Tennis, Roland Garros: Nadal al 14esimo sigillo
Come lui nessuno mai sulla terra rossa e ben 22 titoli dello Slam con cui stacca a 20 Roger Federer e Novak Djokovic. Giallo sulla conferenza stampa - smentita - sul possibile ritiro
La finale è andata come doveva andare: come va sempre quando sulla terra rossa di Parigi c’è da una parte Rafael Nadal. E’ lui il 14 volte campione del Roland Garros: 2005, 2006, 2007, 2008, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2017, 2018, 2019, 2020, 2022. Sembra la successione di Fibonacci e invece sono le volte che negli ultimi 18 anni ha vinto lui.
“Non avrei mai pensato di essere qui a 36 anni, di essere competitivo”. Lo ha dichiarato lo stesso Rafael Nadal con il trofeo già in mano sul campo. Citofonare al povero Casper Ruud che si è visto asfaltare piano – in quanto a potenza – a forza di palle arrotate, alte e di tattiche in cui lo spagnolo è maestro. In tre set come avviene sempre se c’è lui e specie se si gioca al Roland Garros: una striscia irripetibile – anche se nello sport mai dire mai! – di 112 vittorie e solo 3 match persi.
Roland Garros: 14 volte Rafael Nadal
Non è stata una partita spettacolare. Anestetizzata dalla maestria tecnica del maiorchino. Canovaccio standard: se hai un punto debole – nel caso del norvegese il rovescio – lo giocherai in tutte le salse. L’avversario si batte sul campo e di testa. E infatti Casper Ruud capitola 6-3 6-3 6-0. Ad onor di cronaca il norvegese – che si allena nell’accademia dello spagnolo – riesce a strappare un paio di volte il servizio al maiorchino, ma il contro break è sempre arrivato a rimettere al giusto posto le cose per continuare ad alimentare la leggenda. E’ finita come negli allenamenti: non ha mai vinto un set. Figuriamoci nella partita che giganteggia una carriera da G.O.A.T.
Già perché quando si tratta di Rafa Nadal il record lo devi scegliere o rischi di scrivere una cantica dantesca. Nelle diciassette edizioni degli Open di Francia a cui ha preso parte sulle ultime 18, Nadal ne ha vinte quattordici. Le sole 3 sconfitte – due contro Novak Djokovic e una contro Robin Soderling – sono arrivate tutte lontane dall’atto finale. Si è ritirato invece nel 2015. Quindi solo due giocatori possono dire di averlo battuto sul campo. E nelle 4 edizioni che gli mancano hanno vinto: nel 2009 Federer, nel 2015 l’altro svizzero Wawrinka, nel 2016 e l’anno scorso Djokovic. Con il successo di oggi lo spagnolo raggiunge quota 22 Slam vinti, portandosi a +2 proprio sui rivali di sempre, Roger e Nole, fermi a 20 successi.
Il giallo delle voci sulla conferenza stampa – smentita – che sapeva di addio
“Continuerò a provarci e lottare. Non lo so cosa riserva il futuro, ma farò di tutto, continuerò a lottare per cercare di andare avanti“. Con queste parole sul campo, un commosso oltre la solita misura Rafael Nadal, mette a tacere la ridda di voci che dal mattino si rincorrono. Su una possibile conferenza stampa extra già convocata – e smentita dal suo ufficio stampa – con presente Roger Federer, il rivale vero di sempre.
La commozione si spiega con la situazione fisica del campione spagnolo che ripete ancora ai microfoni: “Gioco con un’infiltrazione sul nervo grazie alla quale il piede mi viene addormentato“. Mostruoso anche questo. D’altronde come ha detto qualche giorno fa dopo lo spaventoso infortunio occorso in semifinale contro di lui ad Alexander Zverev avrebbe dato volentieri in cambio la finale e le chance di vittoria per un piede nuovo. Ma lotterà o non sarebbe lui. Vamos Rafa!