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Cognome, i figli porteranno quelli di entrambi i genitori

Lo stabilisce la Corte Costituzionale che definisce discriminatoria la regola dell'assegnazione automatica del solo cognome paterno

Stop alla regola del cognome unico, quello paterno, per i figli. Deve esserci anche quello materno, salvo diverso accordo fra i genitori. Lo stabilisce una sentenza della Corte Costituzionale. 

Secondo la Consulta sono illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente soltanto il cognome del padre ai bambini italiani. E questo vale sia per i figli nati all’interno del matrimonio, che per quelli nati fuori dal matrimonio, così come per i bambini adottati. Lo ha deciso mercoledì 27 aprile la Corte Costituzionale con una sentenza a suo modo storica. Nel testo, scrive il Corriere della Sera, la Consulta precisa che è “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio” la regola che gli attribuisce automaticamente il cognome del padre. E ha precisato che “la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dei medesimi concordato“. Salvo che essi “decidano di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due“.

Cognome ed eguaglianza

Secondo i magistrati, in base al principio di eguaglianza, e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome. Perché si tratta di un elemento fondamentale dell’identità personale. Resta compito del legislatore regolare tutti gli aspetti connessi a questa decisione.

Corte Costituzionale Amato
Il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato

Il caso su cui la Corte Costituzionale è intervenuta era relativo a una giovane famiglia lucana per una storia di tre fratelli. I primi registrati col cognome della madre e il terzo registrato automaticamente con il cognome del padre perché nato dopo il matrimonio tra i due genitori. I due genitori avrebbero voluto registrare con il cognome della madre anche il terzo figlio – per renderli tutti uguali – ma gli uffici comunali si sono opposti. I magistrati in primo grado hanno dato ragione al Comune.

A sottoporre la vicenda alla Consulta, a novembre dell’anno scorso, è stata la Corte d’appello di Potenza. La quale aveva definito “rilevante e non manifestamente infondata” la questione di legittimità costituzionale delle norme in materia, sollevata dagli avvocati Domenico Pittella e Giampaolo Brienza. “Storico risultato” è stato il commento di questi ultimi. “La pronuncia della Corte Costituzionale sul cognome del nato rappresenta una piccola rivoluzione.”

Cognome: 5 proposte di legge

In Parlamento sono depositate 5 proposte di legge. In esse si prevede che con un accordo tra genitori ci sia la possibilità di scegliere se attribuire un solo cognome – quello del padre o della madre – o i cognomi di entrambi i genitori. Nell’ordine che si ritiene più consono. In caso di conflitto tra i genitori, tra le ipotesi c’è che si attribuisca il doppio cognome in ordine alfabetico.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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