Svezia e Finlandia nella NATO: “Nessun patto sui curdi con la Turchia”
In Ucraina la Russia sostiene di aver aperto corridoi per il grano nel Mar Nero e nel Mare d'Azov
Svezia e Finlandia sono ormai virtualmente membri della NATO. Con la firma dei protocolli di accesso, oggi 5 luglio, comincia il processo di ratificazione da parte degli alleati.
La NATO presto si comporrà di 32 membri dopo che Finlandia e Svezia faranno ufficialmente parte dell’Alleanza. “Questa è una giornata storica per la NATO, per la Svezia e per la Finlandia. Insieme saremo più forti e le nostre popolazioni più sicure“, ha detto oggi 5 luglio il segretario generale, Jens Stoltenberg.
La ministra degli Esteri svedese Anna Linde, in conferenza stampa al fianco del collega finlandese Pekka Haavisto, ha sottolineato altri aspetti significativi del patto NATO. Ovvero che non ci sono parti segrete del memorandum sulla lotta al terrorismo che Stoccolma ha firmato con la Turchia. E neppure “una lista specifica” di persone da estradare verso Ankara. Il pensiero va ai curdi, il popolo senza patria, che tutti in Medio Oriente scacciano. E lo fa anche, e soprattutto, la Turchia che ritiene il Pkk – il partito curdo dei lavoratori – un ricettacolo di presunti “terroristi“. Ankara accusa Svezia e Finlandia di proteggere fuoriusciti curdi “pericolosi” per la Turchia.
La NATO e il ‘terrorismo’
“Le autorità preposte all’estradizione ricevono le richieste e le processano secondo le procedure, poi è l’Alta corte a prendere la decisione. Non ci possono essere vie legali aggiuntive, rispetteremo la legge svedese e il diritto internazionale” ha assicurato Linde. In relazioni agli accordi per superare il veto della Turchia sull’adesione alla NATO, la ministra svedese ha affermato che con Ankara “avremo più cooperazione” contro il terrorismo.
Come è noto l’ingresso di Svezia e Finlandia, paesi storicamente neutrali, nella NATO, segue gli effetti della guerra russa in Ucraina. Putin si è sempre scagliato contro l’allargamento dell’Alleanza atlantica e ha ottenuto per tutta risposta l’ingresso volontario di Helsinki e di Stoccolma nell’organizzazione a guida americana. La guerra in Ucraina è intanto al suo 132° giorno. I russi continuano ad avanzare verso la città di Seversk, nell’oblast di Donetsk. Da Kiev fanno sapere che “per la ricostruzione dell’Ucraina servono al momento 750 miliardi di dollari“.
Russia: “Corridoi per il grano“
Ma la guerra è tutt’altro che finita. Si è ormai incancrenita, soprattutto nel Donbass. Non c’è alcun segnale che faccia pensare al raggiungimento di un cessate il fuoco. Neppure da parte della NATO. La Russia, dal canto suo, sostiene di aver realizzato due corridoi nel Mar Nero e nel Mare d’Azov. Obiettivo: facilitare l’esportazione del grano ucraino, che staziona bloccato nei silos, e rischia di marcire. “Stiamo adottando una serie di misure per garantire la sicurezza della navigazione nelle acque del Mar Nero e del Mare d’Azov” ha detto il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. “Il pericolo di mine nelle acque del porto di Mariupol è stato completamente eliminato“.