L’alpinista trentino Giampaolo Corona, dato per disperso, è vivo e sta scendendo da solo dall’Annapurna. “È stato visto a quota 7.400 metri, stabilito un contatto radio“.
A riportare la notizia è il sito web del The Himalayan Times. Il quotidiano in lingua inglese distribuito in Nepal scrive come ieri, giovedì 28 aprile, Corona, 49 anni, avesse perso i contatti col campo base in alta quota. Il fatto è avvenuto a 7.600 metri di altitudine, mentre l’alpinista era in discesa dalla vetta dell’Annapurna (8.091 metri, “Dea dei raccolti” in sanscrito). Corona, come già in altre spedizioni, ha scalato l’8mila in stile alpino: senza ossigeno supplementare e senza portatori.
Dal campo base si è subito organizzata una missione di ricerca. Lo stesso Himalayan Times, in una notizia aggiornata alle prime ore del mattino di oggi 29 aprile, riporta come “la squadra di ricerca e soccorso aerea ha stabilito un contatto radio con Giampaolo Corona intorno alle 13 di oggi (circa le 9 del mattino in Italia, ndr.)”. L’alpinista italiano “è stato visto scendere sotto il Campo IV all’altezza di 7.400 metri.”
L’alpinista Corona: “Ce la faccio“
“Sto bene e per ora non ho bisogno di alcun supporto“, avrebbe riferito Corona al pilota di soccorso. Guida alpina e tecnico di elisoccorso, Giampaolo ha completato diverse spedizioni fuori dall’Europa. Anche su altri 8mila in Nepal, Pakistan e India. L’Annapurna, su cui si trova l’alpinista italiano, è una delle vette sopra gli ottomila metri di altitudine, in Nepal. Fa parte della catena dell’Himalaya (“Dimora delle nevi” in sanscrito). “Siamo a 7000, io, Hans e Tim” scriveva Corona sul suo profilo Facebook il 27 aprile. “Siamo quelli più in alto. Più in basso ci sono gli altri, con gli sherpa e tutto il resto. Domani è il summit day. Quando vediamo accendersi le loro frontali, ci mettiamo in moto anche noi. Meteo buono. È il momento giusto. O la va o la spacca. Del resto, dopo 4 giorni che sei sempre con 15 kg sulla schiena, sempre su e giù e a spalar neve… non vediamo l’ora.”
Risale invece al 2019 il salvataggio sull’Himalaya di Francesco Cassardo, medico alpinista di Rivoli (Torino). Alle prime luci dell’alba del 22 luglio un elicottero lo soccorse in Pakistan prelevandolo e trasportandolo in ospedale. Cassardo era rimasto ferito precipitando per centinaia di metri mentre scendeva dal Gasherbrum VII (6.955 metri). I compagni, che lo avevano raggiunto a piedi a 6.300 metri di altitudine, erano riusciti con grande coraggio a portarlo a una quota più bassa.
Un anno fa l’addio a Cala Cimenti
Fra questi anche Carlalberto ‘Cala’ Cimenti, che lo aveva salvato, come lo stesso Cassardo ha dichiarato. L’alpinista Carlalberto Cimenti è morto poco più di un anno fa, l’8 febbraio 2021, a Sauze di Cesana, in Val di Susa (Torino). Pochi giorni prima del suo 46° compleanno. Stava sciando quando una valanga lo travolto in un canalone di Cima del Bosco, lungo il versante che scende sulla Valle Argentera. Assieme a lui ha perso la vita il suo amico Patrick Negro, di Pragelato (Torino).
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