Il premier Mario Draghi ha informato il Senato sulla situazione della guerra in Ucraina e di cosa fa l’Italia per fermarla pur appoggiando Kiev.

La guerra è giunta all’85° giorno” ha spiegato stamani 19 maggio. “La speranza di conquistare vaste aree del paese in tempi brevi da parte dei russi s’è scontrata con la resistenza del popolo ucraino” ha sottolineato Draghi. “La NATO ha intensificato le azioni sul fianco orientale e il contributo italiano è pari a 2500 unità“. “Nel medio periodo – ha aggiunto il presidente del Consiglio – siamo pronti a rafforzare in Ungheria e Bulgaria il nostro impegno con rispettivamente 250 e 750 unità. In linea con l’azione dei nostri alleati. Valutiamo il sostegno alla Romania per lo sminamento marittimo del Mar Nero e anche alla Slovacchia nella difesa antiaerea“, ha affermato il presidente del Consiglio.

Draghi: “Pace in Ucraina, con l’Ucraina

Ma la posizione dell’Italia e dell’Ue “che ho condiviso con Biden“, ha spiegato Draghi ai senatori, è che “per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco“. Serve inoltre “far ripartire i negoziati” fra Russia e Ucraina. “L’Italia si muoverà con i partner europei e gli alleati per ogni possibilità di mediazione” Ma sarà l’Ucrainae non altri a decidere quale pace accettare“. Ovvero “una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile“. Il presidente del Consiglio ha quindi citato il capo dello Stato. “Come detto da Mattarella, nel lungo termine servirà uno sforzo creativo sul modello della conferenza di Helsinki“. Draghi ha poi annunciato un vertice Italia-Turchia per i primi giorni di luglio ad Ankara.

Il tema dell’energia

Per quanto concerne gli approvvigionamenti energetici di gas e petrolio a nostro Paese, “le stime del Governo indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024“. Per “diversificare i nostri fornitori ci siamo mossi rapidamente” ha spiegato Draghi, con “l’obiettivo di incrementare le forniture di gas naturale“. Ma anche per “aumentare la produzione di rinnovabili“. C’è la “massima determinazione” per “eliminare i limiti burocratici” alle rinnovabili. E cioè per “distruggere le barriere agli investimenti“, ha detto Draghi.

Draghi e la guerra del cibo

Ma il rischio della guerra in Ucraina che la Russia ha scatenato e che continua a intensificare nel Donbass è anche una “crisi alimentare“. Il premier ha sottolineato in Senato come “l’indice dei prezzi dei prodotti alimentari sia salito toccando a marzo massimi storici“. Si rischiano “effetti disastrosi in particolare per alcuni paesi di Africa e Medio Oriente dove aumenta il rischio di crisi alimentari“.

Il palazzo bombardato dai russi a Kiev mentre in città c’era il segretario ONU, Guterres, il 29 aprile