In occasione dell’Udienza Generale in Piazza San Pietro, di mercoledì 5 maggio, Papa Francesco parla ancora del valore della vecchiaia. Ai fedeli e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo il Santo Padre ricorda l’importanza che gli anziani hanno nella cultura, anche se spesso non sono considerati.
In un clima culturale che oggi è solcato da guerre, povertà e tanta diseguaglianza, Papa Francesco torna a ribadire l’importanza che il valore della vecchiaia contiene per stabilire una cultura del dialogo; e lo fa nella catechesi appartenente al ciclo dedicato agli anziani.
Il dialogo al quale il Santo Padre aspira è, soprattutto, quello tra generazioni: tra giovani e anziani; così ritorna a ricordare anche all’Udienza Generale di mercoledì 5 maggio tenutasi in Piazza San Pietro.
Il rispetto per la fede
La riflessione di Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale odierna scaturisce da un personaggio biblico: Eleazaro; quest’uomo rappresenta, come evidenzia il Pontefice, il rapporto tra vecchiaia e la fede. Ma in questo contesto particolare, il Santo Padre che nei suoi messaggi continua ad denunciare ogni atto di prepotenza e oppressione violenta, questo racconto biblico è simbolo di un onore verso la fede che sopravvive anche: “Sotto la pressione, anche violenta, della cultura dei dominatori, che cerca di svilirla“; così come l’anzianità, che spesso è trattata in maniera anacronistica, anche la fede (ritenuta spesso allo stesso modo ‘antica’) “Merita rispetto e onore“.
Il Santo Padre vuole porre la riflessione sul fatto che la fede Cristiana sia realistica e che non si tratti solo di un insieme di pratiche esteriori prive di anima; “La fede cristiana – ricorda Papa Francesco – non è soltanto dire il Credo: è pensare il Credo e sentire il Credo e fare il Credo. Operare con le mani“. Per questo essa è una cosa che non può perdere la sua attualità che è dei vecchi così come dei giovani: è per tutti.
La fede è per tutti
Tornado all’esempio di Eleazaro che si rifiuta di mangiare le carni sacrificate agli idoli, il Pontefice spiega: “La pratica della fede per questi gnostici che già c’erano al tempo di Gesù, è considerata come un’esteriorità inutile e anzi nociva; come un residuo antiquato, come una superstizione mascherata. Insomma, una cosa per vecchi. La pressione che questa critica indiscriminata esercita sulle giovani generazioni è forte. Certo, sappiamo che la pratica della fede può diventare un’esteriorità senz’anima. (…) Ma in sé stessa non lo è affatto”.
Il Santo padre sottolinea ancora una volta il compito che gli anziani hanno nella cultura odierna; essi non sono ‘anacronistici’ ma piuttosto sono la fonte da cui i giovani possono trarre i loro insegnamenti. Per una cultura che sia di pace, dialogo e fede. Conclude Papa Francesco: “Cari fratelli e sorelle anziani, per non dire vecchi, siamo nello stesso gruppo; per favore, guardiamo ai giovani: ci guardano. I giovani ci guardano e la nostra coerenza può aprire una strada di vita bellissima a loro. Invece, un’eventuale ipocrisia farà tanto male. Preghiamo gli uni per gli altri“.
I saluti di Papa Francesco
Prima di lasciare Piazza San Pietro gremita di fedeli e pellegrini in occasione dell’Udienza Generale, Papa Francesco rivolge il suo saluto. Non riesce ancora ad alzarsi dalla sedia, come vorrebbe, per via del problema al ginocchio che non gli consente di rimanere in piedi per molto tempo; tuttavia non dimentica di invocare, ancora, la pace nel mondo e nell’Europa. Lo chiede a tutti i popoli del mondo che si sono radunati per ascoltare la sua catechesi e rivolgendosi a tutti esorta: “Vi invito ad invocare la sua intercessione per le vostre intenzioni personali, per le intenzioni della Chiesa e per la pace nel mondo“.
Così Papa Francesco conclude l’Udienza Generale, portando nel cuore ancora quel forte desiderio di pace che anima tutti suoi messaggi. Pace che invoca per il mondo e per l’Ucraina colpita dalla guerra; e proprio in occasione del conflitto nell’Est Europa, come riporta Ansa, il Pontefice avrebbe dichiarato al Corriere della Sera: “Ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla?” “A Kiev per ora non vado – avrebbe spiegato ancora il Pontefice – Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin“.
Let us #PrayTogether so that all young people, called to live life to the fullest, may discover in Mary’s life the way to listen, the depth of discernment, the courage of faith, and dedication to service. #PrayerIntention pic.twitter.com/Sk9MyIEZOC
— Pope Francis (@Pontifex) May 3, 2022
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