Della guerra in Ucraina, sempre più feroce, non si intravede la fine e la Russia chiude progressivamente i flussi di gas verso l’Europa. I prezzi salgono e il Governo corre ai ripari. In vista di un inverno che già adesso si preannuncia complicato.
La Russia, afferma a SkyTg24 il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, “nel nostro caso (dell’Italia, ndr.) ha ridotto del 15% i flussi normali“. Ma ora il Cremlino ha annunciato che “Nord Stream chiuderà 2 settimane per manutenzione” aggiunge il ministro. “Questo comporterà che ci sarà ancora meno gas. I prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo. Ci sarà una ulteriore corsa all’accaparramento. Noi siamo attorno al 60% degli stoccaggi: bobbiamo arrivare al 90%, un obiettivo raggiungibile“.
Il 1 luglio l’operatore Nord Stream Ag aveva annunciato che le linee del gasdotto Nord Stream saranno chiuse dall’11 al 21 luglio per “lavori di manutenzione“. “Dall’11 al 21 luglio 2022 la compagnia Nord Stream Ag effettuerà una momentanea chiusura di entrambe le condotte del Nord Stream per effettuare dei lavori pianificati di manutenzione. Fra questi, test di componenti meccanici e sistemi di automazione per garantire un efficace, sicuro e affidabile funzionamento del gasdotto“. Lo aveva reso noto la società.
Nord Stream AG è un consorzio misto russo-tedesco per la costruzione e la gestione del gasdotto sottomarino Nord Stream. Si tratta di una delle principali arterie di trasmissione degli idrocarburi che dalla Russia profonda giungono nel cuore dell’Europa attraverso il Mar Baltico. Il terminale si trova in Germania. Il consorzio nacque in Svizzera nel 2005.
L’Italia e il gas russo
Se la Russia chiudesse i rubinetti del gas l’Italia – che in parte ha già ridotto la sua dipendenza con nuovi approvvigionamenti da Usa, Africa e Medio Oriente – in quali condizioni si troverebbe? Subirebbe meno di altri Paesi europei, dice Cingolani. “È chiaro però – aggiunge il ministro per la Transizione ecologica – che avremmo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive.”
“Un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado. O dire per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, perché intanto risparmiamo gas. Un altro è dire dobbiamo interrompere le attività. Questo noi cerchiamo di non farlo, però devo dire che siamo in una posizione abbastanza buona in questo momento“.
Ue, dalla Russia agli Usa
Da Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) dell’OCSE è arrivata inoltre una precisazione sulle forniture. “I recenti forti tagli della Russia ai flussi di gas naturale verso l’Ue fanno sì che questo sia il primo mese nella storia in cui l’Unione europea ha importato più gas liquido (gnl) dagli Stati Uniti che tramite gasdotto dalla Russia“. Lo scrive su Twitter. “Il calo dell’offerta russa richiede sforzi per ridurre la domanda dell’Unione europea. E prepararsi a un inverno rigido“, aggiunge.