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Ucraina, Mosca: “Stiamo dialogando col Vaticano”

L'ex premier di Putin: "Non lo riconosco più. Questa guerra può durare anni"

Crescono gli sforzi diplomatici per porre fine alla guerra in Ucraina. “La prossima settimana parlerò con Putin e Zelensky” annuncia il presidente turco Erdoğan. E la Russia fa sapere di accogliere con favore l’impegno di mediazione della Santa Sede per porre fine al conflitto.

Lo afferma il direttore del Primo dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, Alexey Paramonov. Col Vaticano “manteniamo un dialogo aperto e riservato su una serie di questioni, principalmente legate alla situazione umanitaria in Ucraina“, spiega. “La dirigenza vaticana ha ripetutamente dichiarato la sua disponibilità a fornire ogni possibile assistenza per raggiungere la pace e porre fine alle ostilità in Ucraina. Queste affermazioni sono confermate nella pratica.”

Ucraina Papa Francesco
Foto Ansa/Ettore Ferrari

Dal canto suo l’Ucraina chiede all’Occidente sistemi anti-missile più moderni come i Patriot. Nel Donbass sotto attacco russo la situazione bellica è drammatica. “Nessuno sa quanto durerà la guerra” dicono da Kiev. I civili rifugiati nell’impianto chimico Azot a Severodonetsk hanno iniziato a lasciare il complesso e le forze ucraine hanno lanciato una controffensiva nella regione di Kherson per riconquistarla. A Severodonetsk, nel Donbass, i filorussi avvertono gli ucraini filogovernativi: “Avete due opzioni: arrendervi o morire.” Lo afferma Eduard Basurin, capo della milizia della sedicente repubblica popolare del Donetsk.

Ucraina, Severodonetsk

Secondo lui i soldati ucraini hanno fatto saltare in aria quello che sarebbe l’ultimo ponte che collegava Severodonetsk con Lysychansk. E ora non possono lasciare la città. È il contrario di quanto afferma al Guardian il governatore ucraino della regione di Lugansk, Serhiy Gaidai. Sono le forze russe, sostiene, ad aver distrutto un ponte che collega Severodonetsk con la vicina Lysychansk, impedendo di fatto la possibile evacuazione di molti civili ancora in città. Al momento, sottolinea, soltanto uno dei tre ponti che collega le due città resta praticabile.

“La guerra durerà 2 anni”

Mentre la guerra si fa sempre più feroce, da parte russa si fa vivo il primo capo del Governo di Vladimir Putin, vent’anni fa. Neppure nei suoi peggiori incubi Mikhail Kasyanov, oggi oppositore di Putin, avrebbe potuto immaginare che il suo ex leader si imbarcasse nell’invasione dell’Ucraina. “Il Putin che conoscevo era diverso” ha detto Kasyanov in un’intervista video con l’Agenze France Presse (AFP). “Se cade l’Ucraina i prossimi a rischiare saranno i Paesi baltici” ha affermato senza mezzi termini. Mikhail Kasyanov, primo ministro russo dal 2000 al 2004 prima di passare all’opposizione, stima che la guerra potrebbe durare fino a due anni. Ma crede ancora che la Russia un giorno tornerà su un “percorso democratico“.

Ucraina Kasyanov
Al centro l’ex premier russo, Mikahil Kasyanov, oppositore di Putin. Foto Ansa/Epa Yuri Kochetkov

Di Maio: “Non accettiamo lezioni

Sugli effetti della guerra in Ucraina, in Italia si registra la dura pressa di posizione del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in una lettera alla Stampa. “Non accettiamo lezioni di giornalismo da chi, nel proprio paese, non permette ai cittadini di manifestare liberamente o ai giornalisti di parlare di guerra” ha scritto il capo della Farnesina. Di Maio è intervenuto sul caso della denuncia presentata contro il quotidiano di Torino dall’ambasciatore russo a Roma, Sergey Razov. La procura di Torino l’ha archiviata ma è diventata motivo di nuovi attacchi da parte della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Qualsiasi provocazione rivolta ai media italiani, con l’intento di screditare il nostro Paese, è da rispedire al mittente. Non sono tollerabili ulteriori attacchi a chi con professionalità svolge il suo lavoro” ha concluso il ministro.

Ucraina Di Maio
Luigi Di Maio. Foto Ansa/Angelo Carconi

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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