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Ucraina, i russi: “Presa Mariupol”. Biden: “Non ci sono prove”

Mosca impone sanzioni alla vicepresidente Usa, Kamala Harris, e al fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg

Mentre Putin annuncia lo stop dell’assalto all’acciaieria Azovstal di Mariupol continuano a emergere in tutta l’Ucraina le testimonianze delle violenze che la popolazione civile subisce dall’inizio dell’invasione russa. Mosca ha imposto sanzioni contro 29 funzionari, imprenditori e giornalisti Usa, tra cui la vicepresidente Kamala Harris e il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg.

Nuove notizie di stragi e fosse comuni arrivano dalla regione di Kiev, ma anche dalla città martire di Mariupol. La quale sarebbe sotto il controllo russo. Lo ha comunicato il ministro della Difesa della Russia, Sergej Shoigu. Vladimir Putin ha affermato che tutti coloro che si arrendono ai soldati russi avranno salva la vita. Joe Biden però ha messo in discussione che Mariupol sia caduta completamente in mani russe: “Non ci sono prove“, ha detto.

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Putin col ministro della Difesa, Shoigu

Mariupol, difficile evacuare i civili

I nostri cittadini hanno riferito che oggi a Mangush, vicino Mariupol, i soldati russi hanno scavato una fossa comune di 30 metri e portato dei corpi con i camion“. Lo ha reso noto il sindaco di Mariupol, Vadim Boychenko, citato dall’Agenzia Unian. Nessun autobus, ha detto inoltre il sindaco, è riuscito ad arrivare oggi 21 aprile nella città portuale sul Mare d’Azov per evacuare civili. Circa 200 persone sono rimaste in attesa, l’imbarco era previsto intorno alle 14 locali (le 13 in Italia). Le persone evacuate ieri 20 aprile sono state 80, ha aggiunto il sindaco. Tre bus scolastici partiti dalla città ucraina, con a bordo diverse donne e bambini, sono giunti questo pomeriggio a Zaporizhzhia, dopo aver trascorso la notte a Berdyansk.

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Irpin, regione di Kiev. David Guttenfelder per il New York Times. Foto Twitter @dguttenfelder

Kiev, “oltre mille negli obitori

Negli obitori della regione di Kiev si trovano attualmente i corpi di oltre mille civili. Lo ha indicato all’Afp (Agence france presse) un responsabile ucraino. “Sono 1.020 i corpi dei civili” negli obitori della regione di Kiev, ha detto la vicepremier Olga Stefanichyna parlando dalla città di Borodyanka. Da parte sua il Governo dell’Ucraina ha offerto a Mosca uno scambio di prigionieri. E anche di inviare alti funzionari a Mariupol per negoziare l’evacuazione di quasi 1.000 civili e 500 soldati feriti. Ma finora la Russia ha respinto la proposta, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riporta il Washington Post.

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Al centro, con cappellino e giubbotto militare, la vicepremier ucraina Olga Stefanishyna. Foto Twitter @StefanishynaO

Stando a un tweet dell’Intelligence ucraina “gli occupanti isolano gli insediamenti catturati e sparano sui volontari“. A Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina, i bombardamenti sono intensi, spiega il sindaco Ihor Terekhov, secondo quanto riporta il Guardian. “Enormi esplosioni. La Federazione russa sta bombardando furiosamente la città“, ha detto. Il sindaco ha spiegato che in città è presente ancora 1 milione di persone. Si è riusciti a evacuare soltanto il 30% della popolazione, per lo più donne, bambini e anziani.

I report di Maria Avdeeva

Sui social Maria Avdeeva, dirigente dello European Expert Association, un’associazione di ricercatori ucraini di politica internazionale, sta raccontando in video, da settimane, le conseguenze dei bombardamenti russi in Ucraina e a Kharkiv, la sua città. “Il giorno in cui la Russia ha lanciato due missili Kalibr contro l’edificio dell’amministrazione regionale di Kharkiv, 7 persone sono rimaste uccise” ha scritto su Twitter il 21 aprile, postando un video. “A oggi sono stati estratti dalle macerie i corpi di 29 morti. Ma ci sono altri cadaveri all’interno e il lavoro per estrarli continua.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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