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Ucraina, scontro Mosca-Londra su armi a Kiev: rischio guerra nei paesi NATO

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Nel giorno in cui il segretario dell’ONU, Antonio Guterres, è a Mosca la guerra in Ucraina segna un’altra escalation. Quantomeno verbale, ma comunque molto preoccupante.

Londra ha affermato infatti di considerare legittimi gli attacchi ucraini in Russia, anche con armi occidentali. Il Cremlino ha replicato che la stessa cosa varrà da parte russa contro paesi NATO che riforniscano Kiev. C’è il concreto pericolo che la guerra si allarghi oltre i confini di Ucraina e Russia.

Guterres: “Cessate il fuoco”

Oggi 26 aprile il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha incontrato a Mosca il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Dovrebbe poi avere un incontro con Putin. “Cessate il fuoco il prima possibile” la richiesta di Guterres al Cremlino. Continuano senza tregua, in Ucraina, i raid russi su Mariupol. Nelle ultime 24 ore sarebbero stati 35 quelli sull’acciaieria Azovstal, nei cui bunker sotterranei si nascondono 2mila militari e centinaia di donne, bambini e anziani. Stando al canale Telegram del battaglione Azov, alcuni civili sono rimasti feriti. Altri sono intrappolati fra le macerie.

Il segretario dell’ONU, Guterres, (sin.) col ministro degli Esteri russo, Lavrov

Armi all’Ucraina, scontro totale

Ed è botta e risposta fra Mosca e Londra sulla questione delle armi all’Ucraina. Il Governo britannico – secondo quanto sottolineato dal viceministro della Difesa alla BBC – considera “interamente legittimo” l’uso di armi fornite dal Regno Unito. Anche per prendere di mira obiettivi all’interno del territorio della Russia. Se la Gran Bretagna considera legittimo l’uso da parte di Kiev di armi ricevute dall’Occidente per “colpire in profondità le linee di rifornimento” di Mosca in territorio russo, la Russia si regolerà allo stesso modo. Ovvero potrebbe ritenere altrettanto legittimo prendere di mira “in profondità le linee di rifornimentoucraino fin “dentro quei Paesi i quali trasferiscono all’Ucraina armi“. Che pure producono “morte e distruzione“, ha detto Maria Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo.

La statua dell’amicizia russo-ucraina decapitata a Kiev

Ucraina, giù le statue russe

In Ucraina la municipalità di Kiev ha avviato la demolizione della statua all’Arco dell’amicizia dei popoli costruita dai sovietici nel 1982, nel centro storico della capitale. “Questo posto non rappresenta più l’amicizia tra la Russia e l’Ucraina, la Russia ci sta attaccando. Qui sorgerà il monumento dedicato alla libertà dell’Ucraina“, ha detto il sindaco Vitaly Klichko. La statua di bronzo simboleggia due operai, uno ucraino e uno russo che sorreggono la stella dell’Ordine sovietico dell’amicizia dei popoli. Il russo è già stato ‘decapitato‘.

Il sindaco di Kiev, Vitaly Klichko. Foto Twitter @Vitaliy_Klychko

Vavassori: “Sono ferito in ospedale

Dall’Ucraina si fa vivo Ivan Luca Vavassori, ex calciatore italiano di origine russa, 29 anni, che combatte al fianco dell’esercito ucraino. Di lui si erano perse le tracce e si temeva il peggio. È ricoverato in ospedale. Dopo le dichiarazioni del padre Pietro, lo ha confermato lui stesso su Instagram. “Ciao a tutti, grazie di tutti i messaggi di supporto che mi avete mandato. Sono vivo, ho solo febbre molto alta, alcune ferite in varie parti del corpo. Per fortuna niente di rotto. Grazie a tutti per il supporto”, ha scritto in una delle sue stories su Instagram, martedì 26. Il pool antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili, ha aperto un’inchiesta conoscitiva, senza titolo di reato né indagati. Obiettivo: capire se esista un eventuale giro di arruolamento illegale o di mercenari. Arruolata nelle milizie internazionali a supporto dell’Ucraina anche l’ex pilota dell’Aeronautica Giulia Schiff, 23 anni.

Ivan Luca Vavassori: su Tik Tok i suoi video dall’Ucraina in guerra

LEGGI ANCHE: Ucraina: allarme guerra mondiale. Guterres da Putin

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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