Una stima effettuata a giugno dall’Unesco rivelerebbe che un numero vastissimo di monumenti, centri culturali e religiosi sarebbero andati distrutti, parzialmente o totalmente, in Ucraina; dallo scoppio della guerra, lo scorso 24 febbraio, sono oltre 150 i siti danneggiati. Presto nel territorio un team di esperti del patrimonio.
Un patrimonio storico e culturale che si sgretola a poco a poco a causa dei continui combattimenti e bombardamenti che non danno tregua all’Ucraina; dallo scorso 24 febbraio 2022 il paese dell’Est Europa è costretto a vedere case, scuole e attività commerciali distrutte dal conflitto. A questo numero, già spropositato, di macerie si aggiungono anche quelle di chiese, musei a altri siti culturali.
La guerra è sinonimo di distruzione e come tale porta con sé una scia di morte che spezza vita innocenti e la cultura di un popolo. Alla tragedia delle vittime, infatti, si aggiunge in Ucraina anche il rischio di una drammatica cancellazione del patrimonio culturale del paese. L’Unesco conferma che, a giugno del 2022, sarebbero già 152 i siti, totalmente o parzialmente, danneggiati.
Il patrimonio culturale compito in Ucraina
È lunghissima la lista di musei, chiese, centri culturali, siti storici, distrutti dai bombardamenti e i conflitti armati, che dallo scorso 24 febbraio stanno colpendo il paese ucraino. Come conferma una stima dell’Unesco, tre quarti dei siti culturali danneggiati si trovano in tre regioni in particolare. Donetsk, dove i combattimenti sono ancora particolarmente intensi, si contano con 45 siti colpiti; nella regione di Charkiv i siti danneggiati sono 40 e a Kiev 26. La valutazione sarebbe aggiornata al 22 giungo scorso e secondo quanto rivelato dagli esperti, attualmente si contano 70 edifici religiosi danneggiati, 30 edifici storici, 18 centri culturali, 15 monumenti e 7 musei.
Come si legge sul sito dell’agenzia stampa Cult, Audrey Azoulay, Direttore generale dell’Unesco ha dichiarato: “Questi ripetuti attacchi ai siti culturali ucraini devono cessare. Il patrimonio culturale, in tutte le sue forme, non dovrebbe essere preso di mira in nessuna circostanza. Ribadisco il mio appello al rispetto del diritto umanitario internazionale, in particolare della Convenzione dell’Aia per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato“. Proprio facendo appello alla suddetta Convezione, sin dall’inizio del conflitto il Direttore Generale si è prodigato per avviare diverse misure d’emergenza, affinché le distruzioni risultassero il più possibile contenute.
Operazioni di tutela da parte dell’Unesco
Per cercare di tutelare il patrimonio storico e culturale dell’Ucraina, l’Unesco ha fornito, innanzitutto, consulenza tecnica a professionisti della cultura sul campo; attività atta a contenere il più possibile la distruzione derivata dai bombardamenti. Le azioni di consulenza si sono declinate sia nella protezione di edifici che di opere; inventari e l’individuazione di rifugi per tutto quello che poteva essere spostato e il rafforzamento di misure antincendio. Inoltre l’Unesco ha assistito le autorità ucraine affinché potessero contrassegnare i siti culturali con lo ‘scudo blu‘. Questo emblematico simbolo, infatti, riveste un’importanza particolare poiché individua la proprietà protetta dalla Convenzione dell’Aia del 1954.
Convenzione che nasce proprio con lo scopo di tutelare i beni culturali durante una guerra; proteggendo opere e siti da danneggiamento e saccheggiamento. Di conseguenza, ogni violazione ad un bene contrassegnato dallo scudo blu, rappresenta una violazione del diritto internazionale e quindi perseguibile. Anche se la portata dei danni agli edifici storici e culturali è considerevole, è importante sottolineare che, fino a questo momento, nessuno dei 7 siti considerati Patrimonio Mondiale dell’Unesco ha subito devastazioni. Infine, per continuare a tutelare la storia e la cultura dell’Ucraina, l’organizzazione delle Nazioni Unite ha istituito un fondo dedicato ad azioni a sostegno del paese; in programma la creazione di un team dedicato alla protezione dei bene culturali che sarà stanziato a Kiev. Presto anche una missione di esperti del patrimonio arriverà nel paese.