Due anni di mascherina, come sta la nostra pelle? Da un lato spesso abbiamo potuto vivere ‘indisturbate’ senza troppo trucco. Ci hanno protetto in parte anche dai raggi ultravioletti e dallo smog. Dall’altro hanno creato non pochi disturbi alle epidermidi più sensibili e delicate.
Ora che è giunto finalmente il momento di ‘levarci la maschera’, abbiamo interpellato la dottoressa Francesca Palamara, medico chirurgo dermatologo, esperta in medicina estetica. Le abbiamo chiesto preziosi consigli su come curare la nostra pelle post mascherine chirurgiche e renderla ancora più bella e luminosa.
Intervista esclusiva a VelvetMAG della dott.ssa Francesca Palamara
Dottoressa Palamara, dopo tanto tempo, la pelle torna a respirare, cosa ha comportato per l’epidermide, l’uso costante della mascherina chirurgica?
Le mascherine, che hanno coperto i nostri volti in questi lunghissimi mesi, hanno determinato un doppio effetto. Da una parte i materiali sintetici di cui sono costituite, insieme al mix di coloranti, conservanti, igienizzanti e collanti, hanno determinato un aumento significativo di dermatiti, eczemi e irritazioni. Ciò è accaduto anche in soggetti che non avevano avuto mai particolari problemi dermatologici sul volto. Dall’altra, non hanno fatto che peggiorare condizioni dermatologiche preesistenti, come acne, dermatite atopica, dermatite seborroica, rosacea, psoriasi e tante altre patologie che affliggono la pelle.
Come possiamo proteggere ora la nostra pelle, che è più fragile e vulnerabile?
Liberandosi gradualmente di questo antipatico, ma utilissimo presidio chirurgico, vista anche la concomitanza dell’arrivo della bella stagione. Sarà molto importante idratare quotidianamente la pelle con prodotti di elevata qualità. Poi è necessario proteggere quotidianamente la cute del viso dall’azione dei raggi ultravioletti. Bisogna prediligere fattori di protezione tra i 30 e i 50, anche se non ci si reca al mare e non ci si espone direttamente alla luce del sole.
Come si fa a scegliere un prodotto buono e adatto alla propria pelle, se non si è esperti di creme? Recandosi dal proprio medico dermatologo che effettuerà un esame della pelle e saprà consigliare il prodotto giusto. Poi è importante imparare leggere e decodificare l’INCI, ovvero l’elenco dei componenti dei prodotti che utilizziamo quotidianamente. così possiamo eliminare quelli che contengono elementi chimici aggressivi ed eccipienti che possono danneggiare l’epidermide.
Eczemi, pruriti e arrossamenti da mascherina passeranno spontaneamente oppure è opportuno intervenire?
Ovviamente dipende della condizione individuale e dalla gravità del problema che andrà valutato dal proprio dermatologo di fiducia, per poter intraprendere così un percorso terapeutico ad hoc, piuttosto che affidarsi al fai da te o alle notizie lette su Internet, che non fanno altro che peggiorare la situazione di partenza.
E’ possibile che la mascherina, ottundendo i pori, possa avere creato la formazione di punti neri sul naso e sul mento? E in questo caso come si eliminano?
Si, è assolutamente possibile. La pelle ‘traspira’ più che ‘respirare’ e, soprattutto, produce il sebo, che serve a costituire assieme alla componente idrofila (NMF), il cosiddetto film idrolipidico, un sottile strato che protegge la pelle da tutti gli insulti provenienti dall’ambiente esterno. Il ristagno di sebo, sudore, vapore acqueo, batteri e microrganismi sulla pelle, a causa della mascherina, possono assolutamente aumentare l’incarceramento di tali sostanze a livello dei pori e favorire la formazione di punti neri e comedoni. Una accurata pulizia del viso e l’uso di scrub, sia fisici che chimici, può aiutare a risolvere questo problema.
La pelle appare anche più spenta, possiamo renderla più luminosa?
