Mattarella al Consiglio d’Europa: “Russia si fermi, nuove relazioni sul modello Helsinki”
Appello alla pace del Presidente della Repubblica davanti all'Assemblea parlamentare di Strasburgo
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto oggi 27 aprile all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, a Strasburgo (Francia). La guerra in Ucraina e la necessità di costruire la pace al centro delle preoccupazioni del Capo dello Stato.
“Quanto la guerra ha la pretesa di essere lampo – e non le riesce – tanto la pace è frutto del paziente fluire dello spirito e della pratica di collaborazione tra i popoli” ha detto il capo dello Stato. La pace, ha insistito, è frutto “della capacità di passare dallo scontro e dalla corsa agli armamenti, al dialogo.” Così come “al controllo e alla riduzione bilanciata delle armi di aggressione.” La pace è inoltre il frutto “di una ostinata fiducia verso l’umanità e di senso di responsabilità nei suoi confronti“.
Mattarella e la Russia
Di fronte a un’Europa sconvolta dalla guerra in Ucraina “nessun equivoco, nessuna incertezza è possibile. La Federazione Russa, con l’atroce invasione dell’Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito“. “L’aggressione della Russia sollecita ancor di più la spinta all’unità dei paesi e popoli europei che credono nella pace“ ha detto ancora Sergio Mattarella. “La responsabilità della sanzione adottata (l’esclusione dal Consiglio d’Europa, ndr.) ricade interamente sul Governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo. La cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina“.
“Cessate il fuoco in Ucraina”
Dal Presidente Mattarella è arrivato anche un monito e un appello. “Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli” ha detto. “La ferma e attiva solidarietà nei confronti del popolo ucraino” si accompagna per il Presidente all’appello “al Governo della Federazione Russa perché sappia fermarsi. Ovvero “sappia ritirare le proprie truppe, contribuire alla ricostruzione di una terra che ha devastato. Alla comunità internazionale tocca un compito. Ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace“. Un appello accorato alla pace è arrivato oggi anche da Papa Francesco.
Mattarella e il modello Helsinki
Tornando a Mattarella, secondo il capo dello Stato serve “prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione“. E questo “sull’esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di positivi sviluppi” ha sottolineato. Della Conferenza di Helsinki “fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Si tratta di affermare con forza il rifiuto di una politica basata su sfere di influenza, su diritti affievoliti per alcuni popoli e Paesi e, invece, proclamare, nello spirito di Helsinki, la parità di diritti. La uguaglianza per popoli e persone. Secondo una nuova architettura delle relazioni internazionali, in Europa e nel mondo, condivisa, coinvolgente, senza posizioni pregiudizialmente privilegiate“.
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