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Genitori e figli: i ruoli oggi si sono invertiti

La rivoluzione dei teenagers, giovani sempre più viziati, i genitori che imitano i figli

Oggi 31 maggio è la giornata internazionale dei genitori. Senza alcun dubbio le due figure più importanti della vita di ogni un essere umano; e che danno vita a quello che noi chiamiamo tradizionalmente famiglia. Il rapporto genitori-figli nel tempo ha cambiato le sue forme e subito profonde mutazioni. 

Tutti gli studi psicologici non hanno mai avuto dubbi nel confermare ancora oggi la centralità della famiglia nella formazione di un individuo, così come la radice di molte disfunzioni nella sua assenza o precarietà. Il luogo a cui, nonostante tutti i mutamenti sociali nel tempo, apparteniamo e torniamo. Un luogo in cui abbiamo bisogno di sentirci protetti e soprattutto amati. Ma quali sono le criticità della famiglia oggi? Si parla di ruoli sempre più invertiti: di giovani viziati e sempre meno autonomi che entrano nel mondo del lavoro. Quali responsabilità hanno in questo quadro i genitori?

@kalhh da Pixabay

Il rapporto genitori-figli nel Novecento: la rivoluzione dei teenagers

I modelli educativi e i rapporti tra genitori e figli sono cambiati nel corso di tutto il Novecento. Da una famiglia autoritaria, incentrata sull’obbedienza del figlio e la sua sottomissione alla volontà degli adulti. Si è via via giunti ad un rapporto tra genitori-figli meno sbilanciato, meno asimmetrico, e più paritario. I giovani con la rivoluzione culturale del ’68 hanno reclamato a gran voce il diritto alla loro individualità e indipendenza intellettuale all’interno della società e della famiglia. La famiglia, soprattutto all’epoca, era vista come la prima grande responsabile di un retaggio borghese di stampo patriarcale, che impediva la realizzazione di un mondo nuovo. I genitori-padroni che imponevano e dettavano allora le responsabilità e i doveri dei giovani, erano rappresentati come allo stregua dello Stato. Pronto a difendere leggi e regole di un mondo che all’epoca sentiva fortemente invece la necessità di cambiare.

E così la libertà dei costumi iniziò a significare anche maggiore libertà per i giovani all’interno della propria famiglia. Libertà di scegliere il proprio futuro, il proprio modo di vestire, di esprimere la propria opinione anche laddove discordante dagli adulti. Il giovane sentiva di dover possedere il diritto di essere considerato nella società, anche se non poteva votare o non era mai entrato nel mondo del lavoro. In America la rivoluzione dei teenagers, aveva anche un incentivo e un significato economico per il governo. Rivolgersi ai teenagers significava assicurarsi un mercato di miliardi di dollari. Il teenager era un consumatore appassionato, tecnologico, e soprattutto facilmente malleabile. Nascono così i prodotti di mercato a solo uso e consumo per i teenagers: gadgets, videogiochi, cosmetici, cibi, bevande e chi più ne ha più ne metta. Ad oggi il potere di acquisto della Generazione Z americana si stima sia di 66 miliardi di dollari.   

Genitori e figli oggi: un rapporto sbilanciato

La preoccupazione generale di psicologi e sociologi esperti del settore però è che oggi lo sbilanciamento precedente che vedeva l’autorità indiscussa dei genitori sul figlio, sia stato sostituito da uno sbilanciamento opposto. Ovvero genitori che, pur di andare incontro ai desideri del figlio e accontentarlo, cedono il proprio ruolo educativo. Il limitare della distanza avrebbe generato in molti casi un figlio che guadagna una sorta di amico, ma perde la fondamentale e insostituibile guida del genitore, che deve saper indirizzare e contenere gli atteggiamenti del figlio con i suoi “No”. Il problema è che quei “No” – quelli che aiutavano a crescere secondo Asha Philips – oggi sono diventati sempre di meno. Ed i giovani di oggi risultano entrare nel mondo del lavoro e degli adulti emotivamente impreparati. Vengono comunemente descritti dai CEO, come poco autonomi, incapaci di gestire situazioni di grande difficoltà e poco resilienti. 

 

Nelle famiglie di oggi è sempre più spesso presente un unico figlio, desiderato e programmato in anticipo, che concentra su di esso aspettative e aspirazioni dei propri genitori. Il figlio è  ripetutamente giustificato e protetto nel suo sviluppo educativo dagli attacchi esterni. Cosicché “dal professore ha sempre ragione” oggi si potrebbe quasi affermare che “il figlio ha sempre ragione”. Ma a cosa sta portando tutto questo? Cosa sta generando quest’atteggiamento iperprotettivo e queste valanghe di concessioni? Crediamo davvero che gli adolescenti sappiano già distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato? Solo perché hanno accesso a milioni di informazioni in più rispetto al passato e sono tecnologicamente all’avanguardia? E’ giusto trattarli come dei piccoli adulti?

“I giovani hanno bisogno soprattutto di esempi”

Non è forse attraverso lo scontro e la conquista con i denti di qualcosa, che si impara davvero a diventare grandi? Il mondo del lavoro è oggi più competitivo che mai e facciamo del male ai nostri ragazzi in realtà ogniqualvolta che gli neghiamo dei “No”. Ogni concessione gratuita è un illusione in più che gli si regala che la realtà la fuori possa essere davvero tanto semplice. I genitori dovrebbero smetterla perciò di vivere nell’ansia di accontentare i propri figli. “I giovani”, diceva l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini, “hanno bisogno soprattutto di esempi”. E gli adulti devono ritornare a sentirsi degli esempi per i propri figli. Siamo al paradosso di assistere ad adulti che imitano gli adolescenti, che si sentono a loro volta già degli adulti. Ma l’adulto ha il compito di educare l’adolescente. Di far comprendere come essere adulti non significhi essere liberi di fare quello che si vuole, ma semmai all’opposto, comprendere le proprie responsabilità. Chi responsabilizza oggi i nostri ragazzi? Chi gli insegna come superare da soli i mille “No” della vita, se questi gli vengono già negati sin dalla nascita? Regaliamogli più “No” che il nuovo modello di smartphone. La vera conquista è che un giorno quello smartphone siano in grado di comprarselo da soli.

Chiara Cavaliere

Attualità, Spettacolo e Approfondimenti

Siciliana trapiantata nella Capitale, dopo la maturità classica ha coltivato la passione per le scienze umane laureandosi in Scienze Politiche alla Luiss Guido Carli. Senza mai abbandonare il sogno della recitazione per cui ha collaborato con le più importanti produzioni cinematografiche italiane tra cui Lux Vide, Lotus e Italian International Film.
Si occupa di attualità e degli approfondimenti culturali e sociali di MAG Life, con incursioni video. Parla fluentemente inglese e spagnolo; la scrittura è la sua forma di attivismo sociale. Il suo mito? Oriana Fallaci.

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