Ci sono diversi trattamenti che possono aiutare a rendere la pelle più luminosa. A casa si possono applicare maschere idratanti e illuminanti oltre, ovviamente, ad eseguire una skin care quotidiana a base di detergenti, idratanti e creme ristrutturanti scelte in base ad età, grado di secchezza e sensibilità individuale. In studio, dal proprio medico, ci si può avvalere di tecnologie all’avanguardia come laser, luce pulsata e peeling chimici di ultima generazione.
Può dirci la differenza tra questi trattamenti e quale è più indicato per questo periodo?
Il tema è molto ampio. La differenza tra laser e luce pulsata è solo una: il tipo di luce utilizzata. Il laser, infatti, emette un’unica lunghezza d’onda, mentre la luce pulsata ne emette molteplici. Nella pratica, la luce pulsata e i differenti tipi di laser, possono essere impiegati per gli stessi tipi di inestetismi, dando risultati sovrapponibili. Solo in alcuni casi, come foto ringiovanimento, lentigo solari, acne, rosacea, lesioni vascolari, mentre in altri casi, saranno più efficaci laser specifici, come il Q-switch per i tatuaggi, o il CO2 per un lifting non chirurgico piuttosto profondo, gli esiti cicatriziali o le smagliature, che riescono ad arrivare laddove la luce pulsata non può. In ogni caso sarà lo specialista a dare la giusta indicazione, valutando durante la visita diversi parametri.
Sono trattamenti dolorosi? Il recupero della pelle è immediato?
Sono trattamenti assolutamente tollerabili. La luce pulsata, è leggermente meno dolorosa, così come più agevole è la gestione dei giorni successivi al trattamento, con un ritorno immediato alle attività quotidiane. Quando ci si sottopone ad un trattamento con un laser, che va più in profondità, è consigliato riposo e la cura delle piccole croste, che naturalmente, dopo qualche giorno cadranno. I peeling chimici, invece, sfruttano le caratteristiche di acidi più o meno forti, che hanno la capacità di penetrare il derma e determinare una esfoliazione profonda, dall’inglese to peel che significa proprio spellare, con effetto di rigenerazione della cute.
A seconda delle caratteristiche chimiche dell’acido utilizzato e della sua “potenza”, le indicazioni vanno dal fotoaging, all’acne, alle iperpigmentazioni. Fino a qualche anno fa i peeling potevano essere effettuati solo durante la stagione invernale con assoluto divieto di esposizione solare. Oggi, le nuove tecnologie e le esigenze delle pazienti, hanno permesso di produrre peeling straordinariamente efficaci, ma al tempo stesso poco irritanti e soprattutto non foto sensibilizzanti, che possono quindi essere eseguiti senza alcun rischio anche d’estate.
A che età ci si può sottoporre a questi trattamenti?
Con buon senso da parte del medico, non c’è un limite di età. Si pensi ad esempio al trattamento di angiomi congeniti cavernosi, che possono essere trattati già in tenera età, oppure all’acne giovanile, che può colpire i ragazzi già a partire dagli 11-12 anni e che può giovare di trattamenti di laser, luce o peeling. Lo stesso vale per l’epilazione definitiva, che si può effettuare sia con l’una che con l’altra tecnologia, vi sono ragazze anche molto giovani, che soffrono molto per un eccesso di peluria, sul viso e sul corpo e un trattamento simile, oltre che sul piano estetico, giova molto anche a livello psicologico.
Tra le sue pazienti vi sono anche gli uomini che richiedono questi trattamenti?
Ultimamente, la richiesta di trattamenti di foto ringiovanimento, per eliminare discromie, piccole rughe e uniformare il colorito, sta vertiginosamente crescendo, perché finalmente le donne, ma anche moltissimi uomini, hanno capito che una pelle sana, luminosa e priva di imperfezioni, macchie e rossori, regala un aspetto più giovane e fresco, senza la necessità di dover ricorrere a trattamenti più invasivi.
