ARTE.TV, da Winona Ryder a Banderas-Almodovar: il dietro le quinte dei miti di Hollywood
Una serie di nuovi documentari incentrati su alcune delle personalità più note del grande schermo
Cosa rende duraturo il successo di Winona Ryder o il sodalizio artistico tra Antonio Banderas e Pedro Almodovar? Grazie ad ARTE.TV potremo scoprirlo. Il canale culturale Arte in Italiano, fruibile in streaming, propone una serie di 5 documentari su altrettanti miti hollywoodiani.
La più giovane delle sette arti, il cinema, continua a suscitare un fascino innegabile, che resiste nonostante l’affermazione dello streaming. Lo dimostrano il successo della 75° edizione del Festival di Cannes o la recente decisione dell’Academy, che per l’edizione dei Premi Oscar 2023 ha reintrodotto l’obbligo del passaggio dei film in sala. In oltre un secolo di storia, il grande schermo ci ha offerto cult imperdibili, grazie a personaggi immortali, storie indimenticabili o incredibili effetti speciali.
Dalla Hollywood degli Anni d’Oro con i suoi grandi divi e dive agli Anni Sessanta con i vari movimenti di rottura e le nouvelle vague; dalla New Hollywood di Scorsese, Francis Ford Coppola e Steven Spielberg ai nuovi volti del grande schermo. Ogni generazione ha avuto le sue icone, alcune delle quali saranno celebrate in questa serie di 5 documentari, disponibile sul canale Arte in italiano (ARTE.TV). In particolare, si ripercorreranno le figure di Winona Ryder, dal successo degli Anni Novanta al declino fino alla ritrovata popolarità con Stranger Things; Pedro Almodovar e Antonio Banderas (l’uno spesso imprescindibile dall’altro), il compianto Bruce Lee e Melvin van Peebles.
Su ARTE.TV Winona Ryder: talento e caos
Chiunque abbia vissuto a cavallo tra gli Anni Novanta e Duemila non può non conoscere Winonda Ryder, l’anti-diva per eccellenza. Oltre che per aver intrapreso una chiacchieratissima relazione con Johnny Depp, l’interprete ha ricoperto un vastissimo campionario di ruoli che l’hanno resa l’icona indiscussa della decade. Da ragazzina, ebbe grandi difficoltà a integrarsi con i coetanei a causa del suo carattere introverso. Ma la sua vita cambiò radicalmente all’età di 15 anni, quando ottenne il suo primo ruolo cinematografico e fu poi notata da Tim Burton, che la scelse per la commedia macabra Beetlejuice, spingendola verso la celebrità. La sua ipersensibilità, però, finì per compromettere la sua salute fisica e psicologica, portandola a rinunciare alle riprese de Il Padrino e a essere condannata per taccheggio, evento che ne danneggiò definitivamente la reputazione.
Ormai cinquantenne, Winona Ryder ha fatto un comeback tanto inaspettato quanto apprezzato nella serie fantasy Stranger Things, che il 27 maggio riprenderà con la quarta stagione. Il documentario Winona Ryder: talento e caos, visibile su ARTE.TV, attraverso estratti e filmati d’archivio, racconta la sua storia e traccia il profilo di un’artista considerata una outsider.
Banderas-Almodovar: dolore e gloria
Se Hollywood ha fatto di Antonio Banderas l’attore spagnolo più famoso al mondo, il merito di averlo scoperto è tutto di Pedro Almodóvar. I due si incontrarono nei primi anni ‘80 a Madrid e da allora hanno lavorato a film di grande successo come Donne sull’orlo di una crisi di nervi e Legami, grazie ai quali l’attore riuscì ad affermarsi come sex symbol attirando i riflettori di Hollywood.
Quando Banderas approdò a Los Angeles, però, il regista rimase profondamente deluso e iniziò a giudicare severamente le performance “americane” dell’attore che si era, a suo parere, piegato agli stereotipi indossando spesso la maschera del maschio ispanico erotizzato. La riappacificazione tra i due avvenne vent’anni dopo con film come La piel que habito e, soprattutto, Dolor y Gloria. Il documentario Banderas-Almodovar: dolore e gloria propone un’immersione negli archivi e in 40 anni di relazione artistica tra il Maestro e la sua Musa al maschile, su ARTE.TV. Un legame dapprima simbiotico, poi conflittuale, un po’ come i grandi amori (in questo caso esclusivamente professionali): fanno giri immensi ma poi ritornano.
Su ARTE.TV, Bruce Lee: Kung Fu Revolution(s)
Nel mondo del kung fu c’è un prima e un dopo Bruce Lee. Fin da bambino l’attore si fece notare per la sua eccezionale destrezza nel combattimento e fu proprio questo talento, torneo dopo torneo, ad attirare l’attenzione di registi internazionali, che lo chiamarono negli Stati Uniti. Bruce Lee incarnava un fenomeno nuovo, ma il cinema americano non lo prese subito sul serio e così, non riuscendo più a trovare ruoli tra le produzioni di Hollywood, decise di ritornare a Hong Kong, dove viveva la famiglia. Lì spiccò il volo diventando un fenomeno mondiale. Kung Fu Revolution – Bruce Leader, primo capitolo della serie Kung Fu Revolution(s), racconta la nascita e la vita di un mito del cinema e delle arti marziali. Il documentario è disponibile su ARTE.TV.
La storia di due cult, da Sofia Coppola a Bernardo Bertolucci: C’era una volta… il grande cinema
Dai volti di Marlon Brando a Bill Murray, passando per la regia di Xavier Dolan, la serie C’era una volta… Il grande cinema compie un viaggio alla scoperta della genesi, delle reazioni del pubblico e della storia di alcuni cult assoluti della Settima Arte. Tra le pellicole esplorate Lost in Translation di Sofia Coppola, dall’incredibile dietro le quinte delle riprese di Tokyo fino all’inaspettato successo, e Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, tra tagli e denunce per oscenità. Due cult iconici per diverse ragioni: il primo, grazie al suo perfetto equilibrio tra ironia e malinconia, tra humor e pathos e, soprattutto, per la perfetta alchimia tra Bill Murray e Scarlett Joahnsson; il secondo, invece, per lo scandalo suscitato sia dalla storia in sé che, soprattutto, per le controverse vicende che hanno coinvolto il regista, Marlon Brando e Maria Schneider. Il documentario è visibile su ARTE.TV.
La nascita di un eroe nero al cinema: Melvin van Peebles: “Sweet Sweetback” su ARTE.TV
Nel 1971, quando negli Stati Uniti crescevano le violenze nei confonti della comunità afroamericana da parte della polizia, Melvin van Peebles entrò a gamba tesa nel cinema holliwoodiano con Sweet Sweetback’s Baadasssss Song, film che vide per la prima volta sul grande schermo un protagonista nero. Il suo personaggio divenne uno schiaffo alla coscienza di una società composta per ben l’11% da afroamericani, una percentuale elevata ma ancora “invisibile” dalle parti di Hollywood. Sweet Sweetback segnò così l’alba del movimento Blaxpoitation, omaggiato più avanti da cineasti come Gordon Parks e Quentin Tarantino, e la cui epopea è raccontata in questo documentario, disponibile su ARTE.TV.