In Italia i fiumi non hanno quasi più acqua. Nel Bacino Padano il fabbisogno è alto ma tutte le disponibilità di acqua sono “in esaurimento“. Per il Po, in particolare, gli esperti parlano di una crisi “con valori mai visti da 70 anni” a oggi.

È il nuovo allarme che arriva dall’Osservatorio sugli utilizzi idrici del grande fiume che si è riunito il 10 giugno a Parma. Una seduta straordinaria con Autorità del Po, Regioni, portatori d’interesse, protezione civile. Allo scenario della mancanza d’acqua, già molto critico, “si aggiunge la previsione di mancanza di piogge e il persistere di alte temperature sopra la media“. La siccità del bacino del Po incide pesantemente anche sul settore idroelettrico. La produzione è “in stallo” e all’orizzonte c’è preoccupazione per la quantità d’acqua necessaria a raffreddare le centrali.

il Po a Torino. Foto Ansa/Alessandro Di Marco

In Lombardia si va verso lo stato di crisi idrica regionale; l’incubo del razionamento dell’acqua potabile torna ad aleggiare sul Lazio. Nella regione che ha per capoluogo Roma la quasi assenza di precipitazioni sta diventando allarmante: calano i livelli dei fiumi Tevere e Liri. Ma anche dei laghi di Bracciano e di Nemi. A segnalarlo è l’Osservatorio ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue).

Acqua, situazione grave

Grave la situazione dei fiumi in Toscana, dove l’ormai ‘torrente Arno‘ ha una portata pari al 27% della media. L’Ombrone è in grande sofferenza. Piove troppo poco anche in Abruzzo dove nei mesi scorsi si sono toccati deficit superiori al 90%. Malgrado le piogge, cadute però con intensità diversa da zona a zona, i fiumi delle Marche stanno tornando ai livelli del 2021. Con un’improvvisa discesa anche dei volumi d’acqua trattenuti nei bacini. In Campania, il fiume Garigliano rimane sui livelli più bassi in anni recenti, così come si segnalano in calo i volumi dei bacini del Cilento e del Lago di Conza. Gli invasi di Basilicata e Puglia, complici le alte temperature, registrano una vistosa decrescita nei volumi trattenuti. Preoccupanti anche i dati praticamente dimezzati nell’invaso alla diga Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, in Calabria. In Sardegna, al Centro-Nord dell’isola sta aggravandosi la scarsità di risorsa idrica.

Foto Ansa/Alessandro Di Marco

In calo è il livello dei grandi bacini d’acqua del Nord, con il Lago Maggiore, che è prossimo a sfiorare nuovamente il minimo storico dal 1946. I fiumi piemontesi decrescono visibilmente; nelle dighe della Baraggia (Ravasanella, Ostola, Ingagna) mancano circa 4 milioni di metri cubi. In Lombardia le riserve idriche restano largamente deficitarie. Situazione analoga si registra in Emilia Romagna. In Veneto, infine, come tutti grandi fiumi del Nord continua a calare il livello dell’Adige, confermandosi ai minimi del recente decennio. In calo anche il Piave. Più in generale, la siccità che avanza mette ormai a rischio desertificazione, in prospettiva, almeno il 20% del nostro Paese.

Foto Ansa/Tino Romano