Italia, boom dell’occupazione. Ma i posti di lavoro sono precari
Era da 45 anni (1977) che non si contavano così tanti contratti a termine
Occupazione: crescono i posti di lavoro in Italia. A marzo 2022 il numero di occupati torna a superare i 23 milioni. L’aumento rispetto all’inizio dell’anno è di quasi 170 mila occupati e si concentra soprattutto tra i dipendenti. Quello che preoccupa è la qualità dei posti di lavoro.
Rispetto al marzo 2021, riporta l’Istat, nel nostro Paese ci sono 800mila occupati in più, ma in oltre la metà dei casi si tratta di dipendenti a termine. Sarebbero circa 3 milioni 150 mila, il valore più alto dal 1977, cioè da 45 anni. Il tasso di occupazione si attesta al 59,9% (record dall’inizio delle serie storiche), quello di disoccupazione all’8,3% (-0,2%, sui livelli del 2010). Fra i giovani, tuttavia, tale valore (disoccupazione) è del 24,5% (+0,3%); il tasso di inattività, ossia la quota di chi non ha lavoro e non lo cerca, scende al 34,5%. Ossia a livelli precedenti la pandemia da Covid-19.
Lavoro, donne e trentenni
I dati emergono all’indomani della festa dei lavoratori, il Primo Maggio. Nel dettaglio, l’aumento dell’occupazione (+0,4%, pari a +81mila persone) coinvolge le donne, i dipendenti e le persone con più di 24 anni di età. Il tasso di occupazione rimane sostanzialmente stabile tra gli uomini, mentre diminuisce tra gli autonomi e i più giovani (15-24 anni). Il tasso di occupazione sale al 59,9% (+0,3 punti). Il calo del numero di persone in cerca di lavoro (-2,3%, pari a -48 mila unità rispetto a febbraio) si osserva per le donne e nelle classi d’età centrali. Confrontando il primo trimestre 2022 con quello precedente si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 133mila occupati in più.
La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-6,0%, pari a -136mila unità) sia degli inattivi (-0,4%, pari a -54mila unità). Il numero di occupati a marzo 2022 è superiore a quello di marzo 2021 del 3,6% (+804mila unità). L’aumento è trasversale per genere, età e posizione professionale. Il tasso di occupazione è più elevato di 2,8 punti percentuali. Rispetto a marzo 2021, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-16,6%, pari a -412 mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-5,5%, pari a -747 mila).
Tasso di occupazione al Sud
I dati dell’Istat fanno seguito a quelli di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. Campania, Sicilia, Calabria e Puglia risultano in difficoltà nella pagella europea dell’occupazione del 2021. La Sicilia registra un tasso di occupazione del 41,1% per le persone tra i 15 e i 64 anni. La Campania del 41,3%, mentre la Calabria del 42% e la Puglia del 46,7%. Tutto ciò a fronte di un tasso di occupazione che, come media Ue, si posiziona al 68,4%. Il tasso è ancora più basso per le donne: appena il 29,1% in Campania e Sicilia e il 30,5% in Calabria.
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