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Ucraina, evacuazione per i combattenti di Azovstal: “Eroi”. La Svezia nella NATO

Zelensky dà ordine di cessare la resistenza. Fuori dai cunicoli 264 militari. Dentro ne restano però diverse centinaia

La guerra in Ucraina fa registrare segni di speranza nei cunicoli dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Dopo settimane di assedio estenuante, parzialmente sospeso solo per l’evacuazione dei civili, adesso possono uscire anche i combattenti feriti. Ma molti altri restano ancora all’interno.

Il Governo dell’Ucraina ha tessuto l’accordo di tregua con i russi all’ombra delle polemiche interne sul presunto abbandono del reggimento Azov, ovvero di parte dei combattenti asserragliati nell’acciaieria. E non è forse un caso se ad annunciare la tregua è stato dapprima il ministero della Difesa russo, poi, nella serata del 16 maggio, anche Kiev.

Le parti hanno concordato un cessate il fuoco temporaneo per consentire l’uscita dall’accerchiamento delle truppe russe su Azovstal di 264 militari. A circa due settimane dall’evacuazione dei civili (famiglie con donne e bambini). Si tratta di 53 soldati feriti, condotti a Novoazovsk, e di 211 altri combattenti portati a Olenivka, nel territorio controllato dai separatisti filorussi di Donetsk. L’Ucraina continua “la massima attività diplomatica in altre aree, nell’interesse del paese“, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky, in un discorso alla nazione.

L’Ucraina e i difensori di Mariupol

I difensori di Mariupol sono gli eroi del nostro tempo” ha dichiarato lo Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina. “Sono per sempre nella storia. Mentre tenevano posizioni su Azovstal, hanno impedito all’esercito russo di trasferire fino a 17 battaglioni tattici, circa 20mila soldati, in altre aree. E hanno impedito la conquista rapida di Zaporizhzhia“. Della difesa di Mariupol fanno parte l’unità speciale separata Azov, la 12ª Brigata della Guardia nazionale dell’ucraina, la 36ª Brigata separata dei Marine, guardie di frontiera, polizia, volontari. In tutto dovrebbe trattarsi di circa 2mila uomini e donne. “La guarnigione di Mariupol ha compiuto la sua missione. Il comando militare supremo ha ordinato ai comandanti delle unità di stanza ad Azovstal di salvare le vite dei combattenti“, ha dichiarato ancora lo Stato maggiore.

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Militare ferito dentro Azovstal. Foto Ufficio stampa Guardia nazionale ucraina, via Ap

Anche la Svezia nella NATO

Stamani 17 maggio, intanto, anche la Svezia ha firmato, dopo la Finlandia, la domanda di adesione alla NATO. “Sono sicuro che la Svezia e la Finlandia nella loro richiesta di adesione alla Nato riceveranno un forte sostegno da tutti i paesi Ue” ha detto l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera, Josep Borrell. La Turchia però è contraria e minaccia il veto. “Stoccolma protegge i terroristi curdi” è la posizione di Ankara. “So che la Turchia ha avanzato qualche obiezione – ha replicato Borrell – ma la NATO sarà in grado di superarle“.

La Russia: “L’Occidente non ci vuole

L‘esistenza stessa della Russia è irritante per l’Occidente” ha affermato il portavoce del Cremlino, Dimitrij Peskov, in relazione alla guerra in Ucraina e al prossimo ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO. “Il mondo occidentale è pronto a fare di tutto perché la Federazione non viva come vuole. Gli Stati Uniti si comportano in maniera ostile nei confronti della Russia“. Ma “il Paese perde la sua sovranità se non difende fermamente i suoi interessi“, ha aggiunto. “La Russia è sicura della sua vittoria e del raggiungimento degli obiettivi prefissati, è sicura che tutto andrà bene“. “Le azioni dei paesi occidentali nei confronti della Russia sono una guerra“.

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Operazioni di evacuazione ad Azovstal, Mariupol. Foto Twitter @OSINTI1

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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