Stragi senza fine in Ucraina. La guerra non si ferma e i civili muoiono assassinati nella barbarie che si consuma in piena Europa, senza il benché minimo segnale di distensione e di pace.
Un massacro di civili è avvenuto in un centro commerciale stracolmo di clienti, il 27 giugno a Kremenchuk, nella regione di Poltava (Ucraina centrale) sulle rive del fiume Dnirpo. Centinaia di persone, forse più di mille, stavano facendo acquisti all’interno dell’Amstor, a 300 metri dalla stazione ferroviaria. Poco prima delle 16 due missili russi hanno centrato in pieno la struttura provocando almeno 18 morti e oltre 50 feriti. Sei dei quali in condizioni gravi. Ma per le autorità il conteggio delle vittime potrebbe crescere ancora. C’è infatti difficoltà a domare l’incendio seguito al bombardamento. Si teme che ci siano molte persone rimaste sotto le macerie dell’edificio di oltre 10mila metri quadrati, adesso “completamente distrutto“.
Secondo le prime ricostruzioni dell’esercito di Kiev, sono 2 i missili a lungo raggio Kh-22 che i nemici hanno sparato dalla regione russa di Kursk, da bombardieri Tu-22M3. I quali sarebbero decollati dalla base di Shaykovka. L’obiettivo che hanno colpito non costituiva un “pericolo per l’esercito russo” e non aveva “alcun valore strategico“, ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Si sarebbe trattato di un attacco che ha preso deliberatamente di mira “il tentativo delle persone di vivere una vita normale, che fa arrabbiare così tanto gli occupanti“. Per il governatore Dmytro Lunin “è un altro crimine di guerra russo.”
Civili uccisi, le proteste del G7
Sulla strage di civili di Kremenchuk è intervenuto anche il G7. “Condanniamo solennemente l’abominevole attacco a un centro commerciale a Kremenchuk” si legge in una nota dei leader dei sette maggiori paesi industrializzati. “Siamo uniti all’Ucraina nel piangere le vittime innocenti di questo attacco brutale. Gli attacchi indiscriminati a civili innocenti costituiscono un crimine di guerra.
Il presidente russo Putin e i responsabili saranno tenuti a renderne conto“. Il premier britannico Boris Johnson ha puntato il dito contro “la profondità della crudeltà e della barbarie” di Vladimir Putin mentre il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha detto che “il mondo è inorridito“. Non è la prima volta che Kremenchuk viene colpita dall’inizio del conflitto.
Russia: “Volete la terza guerra mondiale“
E la Russia? Non sta certo a guardare e, a sua volta, protesta accusando gli Stati Uniti e l’Europa di determinare una escalation militare. Come? Inviando armi a Kiev che sarebbe a sua volta responsabile di “uccisioni di civili“. “Le continue consegne di armi da Washington a Kiev – dice l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov – non fanno altro che inasprire la spirale del conflitto e aumentare la minaccia di un ulteriore aggravamento con conseguenze imprevedibili“.
“Tuttavia, i circoli dirigenti di Washington, accecati dall’idea di indebolire la Russia, non sono ancora in grado di valutare razionalmente e nel suo complesso la pericolosità delle loro mosse“. Ma non basta, perché Dmitry Medvedev, vicecapo del Consiglio di sicurezza russo, rincara la dose. “Qualsiasi tentativo di invadere la Crimea equivarrebbe a una dichiarazione di guerra contro la Russia. Se uno Stato membro della NATO facesse una tale mossa, porterebbe a un conflitto contro l’intera Alleanza dell’Atlantico del Nord. Alla terza guerra mondiale, a un disastro totale“.