La guerra in Ucraina si fa ogni ora più feroce nel Donbass. Ed emergono nuove prove delle atrocità che soldati russi avrebbero commesso massicciamente a Bucha, cittadina a nord-ovest di Kiev, da cui si sono ritirati alla fine di marzo.
Un’inchiesta del New York Times ha reso noti alcuni video che mostrano come i russi abbiano giustiziato almeno 8 uomini ucraini nel sobborgo della capitale. Si tratta di video risalenti al 4 marzo – una settimana dopo l’invasione russa dell’Ucraina -. Le immagini derivano da telecamere a circuito chiuso lungo le strade, da un testimone in una casa vicina, ma anche da un drone che le ha realizzate per conto dell’esercito ucraino.
Si vedono uomini delle forze paracadutiste russe che catturano un gruppo di ucraini. I civili vengono condotti in fila verso un cortile. Di lì a poco i militari di Mosca li assassineranno in quello che appare un eccidio: un crimine di guerra. Se ne contano 9, camminano ricurvi, con un braccio sulla testa e l’altro a tenere la cintura del compagno davanti.
New evidence — including three videos obtained by The New York Times — shows how Russian paratroopers rounded up and executed at least eight Ukrainian men in Bucha on March 4, a likely war crime. https://t.co/EnA2q943Ds pic.twitter.com/BRMDeGo0u6
— The New York Times (@nytimes) May 19, 2022
Il video termina, ma attraverso testimonianze il New York Times ha ricostruito come i soldati abbiano portato gli uomini dietro un vicino edificio. Lì ci sono stati degli spari: i catturati non sono tornati indietro. Un video filmato da un drone il 5 marzo “fornisce la prima prova visiva che conferma il racconto dei testimoni” spiega il quotidiano. “Mostra i corpi morti a terra sul lato dello stesso edificio, mentre due soldati russi sono lì vicino di guardia“.
Ucraina, cosa accade nel Donbass
A ormai tre mesi dall’inizio della guerra i combattimenti si concentrano nel Donbass, la regione orientale, che il presidente Volodymyr Zelensky, definisce un “inferno“. Nel suo quotidiano messaggio notturno Zelensky ha detto che nella regione “gli occupanti stanno cercando di aumentare la pressione. È l’inferno e non è un’esagerazione“. Ci sono “attacchi costanti sulla regione di Odessa, sulle citta dell’Ucraina centrale. Il Donbass è completamente distrutto“. “Tutto questo non ha e non può avere nessuna spiegazione militare per la Russia“, ha aggiunto. “Questo è un tentativo deliberato e criminale di uccidere quanti più ucraini possibile“. Ma non basta perché missili russi hanno colpito la notte scorsa il villaggio di Desna – nell’Ucraina settentrionale, vicino al confine con la Bielorussia – provocando “molti morti“.
La Russia: “Stiamo per vincere“
Da Mosca, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha dichiarato che “La liberazione della repubblica popolare di Lugansk si sta avvicinando alla fine“. Vista dalla parte dell’Ucraina invasa la realtà è un’altra. Le truppe russe avrebbero bombardato 54 insediamenti nelle regioni di Donetsk e Lugansk, uccidendo 20 civili, rendono noto su Facebook le Forze congiunte ucraine. Gli attacchi aerei e con colpi di mortaio avrebbero distrutto o danneggiato 105 edifici residenziali e altri 15 obiettivi civili. Fra cui un ospedale, un dormitorio, un centro sportivo, un centro commerciale, gli edifici di una banca e un gasdotto.
Tra i villaggi colpiti ci sono Severodonetsk, Lysychansk, Avdiivka, Bakhmut e Marinka. A Severodonetsk i russi hanno aperto il fuoco su una scuola. Lo sostiene il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergiy Gaidai su Telegram. I russi “hanno sparato con l’artiglieria alla scuola di Severodonetsk, dove le persone si nascondevano. Più di 200 persone, molti bambini. Tre adulti sono morti sul colpo“. E la città di Rubizhne, nella regione di Lugansk, condivide lo stesso “destino di Mariupol” dice Gaidai. “È completamente distrutta, non ci sono edifici superstiti, molte case non possono essere restaurate. Nei cortili ci sono cimiteri“.
Attacco hacker a siti italiani
Dalla Russia è arrivato, intanto, un terzo attacco, dall’inizio di maggio, di pirati informatici a vari portali istituzionali italiani. A rivendicare l’offensiva informatica sarebbe stato il collettivo russo Killnet, che avrebbe preso di mira i siti del Consiglio Superiore della Magistratura, dell’Agenzia delle Dogane e dei ministeri di Esteri, dell’Istruzione e dei Beni Culturali. La Polizia postale sta analizzando l’enorme quantità di indirizzi Ip per fronteggiare gli attacchi operati a decine di siti.