Angelus 3 luglio, il nuovo appello di Papa Francesco per la pace in Ucraina
Dopo aver affrontato il brano del Vangelo incentrato sulla fraternità il Pontefice chiede ancora la pace nel mondo
In occasione dell’Angelus di domenica 3 luglio, Papa Francesco affronta il tema della fraternità partendo dal Vangelo odierno. Al termine della preghiera il Santo Padre rivolge un nuovo accorato appello per la pace nel mondo e in Ucraina; la richiesta è rivolta alle autorità affinché la crisi nell’Est d’Europa si trasformi in: “Una sfida per statisti saggi“.
La riflessione di Papa Francesco che precede l’Angelus di domenica 3 luglio è incentrata, come ogni domenica, sul messaggio contenuto nel Vangelo odierno. Quest’oggi Gesù invia i suoi discepoli “A due a due” nei diversi paesi a testimoniare la Parola. Un aspetto fondamentale sul quale si fonda in concetto di “fraternità” dal quale scaturisce la fede cristiana.
Al termine della Preghiera dell’Angelo, il Santo Padre rivolge un nuovo accorato appello per la pace in Ucraina. Partendo, esattamente, da quel concetto di fraternità affrontato durante l’esplicazione del significato del Vangelo di oggi, il Papa chiede di trasformare la crisi ucraina in “Una sfida per statisti saggi“.
La riflessione di Papa Francesco
Come spiega Papa Francesco, introducendo il messaggio contenuto all’interno della Parola di domenica 3 luglio: “Gesù non manda solisti“, l’intento del Signore non è quello di creare figure individuali che agiscono in maniera egoistica e solo per sé stessi; Gesù cerca di donare e infondere fraternità. L’importanza di recarsi nei villaggi “a due a due” risiede nel fatto che il Signore non indica cosa dire, ma come agire: da fratelli. “Sulla testimonianza di vita” che fa degli Apostoli “operai“, ovvero operatori di evangelizzazione capaci di cedere la parola agli altri e non da “Battitori liberi“. Sapere stare insieme e rispettarsi reciprocamente, senza il desiderio di sopraffare l’altro; risiede in questo la potenza e forza di andare insieme, in maniera fraterna: “A due a due“.
“Non voler dimostrare di essere più capaci dell’altro, ma in concorde riferimento all’unico maestro“. La missione di evangelizzazione non si può basare sull’attivismo personale, ma sul fare, sul testimoniare, sull’essere uno la spalla dell’altro, l’amico dell’altro, il fratello dell’altro. Essere fratelli in Cristo, è questo il messaggio che il Vangelo odierno contiene e che Papa Francesco spiega nella riflessione che precede l’Angelus in Piazza San Pietro. Concetto dal quale scaturisce il senso di pace e rispetto reciproco che dovrebbe animare ogni Cristiano, ma prima di tutto, ogni essere umano intenzionato a vivere nel bene comune e nel rispetto dell’altro. Testimoni di “Vivere fraterno, anche attraverso le difficoltà che il vivere insieme comporta – prosegue il Pontefice – Solo così la vita del discepolo lascia trasparire quella del maestro, annunciandolo veramente agli altri“.
L’appello alle autorità per la pace in Ucraina
Al termine della Preghiera dell’Angelo, Papa Francesco ritorna a rivolgere un nuovo appello per la pace in Ucraina. Ispirato anche dal messaggio di fraternità che ha animato la riflessione domenicale, il Santo Padre chiede a tutti di non dimenticare i ‘fratelli’ ucraini. “Continuiamo a pregare per la pace in Ucraina e nel mondo intero”, esordisce il Santo Padre che esorta ancora: “Faccio appello ai capi delle Nazioni e ai responsabili internazionali, perché reagiscano alla tendenza ad accentuare la conflittualità e le contrapposizioni. Il mondo ha bisogno di pace; non di una pace basata sull’equilibrio degli armamenti e sulla paura reciproca. Questo vuol dire far tornare la storia indietro di 70 anni” sottolinea con vigore il Pontefice.
Papa Francesco evidenzia ancora l’orrore della guerra in Ucraina e ricorda come tale crisi avrebbe dovuto essere, ma può ancora essere: “Una sfida di statisti saggi. Capaci di costruire un mondo migliore per le nuove generazioni. Con l’aiuto di Dio questo è sempre possibile, ma bisogna passare dalle strategie di potere politico, economico e militare, ad un progetto di pace globale“. “No ad un modo diviso tra poteri – conclude il Santo Padre – sì, ad un mondo unito, tra popoli e civiltà che si rispettano“.