Anche sulle labbra sono aumentate screpolature e piccole fissurazioni; si può rimediare idratandole con delle ‘ricette casalinghe’?
Esatto, anche per le labbra, così come per la cute del viso, è necessario garantire una buona idratazione quotidiana con prodotti specifici, come quelli ad effetto “barriera”, a base di burri vegetali, di karité, di cacao, di murumuru, di cupuaçu; come gli oli di mandorle dolci, di avocado, di germe di grano, di borragine, di oliva, di lino, di ricino. Poi ci sono le cere: liquida di jojoba e d’api. Inoltre, è consigliato effettuare uno scrub leggero in caso di labbra secche e screpolate; procedere al demaquillage con acqua micellare o latte detergente per eliminare tutti i residui di make-up, garantendo una igiene profonda. Importantissimo, per la salute e la bellezza delle lebbra è utilizzare solo rossetti o lucida labbra di elevata qualità.
Quali sono gli ultimi trend in fatto di filler labbra, per scongiurare le labbra a canotto ed ottenere un risultato naturale?
Fortunatamente il trend sta virando, dall’eccesso registrato negli ultimi anni, a dei volumi più naturali. È incrementata infatti la richiesta di trattamenti con Ialuronidasi, enzima in grado di dissolvere l’acido ialuronico, per eliminare l’eccesso di filler e poter ridisegnare le labbra con tecniche diverse e quantità di acido ialuronico inferiori. Personalmente, eseguo il trattamento di filler alle labbra con tecnica russa, che garantisce il posizionamento del filler sulla mucosa e riduce drasticamente la possibilità del filler di migrare sulla parte bianca del labbro, evitando quel terribile effetto “a becco”, che troppo spesso si vede ancora in giro.
Ogni quanto tempo bisogna ritoccare?
I filler hanno una durata variabile tra i 6 e i 12 mesi, durata che aumenta, se i ritocchi vengono effettuati prima che il riassorbimento sia completo.
Anche il naso ha subito delle costrizioni. Come si può rimediare senza ricorrere al bisturi?
Con il rinofiller, ovvero una rinoplastica non chirurgica, che permette di migliorare la forma del naso attraverso gli stessi materiali di riempimento che si utilizzano per la ridefinizione dei volumi del volto, il trattamento delle rughe e dei solchi, il rimpolpamento delle labbra. Il rinofiller è consigliato nel caso di piccoli difetti estetici, come quelli della punta e del dorso del naso, si può quindi sollevare una punta all’ingiù, o livellare una gobba troppo pronunciata. Il filler dermico va a riempire le aree irregolari, con il risultato di correggere l’inestetismo in pochi minuti e senza necessità di un tempo di convalescenza. Ovviamente, la correzione del naso non chirurgica modifica solamente un difetto estetico e non corregge, per esempio, una difficoltà respiratoria o una deviazione del setto nasale per le quali, invece, occorre l’intervento chirurgico.
Come si spiega dottoressa Palamara, che molti, specie i più giovani, considerino la mascherina parte del volto?
Questo è un punto assai delicato. A mio avviso, innanzitutto perché molti giovani – compresi i miei figli, Gaia e Filippo – hanno vissuto questa pandemia con più consapevolezza e “giudizio” di quanto si possa pensare. Per loro la mascherina ha rappresentato una vera e propria arma di difesa. Abbandonarla, quindi, li fa sentire più vulnerabili e non sarà facile ricominciare a vivere senza. In seconda battuta, molte delle patologie cutanee del volto, sono appannaggio dei giovani, prima fra tutte l’acne giovanile e dunque l’uso della mascherina, a dispetto di tutto quello che abbiamo detto finora, per una buona fetta di “giovani acneici” ha rappresentato un fantastico filtro con il resto del mondo, nascondendo un inestetismo che spesso genera nei ragazzi un senso di inadeguatezza, di vergogna e di insicurezza. Molti dei miei giovani pazienti infatti vivono con non poca ansia l’abbandono della mascherina! Per questo esistiamo noi dermatologi!
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