Altolà del M5S al premier Draghi sull’invio di nuove armi all’Ucraina. I pentastellati stanno preparando una risoluzione che rischia di mettere in difficoltà il Governo.
“Si impegna il Governo a non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti” all’Ucraina. Lo si legge nella bozza di una risoluzione. Armamenti che “metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica“. Così i senatori del Movimento si stanno preparando in vista del voto di martedì 21 giugno dopo la comunicazioni del premier Draghi sul Consiglio europeo del 23-24 giugno. Un summit rivolto all’analisi della crisi ucraina.
Ma ci sono anche altri impegni che si sollecitano al Governo nella risoluzione, e riguardano il cessate il fuoco. “Si impegna il Governo a promuovere nelle opportune sedi europee il consolidamento di un’azione diplomatica coordinata. Che sia volta a fornire nuovo impulso alle trattative di pace tra Ucraina e Russia al fine di giungere a un immediato cessate il fuoco. A promuovere per l’Unione europea il ruolo di principale attore diplomatico e di garante del supporto al popolo ucraino“.
“All’Ucraina già tante armi”
Il testo parte dalla premessa che il conflitto “dura ormai da oltre 100 giorni e sta assumendo sempre più le caratteristiche di una guerra di logoramento.” E che gli ucraini stanno “combattendo per il proprio diritto all’autodeterminazione“. Si ricorda poi che dall’inizio della guerra “l’Unione europea ha inviato forniture militari all’Ucraina per almeno 2 miliardi di euro. Stati Uniti e Regno Unito hanno inviato armi a Kiev rispettivamente per 4,6 miliardi e un miliardo di dollari. E hanno già deciso ulteriori e ancor più consistenti forniture. L’Italia ha già emanato 3 decreti ministeriali che hanno previsto l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari“.
Di Maio: “Italia con la NATO“
A stretto giro è arrivato il commento del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Ho letto che in questo ore c’è una parte del Movimento che ha proposto una bozza di risoluzione che ci disallinea dall’alleanza della NATO e dell’Ue. La NATO è un’alleanza difensiva, se ci disallineiamo dalla NATO mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia“. I partiti che sostengono il Governo Draghi, dunque, stanno lavorando alla risoluzione. Sei i punti di cui uno ancora mancante. Quello, delicatissimo, appunto, sul sostegno anche militare all’Ucraina. La maggioranza ha concordato per ora su 5 dei 6 contenuti da inserire nel testo rimandando l’ultimo a una riunione prevista per lunedì prossimo, 20 giugno. Tutti d’accordo sull’adesione di Kiev all’Ue, la revisione del Patto di Stabilità, gli interventi per famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti della guerra. Così come sul RepowerEu per l’energia e il rafforzamento delle proposte sul futuro dell’Unione. Il nodo restano le armi a Kiev. La battaglia politica è appena cominciata.