“In questo momento sei il miglior giocatore del mondo“. Lo riconosce alla fine della finale di Madrid lo sconfitto Alexander Zverev che non è solo nata una nuova stella del tennis, ma un nuovo dominatore. Il suo nome è Carlos Alcaraz, classe 2003. 19 anni compiuti solo 3 giorni fa, il 5 maggio. Due tornei Mille in bacheca con vista Internazionali di Roma già da domani se dovesse decidere di giocare e soprattutto il Roland Garros tra due settimane.
Ci vorranno parecchi aggettivi, tutti superlativi assoluti per descrivere Carlito. E km di inchiostro come si è speso per Rafael Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer. E la cosa più impressionante è che il non ancora ventenne mursiano appare più completo all’esordio se paragonato ai 61 titoli dello Slam conquistate dai tre dominatori del tennis degli Anni Duemila. Pochi minuti fa ha sconfitto seccamente uno spento Zverev – forse per aver finito di regolare Tsitsipas in semifinale oltre l’una di notte – in due soli set con il punteggio 6-3, 6-1. Senza appello la Mutua Madrilena e il tennis spagnolo tutto ha nuovo re, quando il vecchio – Rafa – ha vinto il suo ultimo slam a gennaio 2022.
“Hai 5 anni e ci batti tutti… il tennis ha una nuova super stella, vincerai tanti slam e questo torneo molte volte“. In un discorso molto maturo e lucido è ancora e proprio il tedesco, che arrendendosi, traccia la linea del tennis futuro. Che continuerà a parlare spagnolo.
“Que viva España“: da Nadal ad Alcaraz
Ci siamo arrovellati per un biennio su chi avrebbe ereditato per primo il trono dei favolosi tre tenori del tennis. Se il nuovo terzetto degli Anni ’20 del Duemila sarebbe stato composto dalla solidità di Medvedev, dalla potenza di Zverev e dal talento di Tsitsipas. Poi questo torneo di Madrid ha imposto sul campo un nome su tutti: quello di Carlos Alcaraz. Perché? Appare già oggi possedere la miglior miscela appunto di talento, potenza e solidità. Domani arriverà a Roma da n.6 del mondo, scalzando proprio il nostro Matteo Berrettini – ancora ai box per l’operazione alla mano – ed esordirà da probabile favorito per il titolo finale anche agli Internazionali con il cileno Garin. Se non decide di riposare dopo questa settimana trionfale e stancante per presentarsi al meglio in agli Open di Francia.
Alcaraz non è Nadal. Ma è il suo erede. Lo ha dichiarato lui stesso in una delle primissime interviste, in cui ha chiarito di somigliare nel gioco più a Federer. Se gli spagnoli temevano di non trovare un atleta capace di raccoglierne l’eredità ebbene possono sedersi tranquilli in poltrona per i prossimi 10-15 anni. Carlos ha più servizio e più rovescio del suo “augusto” predecessore tennistico. E’ rapidissimo e soprattutto ha un numero di variazioni di gioco, già efficacissime, che Rafa ha acquisito almeno dopo i primi 10 slam e tanti Mille. Non è un giocatore di sola terra – come non lo stato Nadal – non a caso il primo torneo Mille è arrivato a Miami, sul cemento americano. Però Nadal all’inizio vinceva essenzialmente sulla terra. Ora può tentare un filotto proprio su questa superficie. Roba che gli spagnoli sono abituati, ma non basta mai.
N.1 virtuale… chi sarà il suo rivale?
I record non mancheranno di certo: ha già 5 titoli ATP, di cui due Mille, il più giovane di sempre a vincere Madrid. Quest’anno ha già la striscia più lunga di vittorie – 28, superando Tsitsipas – secondo ad oggi nella race solo dietro a Nadal. Che ha battuto ai quarti, per poi liberarsi in semifinale di Djokovic. Un filotto mica da poco sulla terra rossa! Quest’anno ha perso pochissimo: contro il nostro n.1 nello slam australiano. Berrettini ha nel servizio quell’arma fondamentale che è indispensabile per impensierire questo ‘baby Hulk’ della racchetta. L’altra sconfitta è arrivata ad opera dello statunitense Sebastian Korda: altro talento next gen dotato di tecnica sopraffina. E se siamo certi che diventerà n.1: si può azzardare la previsione entro fine anno, se prosegue questa continuità e arriva almeno uno slam – il Roland Garros più probabile, se non a Flashing Meadows – augurandogli lo stesso stato di forma invidiabile di oggi.
Quello che non sappiamo è chi riuscirà ad impensierire Alcaraz. Nel tennis quasi più dei campioni i tifosi amano le rivalità che hanno illuminato le diverse epoche della racchetta. In campo nella finale di Madrid ha lasciato solo 4 giochi a proprio a Zverev; quest’anno ha già battuto due volte Tsistipas. Nell’ultimo torneo ha battuto 3 top ten. L’impressione è che dovranno impegnarsi non poco, per non far esplodere sul campo tutta l’aggressività di questo talento spagnolo.