Ita, il ministro Franco: “A giugno la vendiamo”
Tre le manifestazioni di interesse per la compagnia erede di Alitalia: Lufthansa, Wizz Air e Air France
Il Governo italiano non sa più come liberarsi dell’eredità di Alitalia, ora Ita. La ex compagnia di bandiera, fa sapere il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è in dismissione e potrebbe essere ceduta entro giugno.
Il Mef “con l’assistenza degli advisor selezionati in marzo ha immediatamente avviato il processo di dismissione: si è optato per la trattativa privata, definito il calendario della vendita. L’obiettivo è concludere a giugno. Sono tre le manifestazioni di interesse“. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione alla Commissione Trasporti della Camera, mercoledì 10 maggio. A manifestare interesse per rilevare Ita sono stati finora Msc/Lufthansa, Indigo Partners (Wizz Air) e Certares (Air France/Delta). Il Governo attende entro il 23 maggio le offerte vincolanti.
Ita avrà la ricapitalizzazione
In ogni caso, ha spiegato Daniele Franco, lo Stato erogherà a Ita l’aumento di capitale quest’anno. Sebbene “non ora perché ora non c’è un problema di cassa. L’azienda aveva 4-500 milioni in cassa prima delle perdite di quest’anno. Quando ci sarà bisogno procederemo rapidamente ad erogare la cassa“. “Contiamo – ha ribadito il titolare di Via XX Settembre – di avere le richieste (per la cessione, ndr.) entro il 23 maggio e quindi entro giugno arrivare a una soluzione, salvo incidenti o sviluppi. Il nostro piano è chiudere a giugno“.
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha inoltre risposto in Commissione Trasporti alla Camera ai vari interventi critici dei parlamentari nei confronti del presidente di Ita, Alfredo Altavilla. Quest’ultimo è accusato di non aver partecipato ai tavoli istituzionali ai quali era chiamato. Franco ha sottolineato che formalmente “non esistono elementi di illegittimità“. Tuttavia, ha rimarcato, “è opportuno richiamare tutti a mantenere sempre un profilo istituzionale, comportamenti improntati alla sobrietà“. Questo “è un bene anche per la gestione aziendale oltre che sotto un profilo etico“.
Alitalia ha chiuso i battenti lo scorso anno dopo. Il 5 maggio del 1947 la compagnia di bandiera effettuò il primo volo Torino-Roma-Catania con un aereo Fiat G-12. L’ultimo lo ha effettuato il 14 ottobre scorso. Si è trattato del Cagliari-Roma. Fra i lavoratori c’è rabbia e amarezza. Dal 15 ottobre 2021 Ita, la nuova compagnia presieduta da Alfredo Altavilla, è subentrata ad Alitalia. E ha riassunto – ma solo in parte – il personale in essere precedentemente.
Nel 2017 Alitalia fu commissariata. Il Governo erogò un prestito ponte da 900 milioni di euro e nominò tre commissari straordinari: Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Il bando di gara per la cessione della compagnia non approdò a nulla. Nel 2020 il decreto Cura Italia aveva disposto la creazione di una nuova società interamente posseduta dallo Stato. La nuova compagnia – Ita – ha come presidente Alfredo Altavilla e Fabio Lazzerini in qualità di amministratore delegato. Il progetto era quello di cominciare con 52 aerei per 45 destinazioni e 2.800 dipendenti. Ma adesso tutto è di nuovo in discussione. Anche e soprattutto per i lavoratori.