più inquietante del Frank di Donnie Darko (che è un caso a sé). Di seguito, dunque, i cinque titoli che ne hanno rielaborato la figura in maniera più creativa.
Gli horror di Pasqua: partiamo da Holidays (2016)
Iniziamo questo viaggio negli horror a tema Pasqua con Holidays. Uscito nel 2016, si tratta di un film collettivo, costituito da otto episodi ciascuno dei quali è incentrato, come il titolo sottende, su una particolare festività. Tra queste, ovviamente, trova spazio anche il giorno di Pasqua, per l’appunto, che trova spazio in ordine cronologico nel terzo episodio. Il tutto è vissuto attraverso il punto di vista di una giovane protagonista. Una bambina, terrorizzata dall’idea che il coniglio pasquale stia per far visita a casa sua, rimarrà in camera, sotto consiglio della madre. Ciononostante, colta dalla sete, deciderà di sgattaiolare in cucina, dove beccherà una mostruosa creatura, a metà strada tra un Gesù crocifisso e un coniglietto dall’aspetto sinistro.
Easter Bunny, Kill! Kill! (2006)
Già solo per il richiamo palese al cult Faster, Pussycat! Kill! Kill! di Russ Meyer, amato da registi del calibro di John Waters e Quentin Tarantino, meriterebbe di essere visto. La trama di Easter Bunny, Kill! Kill! si riassume in poche, semplici ed inequivocabili parole: un serial killer con una maschera da coniglio inizia a seminare terrore, cercando di soddisfare la sua sete di sangue. Sono diversi elementi disturbanti, presenti all’interno della pellicola, a renderla un gioiellino del trash. Tra abuso di stupefacenti, turpiloquio, personaggi dalla moralità discutibile (a partire dallo stesso coniglietto pasquale), contribuirà a rendere il giorno di Pasqua decisamente insolito.
Resurrection (1999)
Nessun coniglio pasquale in questa pellicola del 1999. Resurrection, infatti, affonda le sue radici più nella tradizione cattolica, spostando l’attenzione sulla figura di Gesù, che non sulla proverbiale figura del coniglietto. Di mezzo, tuttavia, c’è sempre un serial killer. Per la regia di Russell Mulcahy e con lo stesso Christopher Lambert, il film vede inoltre nel cast niente di meno che David Cronenberg. La storia è una sorta di Seven di David Fincher in versione pasquale: la città di Chicago è sotto scacco di uno spietato omicida, che sottrae parti anatomiche per ricostruire il corpo di Cristo. Macabro il giusto, per chi apprezza il genere, senza cadere eccessivamente nello splatter. Per chiunque volesse recuperarlo, inoltre, è disponibile in streaming su Prime Video, per dare un sapore diverso al giorno di Pasqua.
Per una Pasqua diversa: Bunnyman (2011)
Scabroso, splatter e al limite del citazionismo più sfrontato, Bunnyman è decisamente da recuperare per gli amanti del genere grottesco. La pellicola trae origine da una delle leggende metropolitane più famose proveniente dagli States, precisamente dalla Virginia. Ne esistono diverse versioni, che tuttavia a grandi linee sembrano concordare sulla dinamica principale: nel 1904, durante il trasferimento dei detenuti di un manicomio criminale, l’autobus adibito ha avuto un incidente. Di molti di loro si è persa traccia, mentre in quei luoghi, nei giorni successivi, sono stati trovati corpi di conigli privi di vita. Solo successivamente, il corpo di uno dei detenuti, tale Marcus Wallste, è stato trovato impiccato presso il ponte Colchester Overpass, incolpando del gesto un certo Bunny Man. Da allora, strani avvistamenti hanno tormentato la zona, che di lì in poi ha preso il nome di Bunny Man Bridge.
Lontana dall’aria misterica e artefatta, Bunnyman è uno splatter senza grandi pretese, con un villain che ibrida il cliché del coniglietto pasquale horror con figure archetipiche del genere, in particolare il Leatherface di Non aprite quella porta. Nel film, un pazzo vestito da coniglio gigante che brandisce una motosega vuole sfogare la propria furia omicida su un gruppo di giovani e ignari ragazzi.
Rabbits (2002)
I primi anni Duemila sembrano aver fatto ampio ricorso alla figura del coniglio. Il già citato Donnie Darko (2001) di Richard Kelly, con un giovane Jake Gyllenhaal alle prese con un coniglio gigante (e l’imminente fine del mondo) e Rabbits del Maestro David Lynch ne sono solo alcuni tra gli esempi. Sebbene quest’ultimo titolo si discosti dalla nozione comunemente intesa di horror – declinata con le pellicole precedenti – conferisce una sensazione di straniamento, come d’altronde solo Lynch riesce a fare. Si tratta di un insieme di sette cortometraggi, della durata di sei minuti ciascuno, che traccia le vicende di tre conigli antropomorfi, chiusi in un ambiente angusto, illuminato da due lampade da terra. Il silenzio talvolta spiazzante, le risate del pubblico che partono improvvisamente, l’atmosfera oscura e noir e, soprattutto, l’aspetto ambiguo dei tre conigli creano un insieme unico e inquietante. Insomma, un’ulteriore declinazione del coniglio pasquale.
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