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A Milano anche la Coppa Italia: è l’Inter la bestia nera della Juve

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È festa Inter all’Olimpico, per tanti anni palcoscenico di Simone Inzaghi. I nerazzurri vincono la Coppa Italia battendo 4-2 la Juventus ai supplementari e grazie a 2 rigori, ma centrano il secondo obiettivo stagionale. Per la Juve un anno da dimenticare e Chiellini saluta e se ne va: “A Firenze la mia ultima partita“.

L’Inter si rivela più che mani un’autentica bestia nera per la Juventus. Dopo aver sconfitto i bianconeri a gennaio portando a casa la Supercoppa ora la squadra di Inzaghi trionfa anche in Coppa Italia e dimostra una resilienza e una caparbietà da cui tanti possono imparare. I gol nel primo tempo al 7′ di Barella; nel secondo tempo al 5′ di Alex Sandro, al 7′ Vlahovic, al 35′ di Calanhoglu su rigore. Nei supplementari Perisic al 9′ su rigore e ancora al 12′.

Inter Coppa Italia2 2022Inter Coppa Italia2 2022

Inzaghi: “La mia Inter non molla mai

Abbiamo fatto un’ottima gara contro un avversario forte – ha detto Simone Inzaghi a Sportmediaset – siamo stati bravi nella prima mezz’ora. Poi nell’ultimo quarto d’ora abbiamo perso un po’ le distanze e nel secondo tempo abbiamo approcciato male e abbiamo preso i due gol. Dovevamo stare più attenti, ma la squadra non molla mai, lo so, le risposte non le ho avute solo stasera, ma dall’8 luglio.” “Ora abbiamo due partite di campionato da fare nel migliore dei modi” ha sottolineato l’allenatore dell’Inter. “Ma è giusto godersi questa festa insieme ai tifosi, sono soddisfatto per i ragazzi, la società e i tifosi.

Inter verso un piccolo triplete?

Con la seconda stella ancora alla portata, i nerazzurri restano in corsa per un possibile triplete, pur in tono minore, visto che la Champions non è ancora una preda possibile. La Juve, invece, chiude con zero tituli una stagione che era nata con ben altre aspettative dopo il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina. I dirigenti bianconeri speravano avesse una svolta ulteriore con l’arrivo di Dusan Vlahovic dalla Fiorentina. Ma quello che rimarrà nei ricordi dopo le uscite anticipate dalla corsa allo scudetto e alla Champions e le sconfitte nelle coppe italiche sarà forse solo l’addio di Paulo Dybala.

Lo stadio sold out, diviso a metà tra i sostenitori delle due squadre che non hanno risparmiato coreografie, cori e sostegno costante, è stato uno stimolo per le due rivali, che non si sono risparmiate. Allegri voleva la rivincita della Supercoppa e anche del match beffa in campionato. Si era affidato a Paulo Dybala a suggerire per Vlahovic, con Bernardeschi e Cuadrado a sostegno e subito dietro Rabiot e Zakaria. Inzaghi aveva confermato le sue certezze, col solo D’Ambrosio al posto di un Bastoni non al meglio e Darmian per Dumfries.

Chiellini via, si chiude un’epoca

Poi è andata come è andata: l’Inter ha sofferto la crescente pressione bianconera dopo essere passata in vantaggio. E ha accusato un uno-due impressionante che sembrava averla messa ko. Ma la squadra di Inzaghi si è ripresa e, aiutata da ben due rigori, ha chiuso il match ai supplementari. Ora in casa Juve è temo di addii. “Io cedo il posto a tanti giovani – ha detto Giorgio Chiellini – il prossimo anno non ci sarò. Lunedì saluterò il mio stadio e quella di Firenze sarà l’ultima partita. Dico ciao con gioia a questa squadra, di cui sarò per sempre il più grande tifoso, perché la Juve ti rimane dentro“.

Giorgio Chiellini
Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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