Ciriaco De Mita, ex presidente del Consiglio negli Anni Ottanta e segretario della Democrazia Cristiana, è morto stamani 26 maggio a Nusco (Avellino), città di cui era sindaco. Fu lui a spingere Sergio Mattarella a un maggiore ruolo in politica.
De Mita aveva compiuto 94 anni lo scorso 2 febbraio. Lo stesso mese in cui aveva dovuto affrontare un intervento chirurgico per la frattura di un femore a seguito di una caduta in casa. A rendere nota la notizia della sua scomparsa è stato il vice sindaco di Nusco, Walter Vigilante. De Mita è morto nella casa di cura Villa dei Pini di Avellino. L’ex premier stava seguendo un percorso di riabilitazione.
Ciriaco De Mita raggiunse l’apice del potere politico negli Anni Ottanta. In quel periodo storico fu l’uomo “del doppio incarico“: Presidente del Consiglio dei ministri e segretario della Democrazia Cristiana, il partito su cui per quarant’anni si è retta la politica italiana di governo. Come capo dell’esecutivo guidò il cosiddetto Pentapartito (DC-PSI-PRI-PSDI-PLI) che cadde nel maggio del 1989, a causa di una crisi scatenata dal leader socialista Bettino Craxi, il suo principale alleato-rivale.
De Mita, una lunghissima carriera
È stato inoltre segretario nazionale – dal 1982 al 1989 – e poi presidente della Democrazia Cristiana (1989 al 1992), nonché quattro volte ministro. Deputato dal 1963 al 1994, e ancora dal 1996 al 2008. Poi europarlamentare dal 1999 al 2004. Anzi, contemporaneamente deputato ed eurodeputato, analogamente a Franco Marini. Dal 2009 al 2014, dopo la DC ha fatto parte del Partito Popolare Italiano e della Margherita. E dal 2008 al 2017 dell’Unione di Centro. Inizialmente aveva aderito al progetto del Partito Democratico. Non ricandidato alle elezioni politiche del 2008 per via dello statuto del PD, che puntava ad un rinnovo della classe politica, aveva aderito all’Unione di Centro. Ultimo importante incarico ricoperto è stato quello di presidente della seconda Bicamerale per le riforme costituzionali tra il 1992 e il 1993.
Fu lui a lanciare Mattarella
Ciriaco De Mita è stato fra i principali esponenti della cosiddetta Prima Repubblica. Ha avuto indirettamente una forte influenza su tutta la vita politica degli anni successivi. Difatti a De Mita si deve la nomina di Romano Prodi come suo consigliere economico e poi presidente dell’IRI (l’Istituto per la Ricostruzione Industriale, n.d.r.). Fatti che dettero inizio alla carriera politica di Prodi, poi divenuto due volte premier e presidente della Commissione europea. Ma non basta perché fu sempre Ciriaco De Mita a lanciare l’impegno in politica di Sergio Mattarella, attuale Presidente della Repubblica, nelle file della sinistra Democristiana. Lo scorso gennaio, intervistato dal Tg2, l’ex leader DC bocciò in tronco la candidatura di Berlusconi a Capo dello Stato, ancora una volta sottolineando che Mattarella sarebbe stato il Presidente migliore.
Ciriaco De Mita è morto il giorno dopo le celebrazioni per il centenario della nascita di Enrico Berlinguer, segretario del PCI, partito con cui De Mita, pur in competizione, ha sempre cercato accordi. Era nato il 2 febbraio 1928 a Nusco, (Avellino) in Irpinia, ed era di umili origini. Il padre svolgeva la professione di sarto e di postino, mentre la madre era una casalinga. De Mita rappresenta, in un certo senso un self made man della politica italiana: un uomo che, quasi dal nulla, è diventato leader. Dopo aver frequentato il liceo classico nella vicina Sant’Angelo dei Lombardi con ottimi voti, vinse una borsa di studio e si iscrisse all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, laureandosi poi in Giurisprudenza. Dopo l’Università cominciò a lavorare come consulente presso l’ufficio legale dell’ENI di Enrico Mattei. Da lì cominciò una carriera che non si è più fermata. Resta celebre la definizione che di lui dette il patron della Fiat, Gianni Agnelli: “Un intellettuale della Magna Grecia“.