Caterina Lucchi: “La borsa rappresenta il carattere della donna che la indossa”
La rubrica di VelvetMAG “Interviste in doppio petto” firmata da Mirco Giovannini alla scoperta di una "signora delle borse"
Il viaggio da puro insider dello stilista Mirco Giovannini ci porta a conoscere Caterina Lucchi. Siamo nel cuore della Romagna, e precisamente a Cesena, per raccontare una storia di belle borse lunga 30 anni e non solo, perché la Campomaggi & Caterina Lucchi S.p.A. è un’azienda italiana leader nella produzione e commercializzazione non solo di borse, ma anche accessori in pelle, totalmente Made in Italy.
La storia dell’azienda nasce con Caterina Lucchi e Marco Campomaggi che cominciano a produrre i primi esemplari da studenti. Puntano da subito su oggetti esclusivi e di altissima qualità, partendo da una piccola produzione in cantina, fino a fondare la propria azienda. Negli Anni ’80 dapprima le producono per mantenersi agli studi, poi nel 1983 nasce il primo nucleo dell’azienda.
Tutta la produzione viene eseguita al 100% in Italia con l’utilizzo di materiali tutti Made in Italy. La ricerca e l’attenzione dell’eccellenza nelle materie prime di borse e accessori sono insieme marchio di fabbrica e motivo di orgoglio e di apprezzamento.
Caterina Lucchi in esclusiva per la rubrica Interviste in doppio petto di Mirco Giovannini
Le borse sono una delle grandi passioni femminili, possiamo dire che tutto il suo mondo entra in ogni borsa?
Noi donne non possiamo uscire senza avere con noi una borsa, dove all’interno della quale dobbiamo avere tutto ciò che può servirci nella giornata. L’attenzione a questo oggetto è sempre massima, per dimensione, stile, colore, pesantezza, praticità, e bellezza. Spesso l’accessorio borsa rappresenta il carattere della donna che lo indossa, nella sua ricercatezza ritroviamo il modo di pensare di chi la porta. Se quando indossiamo un abito facciamo una scelta di circostanza, quando indossiamo una borsa facciamo una scelta di contenuto di ciò che vogliamo comunicare a chi ci guarda, e che ci interessa trasmettere.
Ricorda ancora la prima che ha progettato?
Si, era una borsa quadrata a postina, che utilizzavo per andare a scuola, molto sportiva adeguata alla mia età.
Campomaggi e Lucchi è un sodalizio personale e lavorativo: quanto ha influito essere una coppia nel vostro successo?
Ci siamo incontrati nel 1980, e abbiamo iniziato la nostra relazione sentimentale, poi l’anno dopo nel 1981 abbiamo deciso di iniziare a lavorare insieme. La nostra visione di futuro coincideva, ed è stata semplice e veloce l’intesa lavorativa. Il nostro sogno si è realizzato crescendo nel corso degli anni.
Negli Anni ’80 avete iniziato a realizzare borse e venderle a Cesenatico per mantenervi negli studi? Mostravate spirito di iniziativa che poi non è mai venuto meno nel costruire il vostro brand.
E’ stata un’avventura entusiasmante, piena di difficoltà, ma anche di grandi soddisfazioni, ci siamo inventati un mestiere a noi sconosciuto senza avere alcuna base teorica o di tradizione familiare. E’ stato molto impegnativo, ma straordinario.
Ogni vostra borsa è un prodotto esclusivamente Made in Italy: ci descrive il processo produttivo?
L’azienda ha tre brand CAMPOMAGGI, CATERINA LUCCHI e GABS, e per ogni brand abbiamo un ufficio stile dedicato. Le collezioni vengono progettate dagli stilisti dei quali fa parte anche nostra figlia Sofia, che da qualche stagione dopo un percorso al POLIMODA di Firenze, ha deciso di entrare in azienda. Tutti i processi produttivi aziendali vengono realizzati internamente. Dai prototipi, la produzione dei campionari per gli agenti, l’organizzazione delle campagne vendite, la comunicazione, la gestione dei siti e-commerce, come la successiva produzione dei prodotti venduti in campagna vendita. Tutto rigorosamente e TOTALMENTE Made in Italy.
So che un brutto incendio ha messo a repentaglio parte dell’azienda e voi eravate presenti: ce lo racconta?
E’ stata una bruttissima esperienza, perché in un ora abbiamo rischiato di perdere tutto ciò che avevamo realizzato in 39 anni di duro lavoro, i sacrifici e la fatica di una vita. E’ stata un’esperienza che non potremo mai dimenticare e che ci ha segnato inevitabilmente. Noi eravamo in azienda quando si è scatenato l’incendio, e siamo riusciti a chiamare subito i Vigili del Fuoco, i quali sono venuti da 5 città diverse, e sono riusciti nella notte a contenerlo onde evitare che si espandesse in tutta l’azienda, per spegnerlo completamente invece ci sono voluti 5 giorni. Il 2020 è stato un anno difficilissimo perché dopo due mesi dall’incendio è partita la pandemia Covid 19, con tutte le conseguenze che conosciamo.
Ci descriva lo spirito dell’ultima collezione Caterina Lucchi.
DISTINGUERSI EMOZIONANDO
Invece l’ispirazione per la prossima borsa?
Creare un oggetto che trasmette uno stile di vita, un mondo al quale si vuole appartenere.