Eduardo De Filippo: il Maestro della commedia napoletana
Gli inizi, gli eventi dolorosi, la sua generosità e genialità artistica
Oggi circa 122 anni fa, nasceva Eduardo De Filippo, uno dei più grandi artisti del Novecento. Il genio della commedia napoletana. Maestro di vita, filosofo, attore, regista e sceneggiatore, Eduardo ha dedicato tutta la sua vita all’arte e al suo più grande amore: il teatro.
Con le sue opere immortali come Filomena Marturano, Napoli Milionaria, Natale in Casa Cupiello, solo per citarne alcune, il Maestro ha raccontato e smascherato le ipocrisie, dolori, paure e i cambiamenti sociali della sua terra. E della sua amata città, Napoli. Un teatro a cielo aperto da cui ogni giorno prendeva l’ispirazione per i suoi nuovi personaggi.
Eduardo: gli eventi dolorosi che hanno segnato la sua vita
Eduardo De Filippo è stato un protagonista indiscusso della scena del suo secolo. Un’artista geniale, che la sorella, Titina De Filippo, descrisse con queste parole “recitare accanto a lui è come aprire una bustina di porporina d’oro, per quanto stai attento un pochino ne rimane sempre attorno alle dita”. Eppure pur essendo passato alla storia per le sue commedie, la vita dell’attore è stata contornata da eventi molto dolorosi. Nel giro di pochi anni si ritrovò a dover sopportare ben tre gravi lutti familiari: come la morte della figlia Luisella nel gennaio del 1960, quella della moglie Thea nel ’61, ed infine la morte prematura della sorella Titina, avvenuta nel 1963. Inoltre nato da una relazione clandestina tra il noto attore e commediografo dell’epoca, Eduardo Scarpetta, e la sarta teatrale Luisa De Filippo, Eduardo e i suoi tre fratelli hanno vissuto l’affronto di non essere riconosciuti dal padre ma solo dalla madre di cui assunsero il cognome.
Eduardo ed i suoi successi
Eduardo perciò desiderava realizzare il sogno di esportare in tutto il mondo il cognome De Filippo, come rivincita di tutti i soprusi subiti nella sua infanzia dalla famiglia del padre. Il grande successo arriva nel 1931 al Teatro Kursaal di Napoli, con la messa in scena di Natale in Casa Cupiello, che resterà l’opera simbolo della sua comicità fino ai giorni nostri. Le vicende della famiglia Cupiello ed il famoso sketch ( “t piace o presep?”) fra il personaggio di Lucariello, interpretato da Eduardo, e il figlio Tommasino, fanno ormai oggi parte della cultura popolare napoletana. Alla fine del secondo conflitto mondiale, nel 1948, acquista il semidistrutto Teatro San Ferdinando di Napoli, investendo tutti i suoi guadagni nella sua ricostruzione.
Questo è il periodo di un altro suo grande successo come Napoli Milionaria. Qui Eduardo riesce a catturare in anticipo il profondo stravolgimento culturale e generazionale che avrebbe prodotto di li a poco la fine del conflitto sui ruoli sociali. Da quest’opera inoltre deriva la celebre frase, rimbalzata di nuovo su tutti i media durante il lockdown: “adda passà a nuttat”. Agli anni del secondo dopoguerra appartengono altre sue pietre miliari del teatro come Questi fantasmi , Filumena Marturano, Sabato Domenica e Lunedì, dove nascerà poi il suo lungo sodalizio artistico con Pupella Maggio. Per i suoi meriti artistici e contributi alla cultura, nel 1981, viene nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Inoltre gli furono conferite due lauree honoris causa in Lettere dall’Università di Birmingham nel 1977 e dall’Università La Sapienza di Roma nel 1980. A riprova di quanto Eduardo fosse diventato ormai un simbolo della cultura e dell’arte italiana in tutto il mondo.
La sua generosità e genialità artistica
Con Eduardo “il teatro dialettale” reputato generalmente dai critici dell’epoca di secondo ordine, divenne universalmente riconosciuto come una forma d’arte. Nelle sue opere trovò un equilibrio perfetto tra dialetto e lingua italiana capace di far innamorare gli spettatori di tutto il Paese dei suoi personaggi tragicomici. Perché questo era il riassunto della sua vita e della sua forma d’arte: la tragicommedia popolare. La vita era una tragedia che andava osservata e ispezionata da ogni angolatura e in tutte le sue sfaccettature. Eduardo ne sapeva coglierne sempre la comicità seppur molte volte con il dolore nel cuore.
Chi l’ha conosciuto lo ricorda come un uomo estremamente rigido e severo sul lavoro, ma anche e soprattutto capace di un’immensa generosità. Infinita è infatti la lista degli attori che grazie a lui e attraverso di lui hanno visto volare la propria carriera artistica. Perché Eduardo, come solo i grandi artisti sanno fare, il talento non solo lo possedeva, ma lo sapeva anche riconoscere e donare agli altri. Dopotutto la forma più alta di arte è proprio questa. Sapersi donare, al pubblico, all’arte, alle emozioni, agli altri attorni a noi. Eduardo ha donato tutto se stesso.