Robert Pattinson, l’ultimo Batman ci ha fatto definitivamente dimenticare Twilight
L'interprete britannico è riuscito a costruirsi una carriera di successo dopo la saga nata dalla penna di Stephenie Meyer
Nonostante il successo conseguito nei panni di Edward Cullen in Twilight, Robert Pattinson ha dovuto sgomitare per farsi prendere seriamente. Il tempo, tuttavia, ha dato ragione all’interprete britannico, che oggi spegne 36 candeline.
Prima ancora di trasferirsi nella piovosa Forks e di fare la conoscenza di Bella Swan, tutti ricorderanno Robert Pattinson tra i corridoi di Hogwarts in Harry Potter e il calice di fuoco. L’infausto destino del giovane Cedric Diggory, fatto fuori dal Signore Oscuro, per molti sarebbe stato comunque preferibile all’avventura intrapresa nei panni di Edward Cullen. Ciononostante, quel ruolo è servito all’interprete come trampolino per lanciare la sua carriera, che ad oggi ci ha fatto dimenticare Twilight. Non che sia una vergogna, o un’onta sul proprio curriculum. Però, non si può non notare che il suo percorso artistico abbia intrapreso ben altre vie.
Robert Pattinson e le critiche per Twilight
Non esattamente ai livelli della collega e partner di scena Kristen Stewart (ma quasi), che si è sottoposta a una vera e propria gogna mediatica; anche Robert Pattinson non è uscito incolume da Twilight. Come ha ricordato la regista del primo capitolo della saga, Catherine Hardwicke, ad Insider, l’interprete ha dovuto fare i conti con le critiche da parte degli odiatori. Di tutta risposta, lei gli avrebbe detto: “Oddio, Rob, non puoi leggere tutto questo. Devi concentrarti, ti giuro che abbiamo un piano. Avrai un aspetto stupendo e tutti ti ameranno.” Seppure le stroncature siano arrivate, Pattinson deve aver tratto un grande insegnamento dalla Hardwicke. Una lezione che ha fatto sua negli anni post-Twilight.
Parallelamente agli impegni che lo vincolano al suo Edward Cullen, Robert Pattinson si butta a capofitto in altri progetti. Qualcuno, sotto il cerone bianco e lenti a contatto castano dorato, intravede un attore promettente. Sono gli anni di Little Ashes (2008), in cui sorprende nei panni di un giovane Salvador Dalì, Remember Me (2010), nel quale lavora al fianco di Pierce Brosnan, Come l’acqua per gli elefanti (2011) e Bel Ami – Storia di un seduttore (2012). È come se in questo periodo la sua carriera fosse proceduta per due binaria paralleli: da un lato la saga che lo ha portato alla fama, dall’altro numerosi titoli per provare a divincolarsi.
Il successo dopo Twilight
La situazione per Robert Pattinson inizia a cambiare a partire dal 2012. Con l’uscita in sala di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 2, l’attore britannico può finalmente appendere i denti da vampiro al chiodo. Inizia per lui un periodo particolarmente proficuo, durante il quale lavora al fianco di numerose maestranze della settima arte. Già lo stesso anno è il protagonista del controverso Cosmopolis di David Cronenberg, presentato in concorso al Festival di Cannes. Solo due anni più tardi, torna a collaborare con il maestro della body horror per Maps to the Stars, al fianco di Julianne Moore e John Cusack, tra gli altri.
Non solo accanto a nomi affermati, come con Willem Dafoe in The Lighthouse di Robert Eggers – prima di The Northman – Robert Pattinson fa da apripista anche agli astri nascenti. Nel 2019 è infatti Luigi, Delfino di Francia in Il re, al fianco di Timothée Chalamet, o Le strade del male con Tom Holland, del 2020, uscito lo stesso anno di Tenet. Ma è a partire dal 2022 che l’interprete britannico raggiunge la sua nuova consacrazione, grazie a Matt Reeves. Dopo essere stato a lungo rimandato, nelle sale è approdato l’attesissimo, cupo, The Batman. Per Pattinson si è trattato di un grandissimo carico di responsabilità, dal momento che ha dovuto raccogliere il testimone di Christian Bale. E, in base all’accoglienza tributata, pare che sia ampiamente riuscito nel suo intento, regalandoci un nuovo Cavaliere Oscuro, che tornerà ufficialmente con un sequel.