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Ucraina, Lavrov a Rete 4 fa scalpore nel mondo: istruttoria del Copasir

Il Comitato di controllo sui Servizi teme che le comparsate in tv di membri del Cremlino e giornalisti russi putiniani mettano a rischio la sicurezza nazionale

L’intervista al ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, a Zona Bianca su Rete 4, con le frasi sull'”Italia in prima linea contro di noi“, e il paragone fra Zelensky e Hitler, quest’ultimo che sarebbe stato “ebreo” come il primo, ha destato scandalo a livello internazionale. Adolfo Urso, presidente del Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sull’operato dei Servizi segreti, ha avviato un’istruttoria. Che però coinvolgerà anche la Rai.

Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom e Rai” ha scritto Urso su Twitter. “L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni“. Cosa intende il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica?

Propaganda russa e filorussa

Il dubbio è che la televisione italiana – tanto più quella di Stato dopo le note polemiche sul professor Alessandro Orsini – si stia qualificando a livello internazionale, caso unico in Europa, come veicolo consapevole o inconsapevole della propaganda di Mosca in tv in prima serata, mettendo a rischio la sicurezza nazionale.

Copasir Urso Borghi Caso Lavrov
Da sin., Adolfo Urso (FdI) e Enrico Borghi (PD), del Copasir

Questo è quanto sostiene anche l’esponente del Copasir, Enrico Borghi. Secondo lui i “comizi” di Lavrov e Solovyev, il presentatore russo considerato un ultrà putiniano, già apparso sulle tv italiane, sono questioni da affrontare con urgenza. “Qui non c’entra niente la libertà d’espressione, né il pluralismo dell’informazione” dice Borghi a la Repubblica. “Occorre capire chi e per quale motivo offre ai propagandisti russi la possibilità di inquinare il nostro dibattito pubblico diffondendo notizie false.” “L’uno-due dei vertici politici e comunicativi del Cremlino, trasmesso domenica sera su Rete 4 e La7, segnala un’escalation che va fermata subito“. L’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes deporrà davanti al Copasir il prossimo 12 maggio. Subito dopo ci sarà l’audizione di Giacomo Lasorella, presidente dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. In maniera separata, sullo stesso argomento, si sta muovendo anche la Commissione di Vigilanza Rai.

Cosa ha detto Lavrov

Le parole di Lavrov hanno scandalizzato buona parte dell’opinione pubblica italiana e occidentale. La protesta corre sui social. “L’Italia è in prima fila tra coloro che adottano sanzioni anti russe” ha detto Lavrov a Zona Bianca. “Purtroppo all’inizio è stata una sorpresa, ma adesso ci siamo abituati al fatto che l’Italia può essere anche questo“. Per il momento Palazzo Chigi tace. Ma ci si attende una risposta istituzionale ad accuse che sembrano far passare la Russia come una vittima dell’Italia carnefice, rovesciando la realtà di uno Stato che ha invaso militarmente un altro Stato sovrano, l’Ucraina.

Draghi Lavrov
Lavrov con Draghi nel 2021: tempi passati

Lavrov ha poi fatto infuriare Israele, che ha convocato l’ambasciatore per “chiarimenti“. Su Rete 4 il ministro russo ha sproloquiato sul fatto che “il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcun significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche, i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei“. Il premier israeliano Naftali Bennett ha definito “gravi” tali affermazioni e ha chiesto che “si smetta immediatamente di ricorrere alla Shoah del popolo ebraico come strumento per polemiche politiche“.

Israele Bennett Ucraina
Il premier israeliano Naftali Bennett. Foto Twitter @naftalibennett

Menzogne del genere hanno per obiettivo di accusare gli ebrei stessi dei crimini terribili compiuti nei loro confronti. E quindi rimuovere la responsabilità dai loro persecutori“. Ma da Israele si sono levate forti proteste anche sul punto delle presunte – e mai provate – origini ebraiche di Hitler da parte di suo nonno paterno biologico: un uomo mai identificato con certezza. Prima di Bennett era infatti intervenuto Dani Dayan, presidente di Yad Vashem. E aveva definito “gravi” le affermazioni di Lavrov. Ma anche imperdonabili e oltraggiose, e un terribile errore storico.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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