1° Maggio, da dove ha origine la Festa dei Lavoratori
Una ricorrenza che si celebra da oltre 100 anni che ha un'importanza rilevante in tutto il mondo
Istituita ufficialmente a Parigi nel 1889, la Festa dei Lavoratori si celebra, il 1° Maggio, in diversi paesi del mondo; il valore dato a questo giorno è alto, ovunque esso venga ricordato. Si tratta, infatti, di una ricorrenza ufficiale in Italia, Cuba, Cina, Messico, Turchia, Brasile e in molte altre Nazioni e Stati dell’Unione Europea.
Riconosciuta come Festa dei Lavoratori (o Festa del Lavoro) la ricorrenza che si celebra il 1° Maggio ha un significato storico molto importante. Celebrata in diversi paesi del mondo, questa festa nasce negli Stati Uniti; dove tuttavia la data designata per il Labor Day è il primo lunedì di settembre.
Istituita ufficialmente a Parigi nel 1889, la Festa del 1° Maggio è sentita in diverse Nazioni; in questa giornata, infatti (segnata sul calendario come festività ufficiale) ricorrono manifestazioni e iniziative volte a valorizzare il lavoro come diritto dignitoso di ogni uomo.
Le origini della festa del 1° Maggio
Il Primo Articolo della Costituzione Italiana recita: “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro“; espressione che intende sottolineare l’importanza del lavoro rispettoso che spetta ad ogni uomo e donna. Con la ricorrenza del 1° Maggio è proprio il lavoro dignitoso che s’intende valorizzare. La Festa dei Lavoratori nasce a metà dell’Ottocento a Chicago, nell’Illinois, dove ebbero luogo i fatti all’origine della data simbolica di questa ricorrenza. Ufficializzato a Parigi, il 20 luglio del 1889, il 1° Maggio fu ratificato dai rappresentati dei partiti socialisti e laburisti durante il congresso della Seconda Internazionale socialista.
La Festa dei Lavoratori affonda le sue radici in un periodo caratterizzato da manifestazioni per i diritti degli operai nelle fabbriche durante la Rivoluzione Industriale in America; a guidare queste manifestazioni l’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor. Il 1° Maggio riveste un significato simbolico perché proprio in quel giorno del 1867, entrò in vigore a Chicago la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere; in quella giornata si tenne un’importante manifestazione che portò la notizia fino in Europa. Dal settembre del 1864, nel frattempo, a Londra era nata la Prima Internazionale; ovvero l’Associazione Internazionale dei Lavoratori.
La conquista delle 8 ore di lavoro
La legge sulle otto ore lavorative ebbe inizio dal 1867 nell’Illinois e trovò la sua espansione su tutto il territorio statunitense. Il 1º Maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell’entrata in vigore della legge, la Federation of Organized Trades and Labour Unions decise che quello doveva essere il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano; in alternativa si sarebbe indetto uno sciopero generale ad oltranza con astensione dal lavoro. Lo sciopero ebbe luogo in particolare nella fabbrica di mietitrici McCormick; furono 12mila le fabbriche ferme e 400mila i lavoratori.
Il corteo ospitò solo a Chicago 80mila operai; di questi la maggior parte lavoravano 16 ore al giorno e per questo chiedevano condizioni più umane. La protesta, però, nel 3 maggio del 1886 si concluse in maniera tragica; per disperdere i manifestanti, infatti, le forze dell’ordine spararono in mezzo al corteo procurando diversi feriti e vittime. Per vendicare l’accaduto gli anarchici locali, il giorno successivo, lanciarono un ordigno nei pressi dell’Haymarket Square uccidendo un poliziotto; il fatto scatenò la reazione degli agenti che aprirono il fuoco sulla folla. Il bilancio fu di 11 vittime, di cui 7 poliziotti; decine i feriti. Diversi degli anarchici colpevoli dell’accaduto furono arrestati e poi condannati a morte. Il Presidente degli Stati Uniti d’America, Grover Cleveland, nel 1887, ritenne che 1° Maggio avrebbe potuto essere una ricorrenza atta a commemorare gli episodi tragici di Chicago.
Da Chicago alla strage di Portella della Ginestra
Dopo gli accadimenti di Chicago la notizia arrivò in altri Stati d’America e in Europa. Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale, il giorno 1º Maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, e fu adottata da molti paesi nel mondo. Nel ventennio fascista l’Italia sospese la Festa dei Lavoratori; e le otto ore lavorative saranno dichiarate legali soltanto con il Regio decreto legge n. 692 del 1923. Tuttavia, anche nel nostro Paese la data del 1° Maggio si è macchiata di sangue; e con esattezza nel 1947 con l’episodio passato alla storia come la strage di Portella della Ginestra, località in Provincia di Palermo. Durante una manifestazione di 2mila lavoratori che protestavano contro il latifondismo, il bandito Salvatore Giuliano e i suoi uomini spararono sulla folla; 11 morti e 27 feriti.
Sul reale motivo di quest’evento resta, ancora oggi, il mistero; per molti, infatti, la strage di Portella della Ginestra rappresenta il primo grande ‘segreto’ della storia repubblicana. Dopo anni in cui la Festa del Lavoro, continuò ad essere portata avanti, nonostante gli eventi drammatici che l’avevano caratterizzata, dal 1955 anche la Chiesa Cattolica riprese la ricorrenza. Papa Pio XII, infatti, istituì nella stessa giornata la Festa di San Giuseppe Lavoratore; un modo per rendere la data condivisa anche per tutti i lavoratori, compresi quelli cattolici. E per ricordare l’importanza di un lavoro dignitoso e del rispetto di quest’ultimo potremmo concludere con le parole di Lev Tolstoj: “Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare, lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo“.
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